Cultura e Spettacoli

Il Generale Pallavicini non ebbe pietà : a morte!

Da una relazione del Col. Nicola Serra, cultore di storia militare, apprendiamo che, in mezzo ad altri, alcuni pugliesi furono passati per le armi dal Regio Esercito della neonata Italia in Calabria, nel settembre 1862, a ridosso del fatto di Aspromonte. Per fare luce sul poco noto episodio ci pare il caso di riepilogare brevemente i fatti :  Nel giugno del 1862, da Caprera, Garibaldi raggiunse Marsala nell’idea di raccogliere volontari come già successo con l’impresa dei Mille e guidarli in ‘continente’, questa volta alla volta di Roma. Il tutto allo scopo di affrettare i tempi e annettere con un colpo di mano l’ancora ‘irredento’ Stato Papale. Ma il nuovo Governo giudicò il passo prematuro sul piano diplomatico e, nel timore di gravi complicazioni internazionali, mandò incontro a Garibaldi truppe al comando del Generale Pallavicini. Lo scontro, inevitabile, avvenne a pochi chilometri da Gambarie, nel territorio di Sant’Eufemia d’Aspromonte. Non fu una carneficina, non essendovi desiderio d’ambo le parte d’innescare la guerra civile, ma un po’ di sangue scorse lo stesso. A parte il ferimento di Garibaldi e di altre trentaquattro persone, complessivamente, persero la vita ‘appena’ sette camicie rosse e cinque soldati regolari. Dei circa 3000 volontari guidati da Garibaldi, solo alcune centinaia riuscirono a fuggire. Vennero arrestati 1909 garibaldini, riaccompagnati alle loro dimore 232 minorenni (i primi vennero amnistiati in occasione del matrimonio di Maria Pia di Savoia, figlia di Vittorio Emanuele II con il Re di Portogallo il 5 ottobre 1862). L’episodio di Aspromonte ebbe però una coda amarissima : Prima dello scontro fratricida, alcuni bersaglieri (quanti non si sa) avevano lasciato le proprie posizioni per raggiungere i Garibaldini. Finita la scaramuccia, mentre tutti si davano la fuga, alcuni di questi disertori caddero nelle mani dei ‘regolari’. Pallavicini non ebbe pietà di loro. Senza neanche convocare la Corte Marziale Eccezionale, come pure il Regolamento imponeva, fece fucilare gli incauti. Tra essi caddero otto pugliesi : Francesco Cibello di Troia, Francesco Tocco e Giuseppe Bova di Biccari, Nicola Cipparone di Casalnuovo Monterotaro, Pasquale Chiccoli di Spinazzola, Raffaele De Santis e Michele Zurro di Lucera, Michele Frisoli di Bovino. Le cronache si fermano qui. Che ne fu delle spoglie di quegli sventurati? Dubitiamo che siano state oggetto d’una frettolosa sepoltura. Il disprezzo che il sentimento militare nutre verso disertori e renitenti fa immaginare corpi abbandonati allo strazio di lupi, cani randagi ed altri animali prima che pietosi abitanti della vicina Gambarie si recassero a raccogliere quei poveri resti e deporli in una fossa comune.
italointeresse@alice.it
 


Pubblicato il 17 Novembre 2011

Articoli Correlati

Back to top button