Il ‘Figaro’ di Puglia
È su tutte le piattaforme digitali il volume 19 di ‘Lost Tapes’, un progetto musicale di Livio Minafra
Società onnivora, la presente (oltre le risorse del pianeta) consuma anche l’arte, spesso smarrendone memoria. Prendi la musica : quanti talenti scivolati nel dimenticatoio. Per fortuna c’è ancora chi ne va alla ricerca : Nel 2017, Livio Minafra, jazzista rubastino che non ha bisogno di presentazioni, ha dato vita a ‘Lost Tapes’, un progetto di ricerca e conservazione del patrimonio musicale a rischio. Il progetto procede per volumi, che ad oggi assommano a diciannove. L’ultimo di questi è dedicato a Marino Pellegrini, da tutti conosciuto come ‘Mèstə Marənuddə’, un barbiere di Ruvo di Puglia classe 1888 nato col dono della musica. Figlio del popolo, Pellegrini esercitava la sua arte in prossimità della Chiesa del Redentore ; per buona parte della prima metà del Novecento la sua bottega fu ritrovo di altri appassionati musicisti, onesti suonatori di mandolino, chitarra e fisarmonica, con i quali il Nostro si esibiva in occasione di matrimoni e festicciole famigliari. Ma per quanto improvvisatore e autore talentuoso, Pellegrini, scherzosamente soprannominato ‘il piccolo Chopin’, potette solo in parte mettere a frutto il suo dono, non disponendo di alcuna educazione musicale. Autore di numerose ed apprezzate composizioni, per lo più consistenti in valzer, mazurche, polke e quadriglie, Pellegrini, che suonava a orecchio, non lasciò alcuna delle sue cose sullo spartito. Sicché, di esse era rimasta traccia solo nella memoria dei grandi anziani rubastini. Dalle labbra di questi ultimi custodi di un patrimonio culturale altrimenti destinato a scomparire, con passione eroica Minafra ha lavorato per anni trascrivendo, rielaborando e reinterpretando. Il risultato, a sessantaquattro anni dalla scomparsa di Pellegrini, è questo Volume XIX, che raccoglie nove tracce : cinque valzer (in Sol, Mi Minore, Si Minore, Dell’addio, Delle sette parti), due mazurche (in Re Maggiore e Mi Minore), una polka (in Fa) e ‘La risata del sassofono’. Cosa raccontano queste nove composizioni ? Quasi tappe di un breve ma denso viaggio antropologico, esse si rivelano espressione di un sentimento genuinamente popolare, elegante e dignitoso nel quale coabitano malinconia e candore, rinuncia e nostalgia, pena d’amore e speranza. Pellegrini vestì di musica il mondo dei cafoni, dei migranti, di quelli cui mancavano sempre novantanove centesimi per fare una lira, dei giovani destinati a diventare carne da cannone, dei ‘poveri ma belli’ ed irresistibilmente vivi. Tutte le tracce sono state selezionate ed eseguite dallo stesso Minafra (al pianoforte) accompagnato da Enzo De Leo, Michele Tempesta e Alessandro Pipino, Antonio Biancolillo, Paolo Montaruli, Nico Marziale, Claudio De Leo, Franco Sette e i Magnifici. Il ‘volume’ è su tutte le piattaforme digitali, distribuito dall’etichetta Angapp Music.
Italo Interesse
Pubblicato il 28 Gennaio 2025