Cultura e Spettacoli

Il giullare s’ispirò a Bari?

E’ molto probabile che Cielo d’Alcamo, l’autore di ‘Rosa fresca aulentissima’, sia stato un giullare. Dovette dunque guadagnarsi da vivere intrattenendo i passanti nelle piazze come cantastorie, musico, attore e giocoliere. In quali piazze si esibì? La domanda ne pone un’altra : fin dove poteva allontanarsi dalla Sicilia (di cui d’Alcamo, come dice il suo stesso cognome, doveva essere originario), un giullare del Duecento? Se l’artista di strada oggi può in autostop raggiungere Helsinki (parliamo sempre di gente povera), ai tempi di Federico un siciliano che si muovesse a piedi sulle insicure stradacce del tempo a stento metteva piede in continente. E se d’Alcamo invece fosse riuscito a spingersi sino a Bari?… Il sospetto viene da un verso di ‘Rosa fresca aulentissima’, l’unica lirica che ci sia pervenuta di questo autore. L’opera in questione costituisce un classico esempio di ‘contrasto’, un tipo di componimento poetico dialogato e solitamente di argomento amoroso in quel tempo assai in auge. Oggetto di ‘Rosa fresca aulentissima’ è la schermaglia verbale fra un innamorato insistente e una ragazza decisa a non cedere. A un certo punto lei mette in guardia l’altro grosso modo in questi termini : Se ti trova qui mio padre (evidentemente il battibecco ha luogo sotto la finestra della ragazza) con gli altri miei parenti, sono guai per te. Al che lo sfrontato risponde : “Se i tuoi parenti trova[n]mi, e che mi pozzon fare? / Una difensa mèt[t]oci di dumili agostari; /  non mi toc[c]ara pàdreto per quanto avere ha ‘n Bari. / Viva lo ‘mperadore, graz[i’] a Deo! / intendi, bella, quel che ti dico io?” : ‘Se i tuoi parenti mi trovano, che cosa mi possono fare? Vi assegno una multa di duemila augustali ; tuo padre non mi toccherebbe per tutti gli averi che possiede la città di Bari. Viva l’imperatore, grazie a Dio! Comprendi, bella, quello che io ti dico?’ (I duemili ‘augustali’ di cui parla il ribaldo si riferiscono alla ‘defensa’, istituto giuridico contemplato dalle Costituzioni Melfitane del 1231 che consentiva allo stupratore di liberarsi d’ogni responsabilità se egli, dopo aver gridato ‘Viva l’Imperatore’, era disposto a pagare al momento una forte somma di denaro).

Che poteva saperne un povero giullare di quanto era ricca la Bari mercantile del Duecento? E’ certamente possibile che la fama di Bari, in quel momento vicina a diventare la quinta repubblica marinara e comunque ben lontana per ricchezza da Venezia e  Costantinopoli, volasse di bocca in bocca in tutto il Mediterraneo, tuttavia l’impressione è che qui si parli a ragion veduta. Forse Cielo d’Alcamo vide con i propri occhi il tesoro di San Nicola, le bancarelle dei cambiavalute ai margini del mercato che si teneva nella piazza antistante la Basilica. E chissà che non abbia toccato con mano la magnificenza delle dimore dei potentissimi mercanti baresi dove si esibì. E chissà ancora che ad ispirare d’Alcamo non sia stata proprio una ritrosa donzella barese.

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 1 Aprile 2016

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