Cronaca

“Il medico non deve curare solo l’aspetto fisico, ma anche quello morale”

L’undici di febbraio, oltre che memoria della Madonna di Lourdes, è la Giornata Mondiale del malato. Ne parliamo con un qualificato osservatore, il professor Filippo Maria Boscia, Presidente dei Medici Cattolici Italiani.

Professor Boscia, qual è il rapporto tra medico e paziente e come deve essere?

“Il rapporto tra medico e malato è un arco magico tra la fiducia del paziente nel medico e la responsabilità di questi, la capacità di dare risposte abili. E’ una relazione privilegiata che fa parte integrante del prendersi cura. In tutto questo, l’ammalato rassicurato nell’ aspro percorso dell’ infermità contribuisce a quella che si chiama eubiosi”.

Che cosa si chiede al medico?

“Non deve curare solo l’aspetto fisico, ma anche quello morale. In senso cristiano il medico opera come la figura del buon Samaritano. In quella parabola ci sono ben sette verbi: lo vide, si accostò, si chinò, lo medicò, lo sollevò, lo caricò sull’ asino che era l’odierna ambulanza, si prese cura di lui. Lo fece stando a contatto con lui, non dietro ad un computer o un plexiglas, fece quella che io chiamo la medicina dei cinque sensi. Questo piccolo grande miracolo può realizzarsi tutti i giorni, non solo tuffandosi nelle acque di Lourdes”.

Lei fa parte del Comitato anti eutanasia, perchè?

“Noi medici siamo e dobbiamo essere per la vita e non dispensatori di morte. Dobbiamo renderci conto che il paziente che chiede la morte spesso è un disperato, isolato, talvolta strappato agli affetti e all’ambito della sua famiglia e allora invoca la morte. Noi dobbiamo essere vicini a questo paziente umanizzando le rianimazioni, facendo in modo che il malato possa dire a qualche parente le parole mai pronunciate sino ad allora, le ultime parole. Se saremo capaci di questo, ovvero umanizzando la fine della vita, le richieste di eutanasia saranno minime. E’ disumano accompagnare il paziente al suicidio, bisogna invece accompagnarlo serenamente alla morte e noi medici non possiamo né dobbiamo essere obbligati ad assecondare questo indirizzo”.

Bruno Volpe

 


Pubblicato il 11 Febbraio 2022

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