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Il giuramento del sindaco ora è diventato di pura formalità?

Vito Leccese senza l'atto solenne di fedeltà alla Costituzione e allo Statuto sta comunque svolgendo "extra ordine" tutte le funzioni a lui attribuite con uno sconcertante silenzio di tutti

Il differimento temporale tra la proclamazione (già avvenuta) del neo sindaco di Bari, Vito Leccese, e quella degli eletti al Consiglio comunale, non ancora effettuata, sta sollevando importanti interrogativi in alcuni esperti di diritto, ma anche tra i comuni cittadini che esperti non sono, però conoscono le prassi amministrative ed alcuni principi fondamentali sul buon andamento della Pubblica amministrazione. Infatti, uno degli interrogativi che proprio in queste settimane si stanno ponendo alcuni cittadini baresi è “se gli atti amministrativi che il neo sindaco Leccese sta mettendo in essere prima ancora di aver giurato solennemente fedeltà alla Costituzione repubblicana ed allo Statuto comunale siano da ritenersi pienamente legittimi oppure no”. Il motivo? E’ presto detto. L’investitura nell’ufficio di Sindaco (sia essa con il vecchio sistema elettivo indiretto, da parte del Consiglio comunale, che con quello attuale, ossia diretto da parte del corpo elettorale), per consolidata giurisprudenza, non può considerarsi compiuta per effetto della sola proclamazione, ma implica, quale elemento costitutivo, la prestazione del giuramento di fedeltà alla Carta costituzionale (e in questo caso anche allo Statuto comunale!), così come impegna l’articolo 54 della Costituzione repubblicana tutti i cittadini investiti di funzioni pubbliche rilevanti. Poiché tale adempimento di rilevanza costituzionale non può essere certamente inteso come mera formalità. E se così è effettivamente, “allora – sostiene qualche esperto (ma anche come eccepito da alcuni semplici cittadini) – il giuramento deve avvenire prima di assumere le funzioni anche per un sindaco neo-eletto”, come per Leccese, e non successivamente alla messa in essere di importanti attività, quali – ad esempio – l’emissione di atti monocratici (nomina degli assessori, ordinanze, etc.) ed altre attività di rilievo formale e sostanziale (compreso quella di indossare il Tricolore!), come di fatto sta accadendo al Comune di Bari, poiché l’Organo innanzi al quale il sindaco Leccese deve prestare giuramento, ossia il nuovo Consiglio comunale, non è stato ancora insediato. Una situazione, questa, a dir poco “paradossale”, a detta degli esperti in materia che, oltre ad evidenziare l’anomalia, hanno rincarato la dose affermando (forse con esagerazione?) che “un Sindaco che entra nel pieno esercizio dei suoi poteri senza ancora aver giurato è un attentato alle fondamenta costituzionali della Repubblica poiché, senza giuramento, il neo Primo cittadino non è formalmente e sostanzialmente vincolato giuridicamente, eticamente e moralmente ai valori della nostra Costituzione”. E di certo non rileva se il Sindaco interessato si senta vincolato alla Costituzione sul piano intimistico e personale. Infatti, – hanno obiettato coloro che sollevano dubbi sulla legittimità degli atti finora messi in essere dal sindaco Leccese senza aver giurato – “l’atto solenne di fedeltà alla Costituzione è condizione essenziale per l’assunzione di responsabilità e l’immissione all’esercizio di qualsiasi funzione rilevante per l’Ordinamento repubblicano”. Citando – ad esempio – il fatto che financo coloro che risultano abilitati all’esercizio della professione forense non possono iniziare ad esercitare la professione di avvocato, se non dopo aver prestato giuramento nella forma di rito ed innanzi all’Organo autoritario competente. Nel caso di un Sindaco, per il quale – come detto – il giuramento avviene durante la prima seduta del nuovo Consiglio comunale, la dichiarazione di fedeltà alla Costituzione è susseguente alla verifica formale e sostanziale di eleggibilità che il neo Primo cittadino attesta solennemente in apertura di seduta, insieme a tutti gli altri membri dell’Assemblea cittadina, ed alla conseguente presa d’atto, da parte di questi ultimi, della dichiarata mancanza di elementi ostativi all’eleggibilità. Quindi, anche per un sindaco non è fatto di poco conto la mancanza di giuramento. Infatti, in attesa di proclamazione del nuovo Consiglio comunale, l’esercizio di poteri che in realtà dovrebbero essere esercitati solo dopo il giuramento potrebbe essere considerato un atto eversivo nei confronti dell’ordine costituto e, in quanto tale, detto esercizio non sarebbe legittimo e tutti gli atti messi in essere senza l’avvenuto giuramento dovrebbero essere irregolari e, quindi, annullabili. Ma se le obiezioni innanzi riportate e sollevate solo da qualche esperto di diritto e da pochi semplici cittadini fossero effettivamente fondate, saremmo difronte ad una vera e propria destrutturazione di parte del nostro sistema ordinamentale degli enti locali, nel silenzio assordante di tutti coloro che per primi dovrebbero intervenire a denunciare simili anomalie comportamentali. Invece, a Bari assistiamo financo ad un neo-sindaco, Leccese per l’appunto, che indossa in cerimonia pubblica il simbolo solenne del “Potere” repubblicano cittadino, ossia la Fascia Tricolore, senza ancora aver giurato. Un tempo qualcuno avrebbe forse esclamato di aver assistito ad un episodio della trasmissione televisiva “Oggi le comiche” della Rai. Ora, invece, sarebbe da chiedersi se la politica barese non sia forse il caso che approdi a pieno titolo a qualche puntata della trasmissione televisiva “Scherzi a parte” di Mediaset. Difatti, nel capoluogo pugliese ad evidenziare talune anomalie politiche ed amministrative sono soprattutto i comuni cittadini piuttosto che le forze di opposizione. Infatti, queste ultime a Bari, su taluni temi finora pare che siano “tam quam non esset”. Ovvero, come se non esistessero!

 

Giuseppe Palella

 


Pubblicato il 6 Agosto 2024

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