Cultura e Spettacoli

Il Lucera Airfield dell’esercito degli Stati Uniti

Nell’autunno del 1943 genieri statunitensi cominciarono a costruire il più grande aeroporto di fortuna del Tavoliere

L’immagine non tragga in inganno: nessuna base aliena. Si tratta invece del Lucera Airfield, ritratto da una quota di cinquemila metri. Stiamo parlando di un aeroporto che il Corpo Genieri dell’esercito degli Stati Uniti cominciò a costruire nell’autunno del 1943, appena dopo che le forze alleate avevano esteso il controllo al Tavoliere. L’importanza strategica della pianura pugliese consisteva nel fatto che lì potevano essere facilmente costruiti aeroporti di fortuna da cui far decollare bombardieri alla volta della Repubblica Sociale Italiana, dei Balcani e persino della Germania. Operativo dal febbraio 1944, il Lucera Airfield rimase tale sino ad aprile dell’anno dopo. Finita la guerra, venne smantellato. Oggi l’avio-superficie lucerina è stata restituita all’agricoltura, tuttavia ad ogni aratura emergono ancora tracce di quei giorni : chiavi, bulloni, dadi, viti, cuscinetti a sfera, guarnizioni, pezzi di ricambio e, sopratutto, ‘grelle’… Il sostantivo femminile singolare ‘grella’ è un neologismo derivato dal termine della lingua inglese grill che significa griglia, grata, o forse dall’alterazione e italianizzazione del cognome del loro inventore Greulich. Il termine, usato per lo più al plurale, sta a indicare quei pannelli d’acciaio perforati (griglie) e componibili che, introdotti dagli americani durante la seconda guerra mondiale, venivano stesi sul terreno e agganciati l’un l’altro per approntare rapidamente aeroporti o strade. Oggi indicate come PSP, acronimo che sta per pierced steel planking, queste grelle metalliche perforate trovano ancora applicazione soprattutto nei paesi del terzo mondo, dove gli aeroporti di fortuna sono la regola. Benché figlie di un pensiero tecnologico vecchio di ottant’anni, le grelle restano insuperabili. Queste strisce rettangolari di 30,1 x 304,8 cm. e un peso di circa 30 kg, sono pensate per incastrarsi a vicenda. Stese in strisce chilometriche su superfici pianeggianti e  consolidate da una massicciata di pietrisco esse consentono a qualunque aereo che non sia particolarmente pesante di atterrare e riprendere il volo anche in presenza di cattive condizioni atmosferiche. Le dimensioni e la leggerezza di questi pannelli consentono una movimentazione agile e rapida (bastano due uomini, anche per il carico e lo scarico dei moduli dagli autocarri). I fori circolari realizzati nel modulo, oltre a contribuire alla rigidezza e all’alleggerimento dell’elemento, facilitano il drenaggio delle acque meteoriche evitando ristagni d’acqua sulla pista, inoltre permettono all’erba di crescere al loro interno, il che contribuisce al consolidamento della massicciata di sostegno. Tornando al Lucera Airfield, finita la guerra gli Alleati, che quanto a mezzi potevano permettersi qualunque spreco, abbandonarono quelle piste senza portarsi dietro un solo modulo. Una vera manna per gente affamata e impoverita, soprattutto incredula si potesse abbandonare tanto ferro, quello stesso metallo che nei giorni di disperata autarchia aveva giustificato il sacrificio persino di campane e cancellate artistiche. Le piste vennero smantellate nel giro di pochi mesi e le psp finirono in buona parte in fonderia. Molti fabbri ne ricavarono cancellate e ringhiere. Alcuni agricoltori adoperarono quei moduli per attaccarli alle bestie e spianare i terreni.

Italo Interesse


Pubblicato il 16 Marzo 2023

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