Il Ferrohotel a rischio sgombero?
Progetti tanti e diversi di enti pubblici e privati, ma senza consultare troppo gli occupanti sul Ferrohotel, l’ex-dormitorio trasformato in casa. Eppure spesso, con l´occupazione e l´autogestione da ottobre 2009 della struttura vicino alla Stazione, la Comunità Somala ha rimarcato il suo diritto a vivere all´interno d’un posto che, finalmente, piano piano sta diventando una dignitosa abitazione. Ne sono convinti prima di tutti i quaranta somali che da quasi ventiquattro mesi, appunto, vivono nell’ex dormitorio comunale, ma anche i rappresentanti della rete Antirazzista, al loro fianco dal primo giorno. Discorso diverso per Comune di Bari e Regione Puglia, enti che fino ad ora non sono riusciti neppure a garantire l’allaccio di beni primari come luce ed acqua agli occupanti e che adesso, a quanto pare, si preparano a sgomberarla, senza stare a pensarci troppo. Risale al 13 maggio dell’anno scorso, infatti, la deliberazione n.340 della Giunta Comunale (avallata e finanziata dall´Assessorato alle Politiche dell´Immigrazione della Regione Puglia) che vorrebbe fare del Ferrhotel un dormitorio ed un centro polifunzionale diurno. Un posto, insomma, in cui l´accoglienza notturna sarà riservata a “trenta extracomunitari senza dimora per un tempo limitato a trenta giorni”, lasciando poi gli spazi a disposizione delle associazioni incaricate dal Comune. Un´operazione, questa, che ha messo in conto lo sgombero della Comunità Somala e che andrebbe a finanziare con oltre 2 milioni di euro, come detto, alcune associazioni locali del terzo settore ed imprese, alimentando, così, un ‘business’ umanitario che si gioca sulla pelle dei migranti. “La totale mancanza in Italia di politiche migratorie e sociali si manifesta anche sui rifugiati presenti in Puglia: ad essi non è destinata alcuna forma di sincera accoglienza, in violazione del diritto ad un alloggio adeguato, garantito invece in tutto il resto d’Europa e dai trattati internazionali sui diritti umani, inclusa la dichiarazione Universale dei Diritti Umani”, ripetono i ragazzi della rete Antirazzista di Bari. Il caso del Ferrhotel, secondo loro, smaschera senza tanti giri di parole le false politiche di inclusione sociale e di integrazione fatte di proposte di dormitori e di alberghi diffusi. Posti che non c’entrano niente con la seconda accoglienza escludendo da qualsiasi socialità e dignità gli “ospiti”, costretti a girovagare tra sale d’aspetto nella stazione e panchine nei giardini pubblici. Fermento, dunque, nelle stanze dell’ex Ferrhotel ancora immerso ancora nel buio dopo tanto tempo per colpa del mancato allaccio Enel dove vivono i quaranta rifugiati somali. Un segnale poco rassicurante in vista dei progetti per trasformare l’ex dormitorio in un plesso che dovrà servire al Comune per scopi sociali, d’accordo con la società proprietaria dell’immobile, l’Ente Grandi Stazioni.
Antonio De Luigi
Pubblicato il 12 Agosto 2011