Cultura e Spettacoli

Il fascinoso aplomb della Grande Mela nel mondo pittorico di Gennaro Picinni

La mela di Eva o di Paride, la Lolita di Nabokov, la pesca di Robert Browning che paragonò il vistoso solco al lato “B” dell’altra metà del cielo. Un erotismo – persistente ma sempre garbato, ironico, giammai volgare – aleggia qua e là nell’ultima mostra di Gennaro Picinni, a Bari, dal titolo “Five difficult pieces + 1”, che prende spunto da un celebre film. In passerella, nello spazio espositivo di Banca Apulia, in corso Vittorio Emanuele, con “ragazze pon pon” e la conturbante Marilyn, appetitosi frutti del peccato – c’è anche la  succulenta fragola –  che ammiccano sia nei dipinti, sia nelle suadenti gigantografie  di pagine della “Gazzetta del Mezzogiorno” in cui il maestro del colore ha diffuso in gran parte la sua filosofia esistenziale e artistica.   Una filosofia che prende il via negli anni Cinquanta quando l’autodidatta Gennaro, grazie alle sue accattivanti policromie, s’impone al “Premio Taranto”. Dai primi affondi nell’astrattismo al felice approdo in una baresità di sapore mediterraneo, nella quale le luci della ribalta danno ampio risalto a teatri, cattedrali e castelli di Puglia. Da allora una ridda di significative e prestigiose tappe che nel ’94 sfociano in un lungo soggiorno a New York. Di qui la “Big Apple” che ha il sopravvento nelle sue opere insieme con le bandiere a stelle strisce., la statua della libertà cui fa da corollario il ginepraio di bolli e timbri da un dollaro.   Stessi simboli ammiriamo oggi nella rassegna allestita a Banca Apulia, cui si aggiunge – come si è detto – quella dose di intrigante erotismo che mette in gioco  “grandi firme” del passato – come attesta il riferimento Stanley Kubrick – che hanno dato ampio risalto a problematiche, spesso scottanti e un tantino pruriginosi. Un erotismo, quello di Picinni,  nel quale fa sempre capolino un pittore divertente, sornione, quasi beffardo. Che si diverte a giocare persino con temi tabù.Qualche visitatore, un tantino malizioso e invadente, per far ingelosire Rosa, la dolce e volitiva consorte di Gennaro, avanza una disdicevole insinuazione; a suo avviso, il maestro ha voltato pagina per entrare nel novero dei playboy, degli stakanovisti dell’alcova, come attesta il peccaminoso frutto che determinò la cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre.Pronta e lapidaria  la risposta della nostra Rosa: “Macché frutto proibito! E’ New York, la Grande Mela.  Quelle di mio marito sono soltanto ‘perfomances pittoriche’, altro che evasioni ‘extra moenia’ di un dongiovanni da strapazzo!”

Vinicio Coppola


Pubblicato il 7 Novembre 2012

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