Decine di romanzi e film hanno illustrato l’ipotesi (affatto peregrina) che un grosso corpo celeste possa centrare la Terra e distruggerla o quanto meno mettere fine all’attuale civiltà. In un passato assai remoto il nostro pianeta ha patito più d’uno di questi oltraggi. La Storia può solo documentare la caduta di migliaia di ‘innocue’ meteoriti piovute sul nostro suolo e tutte originate dal fatto che gli asteroidi o meteore (corpi rocciosi di forma irregolare le cui dimensioni possono toccare alcune centinaia di metri) quando entrano in contatto con l’atmosfera si polverizzano per attrito ; quando non si disintegrano completamente e raggiungono il suolo si parla di meteoriti. Abbiamo pocanzi virgolettato la innocuità delle meteoriti poiché le probabilità di essere centrati e uccisi direttamente da un oggetto spaziale sono una su 1.600.000, assai meno che quelle di morire in un incidente d’auto (1/90), in un incendio (1/250), a causa di un tornado (1/60mila) o di un fulmine (1/135mila). Tuttavia… Nel 1667, come testimoniato da Manfredo Settala, uno scienziato vissuto tra il 1600 e il 1680, un meteorite grosso come un sasso uccise sul colpo un frate francescano della chiesa di Santa Maria della Pace, a Milano. Allo stesso modo – il 6 febbraio 2016, nel campus di un college privato nel distretto di Vellore, nel Tamil Nadu, in India – morì tale Kamaray, autista di un autobus. Stessa sorte sarebbe toccata nel 1992 ad un ragazzo ugandese se le fronde di un albero non avessero frenato la corsa del meteorite. Il 15 febbraio 2013 uno sciame di detriti cosmici preceduto da una gigantesca esplosione si riversò sull’abitato di Chelyabinsk, 1500 km da Mosca, ferendo circa 1200 persone e danneggiando tremila edifici. E ferita rimase pure la signora Ann Elizabeth Hodges (nell’immagine col marito). Sessantotto anni fa (era il 30 novembre 1954), ad Oak Grove, vicino a Sylacauga (Alabama) la donna stava riposando sul divano quando un meteorite, sfondando il tetto dell’abitazione, la colpiva, non gravemente, ad un fianco. Il fatto ebbe un seguito curioso : In un primo momento ‘sequestrato dalla polizia’, il frammento venne restituito al marito della donna solo dopo una lunga e costosa lite giudiziaria. A quel punto la proprietaria dell’immobile, Birdie Guy, la quale nel frattempo aveva provveduto a far riparare il buco prodotto dal meteorite, citò in giudizio l’inquilina per ottenere il meteorite, vendendo il quale contava di rifarsi del danno subito. Vinta la causa, la proprietaria mise il frammento sul mercato, senza però riuscire a trovare compratori (chissà quanto aveva chiesto). Alla fine risolse di svenderlo alla stessa Hodges per cinquecento dollari. Tornata in possesso del meteorite, la Hodges ne fece dono in un secondo momento all’Alabama Museum of Natural History, dove ancora oggi è conservato.
Italo Interesse
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