Cultura e Spettacoli

Il fiume fantasma

La Tabula Peutingeriana è una copia del XII-XIII secolo di un’antica carta romana che mostra le vie militari dell’Impero romano. La si conserva presso la Hofbibliothek di Vienna (in Austria). Probabilmente basata sulla carta del mondo preparata da Marco Vipsanio Agrippa (64 a.C. – 12 a.C.), amico e genero dell’imperatore Augusto, essa porta il nome dell’umanista e antichista Konrad Peutinger che la ereditò dal suo amico Konrad Celtes, bibliotecario dell’imperatore Massimiliano I. Si compone di 11 pergamene riunite in una striscia di 680 x 33 centimetri. Mostra 200.000 km di strade, città, mari, foreste, catene montuose e fiumi. A propositi di corsi d’acqua, la Tabula indica nei pressi di Bardulos la foce di un fiume : l’Aveldium (vedi immagine). Di questo remoto corso d’acqua che attraversava il territorio di Andria non resta traccia. Né è facile ricostruirne il percorso attraverso i segni lasciati sul territorio. Ciò che è singolare delle ‘lame’ pugliesi  è che non tutte raggiungono il mare. La maggior parte di esse nasce e muore lontano dal mare al termine di un percorso anche breve. Si può spiegare tanta anomalia considerando i movimenti tellurici. Sismi ripetuti devono aver spezzato il corso di queste lame, lasciandone frammenti sparpagliati e il cui attuale, disordinato insieme non consente di ricostruire l’originale complesso idrografico. Alcuni studiosi sostengono che il canale Camaggio-Ciappetta, altrimenti detto Canalone, il quale parte da Andria e sfocia in Adriatico all’altezza di Barletta, altro non è che un accomodamento dell’antico alveo dell’Aveldium. – a proposito di questo imponente collettore, divenuto una fogna a cielo aperto fra liquami e scarichi industriali, da molti anni si parla (invano) di bonifica e risanamento ambientale. –  E’ un’ipotesi. Né serve domandare aiuto alla stessa Tabula Peutingenaria. Essa infatti non è una proiezione cartografica, quindi non permette una rappresentazione realistica di paesaggi e distanze, non essendo questa l’intenzione di chi l’aveva concepita. La carta va piuttosto considerata come una rappresentazione topologica, una sorta di diagramma come quello di una metropolitana che permette di orientarsi  facilmente e di conoscere le distanze fra le tappe, senza per questo offrire una rappresentazione fedele della realtà. Di sicuro l’Aveldium non era un fiumiciattolo. Probabilmente era navigabile, almeno in inverno, il che ne faceva un’importante via di comunicazione fra località costiere e località dell’entroterra, strumento di contatto e scambio commerciale.

 

Italo Interesse


Pubblicato il 15 Giugno 2019

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio