Cultura e Spettacoli

“Il giorno in cui morì la Patria”

Il proclama di Badoglio dell’8 settembre 1943 è sin troppo noto per essere riproposto. Merita invece d’essere portato a conoscenza altro proclama, questa volta a firma di Eisenhower che precedette di alcune ore quello di Badoglio. Cinque giorni prima a Cassibile, nel siracusano, l’Italia aveva già segretamente firmato la resa, ma per ragioni politiche l’accordo sarebbe entrato in vigore solo nel momento del suo annuncio. Obiettivo del governo italiano era disporre del tempo necessario a definire misure di contrasto alle sicure contromosse della Germania e strappare agli Alleati condizioni di resa più accettabili. L’indecisione del nostro Governo ebbe il potere di spazientire gli anglo-americani. Così, alle 18:30 dell’8 settembre Radio Algeri trasmetteva per bocca di Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate il testo accorciato (cioè contenente le sole condizioni militari) dell’accordo di Cassibile. A quel punto, alle 19:42, Badoglio si vedeva costretto a rinunciare a qualunque speranza di mitigare le condizioni di resa e comunicare attraverso i microfoni dell’Eiar che la richiesta di armistizio avanzata dall’Italia era stata accolta da Eisenhower. Una della clausole dell’Armistizio di Cassibile prevedeva che l’Italia garantisse immediatamente “il libero uso da parte degli Alleati di tutti gli aeroporti e porti navali in territorio italiano” ; dette strutture dovevano essere “protette” dalle Forze Armate italiane finché porti e aeroporti non fossero entrati nella piena disponibilità degli anglo-americani… Dunque, essendo fuori discussione che i tedeschi avrebbero cercato per prima cosa di prendere possesso delle strutture in questione, l’Armistizio obbligava esplicitamente le nostre forze a prevenire i tedeschi con l’attacco e non rinviandolo al momento in cui noi ci fossimo trovati esposti ad “attacchi da “qualsiasi provenienza” (palese il riferimento all’ex alleato) come invece previsto dal sommario proclama di Badoglio. Ma come pretendere che soldati stanchi, disillusi e a corto di mezzi prendessero le armi contro uomini incattiviti e ben equipaggiati ? In ogni caso quest’ultimo sforzo non avrebbe impedito l’operazione Achse, il piano elaborato dai tedeschi già a maggio 1943 per controbattere l’uscita dell’Italia dalla guerra, neutralizzarne le forze armate e occupare militarmente la penisola. Né tale gesto sarebbe bastato a restituire dignità ad un Paese screditato in tutto il mondo. L’8 settembre, ovvero il giorno in cui morì la Patria (richiamando un’espressione di Salvatore Satta), era stato scritto il 10 giugno di tre anni prima, con la dissennata entrata in guerra. Una scelta militare, quest’ultima, figlia d’altra data funesta : il 22 maggio 1939, giorno in cui Germania e Italia avevano siglato il Patto d’Acciaio… Pagammo a valle, l’8 settembre, la prolungata stupidità messa in essere a monte. – Nell’immagine, Serge Reggiani e Alberto Sordi in una scena di ‘Tutti a casa’, il capolavoro di Luigi Comencini girato nel 1960.

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 8 Settembre 2021

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