Cultura e Spettacoli

Il Laghetto di San Giuseppe

Pur avaro d’acqua, il territorio dell’Alta Murgia si presenta qua e là chiazzato di piccoli corpi idrici. Parliamo di stagni stagionali che si formano quando le acque meteoriche vanno a colmare depressioni carsiche il cui fondo non sia ‘voracemente’ carsico. Uno dei più graziosi trova posto nel territorio di Altamura. E’ stato insignito – con molta generosità – del titolo di ‘lago’, anzi, di ‘laghetto’ (ha forma grosso modo circolare con un diametro di appena dieci metri), Per quanto facilmente accessibile dalla SP 35, il Laghetto di San Giuseppe è sconosciuto ai più. Non rappresenta una risorsa turistica, tuttavia come ‘zona umida minore’ riveste un’enorme importanza strategica. Il Laghetto di San Giuseppe è di fatto un’oasi di biodiversità all’interno di un territorio arido, coperto da  distese steppose dominate dalle graminacee. In questo modo può sostenere piccole colonie di invertebrati, piante acquatiche e anfibi. Inoltre, con la disponibilità d’acqua che offre e col riparo della fitta vegetazione che intorno ad essa prospera, funge da area di sosta e di alimentazioni per gli uccelli migratori. Il laghetto di San Giuseppe si distingue dagli altri stagni dell’Alta Murgia (in tutto ne sono stati censiti diciannove) per il fatto d’essere rimasto vergine, non toccato dalla mano dell’uomo. Questi interventi, avvenuti in tempi lontani, rispondevano alla necessità – si può dire disperata – che la gente dell’Alta Murgia incontrava nell’esercizio dell’agricoltura e, soprattutto, della pastorizia. A quest’ultimo proposito l’interrogativo si fa massiccio : dove rimediare acqua a sufficienza per dissetare migliaia di capi di bestiame in un territorio totalmente privo anche del più misero fiume? Ma la necessità aguzza l’ingegno. Le pareti affatto ripide delle frequenti depressioni della Murgia si prestavano ad essere facilmente affrontate in salita e in discesa dagli animali. I pastori, allora, usavano contrastare la permeabilità del fondo di questi avvallamenti cospargendolo di pietrisco ; l’opera veniva completata recintando questi allagamenti con muretti in pietra a secco. Questa forma di architettura rurale, che la gente del posto ancora oggi chiama ‘votàni’, ha dato vita in qualche caso fortunato a specchi d’acqua permanenti. E’ il caso degli stagni Goglia e Grassi. Quanto allo stato di salute degli altri stagni, duole constatare come i diciannove specchi d’acqua superstiti siano solo esigua parte dell’antico patrimonio idrico murgiano. La maggior parte di questi stagni è sparita durante la stagione calda per effetto delle arature che raschiando il fondo delle doline hanno lesionato la strato impermeabile del suolo.

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 18 Luglio 2019

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