Cultura e Spettacoli

Il Maestro e il cubo di Rubik

Dopo essere stato tre settimane in cartellone, ‘Shakesperiana’, un prodotto della compagnia Tiberio Fiorilli, va in scena per l’ultima sera al Duse. Quattro stralci in sequenza dalle opere maggiori danno sostanza ad uno spettacolo pensato per un pubblico particolarmente giovane. Questo aspetto delle cose spinge Alfredo Vasco – sua la regia – a pendolare tra i panni dell’interprete e quelli del ‘coordinatore didascalico’. Vasco dispone nell’ordine : Romeo e Giulietta, Macbeth, Otello e Amleto. Perché proprio quest’ordine è non uno dei tantissimi suggeriti dal calcolo combinatorio?… Le ragioni qui possono essere solo soggettive, mai oggettive, quando il fine è porgere la poesia e la profondità del pensiero del Maestro. Altri però potrebbero suggerire dislocazioni diverse degli stessi frammenti… Tutto ciò riporta alla memoria un twisty-puzzle-3D che spopolava negli anni ottanta : il cubo di Rubik. Obiettivo di quel diabolico rompicapo era restituire colore uniforme a ciascuna facciata. Alcuni giocatori (esistono gare apposite) sono capaci di venire a capo del problema in capo a una  manciata di secondi. E questo perché la soluzione, quantunque complessa, esiste. In ‘Shakesperiana’ – e in operazioni similari – no, il problema resta insolubile. Nessuna combinazione è quella giusta, così come nessuna combinazione è sbagliata… Si pensi allora ad attingere ancora dal repertorio del Maestro e portare il numero delle schegge a sei. otto. dieci… (sono in commercio varianti del cubo di Rubik con 121 quadratini per faccia!). Che il monologo di Amleto preceda o sia successivo al celebre duetto del balcone da ‘Romeo o Giulietta’ ha importanza relativa in un’operazione come questa. Perché Shakespeare resta inafferrabile, nella quale caratteristica consiste la sua grandezza. Ugualmente, ogni tentativo condotto in tal senso non è mai improduttivo. Ogni volta, bene o male, è possibile cogliere come una ventata, un ‘odore’ irresistibile e vertiginoso. E’ la grande magia… In definitiva, ‘Shakesperiana’ suggerisce una delle infinite game ‘olfattive’ di questa magia. Vasco adotta modalità spartane (tre scale bastano a riempire la scena). Questa asciuttezza si coglie anche nei passaggi, talora bruschi, da un frammento all’altro. Buone le scelte musicali. Accanto a Vasco si muovono con generosità Luca Amoruso, Erika Laver e Antonella Radicci. Nel quarto anniversario della morte del più grande autore di tutti i tempi era giusto fargli omaggio. Per quanto, in verità, sembra che ogni giorni ricorra Shakespeare. Da molto tempo, e per una lunga serie di ragioni (alcune delle quali anche poco nobili), siamo sotto overdose shakespeariana. Il che torna a danno della moderna drammaturgia. E’ un lusso che il teatro può permettersi?

Italo Interesse

 


Pubblicato il 26 Ottobre 2018

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