Cronaca

Il Giudice del Lavoro censura il Comune, “consapevolmente inadempiente…”

Sono tanti i costi sottotraccia che si potrebbero evitare, facendo risparmiare parecchio alla Pubblica Amministrazione. Tante spese he si trasformano in veri e propri sperperi a causa di leggerezze, frettolosità o chissà che, come nel caso di cui ci siamo occupati su queste colonne il mese scorso, accaduto al Comune di Bari. E costato più del triplo di quanto dovuto a causa delle spese legali. Tutto questo, ovviamente, dopo la notifica di un decreto ingiuntivo e addirittura di un atto di precetto e cioè atti che fanno lievitare gli impegni di spesa a carico del Pubblico Tutto è cominciato poco più di tre anni fa, quando un paio di sottufficiali della Polizia Municipale di Bari sono stati distaccati per ragioni di servizio e comunque su base volontaria a pochi chilometri dal capoluogo, ad Adelfia. Il fatto è che i marescialli Cassano e De Laurentis, dopo aver svolto regolarmente il loro servizio, sono stati costretti a ricorrere ai loro legali, semplicemente perché il Comune-datore di lavoro si è rifiutato immotivatamente di pagare. Da Palazzo di Città nessun funzionario o dirigente preposto ha disposto il pagamento di quanto dovuto, nonostante i vari solleciti inoltrati dai due creditori, invitando a non gravare l’amministrazione di ulteriori spese. Spese che poi, come si sa, gravano infine a carico del sempre più tartassato contribuente barese. E così come niente passa il tempo e si arriva ai decreti ingiuntivi ‘oltre interessi legali e accessori di legge’, dato che con il naturale e consequenziale atto di precetto veniva richiesta la ulteriore somma di euro 135,00’ come si leggeva certamente nei documenti e carte bollate che piovevano a ripetizione sulle scrivanie di funzionari e dirigenti del Servizio Personale del Comune di Bari. Ed ora, leggendo gli atti pubblicati sul sito del Comune, si rileva che anche il Giudice del Lavoro presso il Tribunale di Bari Maria Giovanna Deceglie ha sonoramente censurato l’operato degli amministratori e burocrati municipali baresi, dopo aver ingiunto all’Ente di pagare 115, 35 euro oltre interessi ad ognuno dei due marescialli, con le spese della procedura di 243,50 sempre moltiplicato per due. E non basta, visto che a queste spese evitabilissime si sono aggiunti anche altri oneri per il successivo precetto causato dal mancato pagamento. “”Sta di fatto che il Comune di Bari, pur avendo incassato l’importo dovuto dal Comune di Adlfia, da novembre 2012 ad oggi –si legge nel provvedimento adottato dal Giudice del Lavoro- non ha provveduto ad attribuirlo all’avente diritto, D Laurentis. Vari sono stati, in questi mesi, gli interventi epistolari, anche per il tramite dei difensori, attraverso i quali si è tentato in ogni modo di indurre il Comune di Bari al pagamento spontaneo (volendo evitare il ricorso all’Autorità Giudiziaria a fronte di importi certi, ma pure contenuti nell’ammontare). Il Comune non ha mai collaborato, di fatto rimanendo consapevolmente inadempiente””. Insomma, negli uffici comunali bisogna aspettare che arrivino precetti e spese legali in più per centinaia e centinaia di euro a carico dei contribuenti, per onorare obblighi di legge. Ma l’aspetto maggiormente preoccupante è che tutto passa praticamente inosservato, nessuno paga di tasca propria ed anzi a fine anno burocrati e dirigenti raggiungono i loro obiettivi intascando premi molto sostanziosi, nonostante in molti casi siano stati colpevolmente inadempienti…

 

Francesco De Martino   


Pubblicato il 2 Aprile 2015

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