Cultura e Spettacoli

Il mestiere a teatro non sta solo in palcoscenico

Che folla al Nuovo Abeliano nell’ultimo fine settimana per la rassegna Actor, inserita nella stagione dei Teatri di Bari. Tre esauriti in due giorni. Era un pezzo che non capitava di vedere una doppia replica domenicale. Roba d’altri tempi. Ma si sa come funziona, il grosso nome ti riempie il cartellone,’tira’, schioda la gente dal divano, la distoglie dalla tirannia del piccolo schermo… Dobbiamo dire grazie a Michele Placido? Il suo ‘Serata d’onore’, un allestimento di Charlot srl, è esemplificazione di come ottimizzando le risorse e – perché no? – ricorrendo all’astuzia si può raccogliere il massimo risultato col minimo sforzo. Uno spettacolo che non è un concerto e nemmeno un recital, che non abbisogna di disegno luci, di costumi e scene. In un atmosfera informale ai limiti del casereccio, Placido ha letto con disinvoltura qualcosa da ‘L’uomo dal fiore in bocca’, ha interpretato in leggerezza il canto dell’Inferno che riguarda Paolo e Francesca e – ancora fuggendo dal pathos – ha declamato passi di Gozzano, Di Giacomo, De Filippo e altri autori. Il tutto inframmezzato dagli interventi di Anna Gargano (una ‘studiosa di poesia’, come è stata presentata, che ha impiegato le proprie competenze per recitare liriche di poeti e poetesse italiane) e dai brillanti stacchi musicali del duo Esposito/Saturno, impegnato col repertorio della canzone napoletana di tradizione. Un intrecciarsi di cose forse combinato lì per lì, forse no, che acuiva un senso di confidenza, di cose ‘alte’ portate a domicilio, ma in jeans e felpa invece che in doppiopetto. Una cosa assai apprezzata dal pubblico, che non ha lesinato applausi. Al termine, Placido e compagni apparivano rilassati. ‘Serata d’onore’ è di quegli spettacoli che non stremano gli interpreti. E meno che mai li stremano al momento delle prove. Quanto ci avrà messo Placido ad allestire questo spettacolo? Il mestiere in teatro non sta solo in palcoscenico. Ma nessuno s’illuda. Quella formula, che è in Italia è alla portata di molti altri teatranti, funziona solo se di mezzo c’è il Nome. Senza, la stessa minestra torna insipida. Per cui, chi abbia un nome comune, anche a parità di talento, se vorrà scansare gli sbadigli dovrà ripiegare su formule diverse, di quelle magari che ti portano via tre mesi di prove, che ti costano sei volte di più e che in assenza di buoni ‘venditori’ non vanno oltre una dozzina di repliche. – Prossimo appuntamento per la stagione dei Teatri di Bari, venerdì 17 e sabato 18 con ‘Acqua di colonia’ (compagnia Frosini/Timpano). Di e con Elvira Frosini e Daniele Timpano. ‘Acqua di colonia’ è uno spettacolo su un segmento di storia rimossa : il colonialismo italiano, cominciato alla fine dell’Ottocento e protrattosi sino alla seconda guerra mondiale.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 17 Novembre 2017

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