Il meraviglioso viaggio attraverso la memoria di Barbe & Doucet
La fille du régiment in scena al Petruzzelli
“Dimenticanza è sciagura, mentre memoria è riscatto”, scriveva Anneliese Knoop-Graf. Un lavoro meticoloso quello svolto dalla regia di Barbe & Doucet che, attraverso una ricerca rigorosa del tempo storico in cui un’opera è stata concepita, tenta di rivelarne e aggiornarne le rovine di un’epoca precedente. Prevista per venerdì sera 8 novembre al teatro Petruzzelli la prima de La fille du régiment di Gaetano Donizetti, per la regia di André Barbe e Renaud Doucet, autori anche delle scene e dei costumi. Dirigerà l’Orchestra e il Coro del Teatro Petruzzelli Riccardo Bisatti, maestro del Coro Marco Medved. La regia dello spettacolo sarà ripresa da Florence Bas. A curare il disegno luci Guy Simard e i video Guido Salsilli:”In generale, come facciamo per ogni spettacolo che affrontiamo, abbiamo guardato a La Fille du régiment nel modo più tradizionale possibile, prendendo in considerazione la situazione storica in cui l’opera nasce. La cosa interessante, in questo caso, è che si tratta dell’epoca in cui il corpo di Napoleone è stato riportato a Parigi, agli Invalides, accompagnato da una forte ondata di patriottismo che in quella occasione si diffuse in Francia. Interessante sarebbe in questo caso riflettere su quanto un tiranno che viene riportato a casa, possa essere percepito come un salvatore dell’umanità ” spiega Renaud Doucet. Una partitura, quella di quest’opera, focalizzata sulla memoria, la storia sembra essere raccontata attraverso i ricordi di coloro che l’hanno davvero attraversata e vissuta. Molto importante la presenza e la focalizzazione di senso sugli oggetti presenti nell’allestimento, spesso ingigantiti per farne comprendere l’importanza rispetto a coloro che hanno vissuto quei momenti, è il punto di vista dei protagonisti ad essere raccontato attraverso gli occhi del cuore, i loro sentimenti. Sicuramente si affronta la tematica della guerra, del conflitto, ma in uno stile decisamente morbido e divertente. Perché è questo il grande miracolo dei ricordi, rendere le cose più leggere, spesso si tende a cancellare i pensieri negativi e a conservare quelli positivi. La nostra memoria è in genere orientata maggiormente ai momenti felici, invece che a quelli drammatici. Attraverso questa ‘memoria buona’ è stato possibile per i registi mantenere lo stile da commedia leggera, costruendo uno spettacolo che coinvolge gli spettatori ricordando loro che tutte le persone anziane un tempo sono state giovani, come specifica André Barbe :”È una storia bellissima e nonostante abbia un tono da commedia, abbiamo voluto esprimerne anche gli aspetti più commoventi, perché tutti noi abbiamo genitori o nonni, ma spesso dimentichiamo la preziosa eredità della loro vita passata e li abbandoniamo in luoghi come le case di riposo, dove talvolta perdono il contatto con i loro ricordi, oppure confondono il passato con il presente. Ad ogni modo abbiamo voluto creare uno spettacolo dai toni festosi dopo due anni di pandemia da Covid, la guerra intorno al mondo, i cambiamenti climatici… Insomma, quello di cui abbiamo bisogno ora è andare all’opera per sentirci felici e commossi allo stesso tempo.”
Rossella Cea
Pubblicato il 7 Novembre 2024