Cultura e Spettacoli

Il micro vulcano pugliese

Si chiamano geositi quei beni geomorfologici che caratterizzano un territorio e che presentano elementi di pregio scientifico e ambientale. In Puglia ne sono stati classificati più di quattrocento : Le Dune Fossili di Torre Canne, il Parco dei Dinosauri ad Altamura, la cava di bauxite di Otranto… Uno dei più interessanti è l’unico fenomeno di vulcanismo presente nella nostra regione. Stiamo parlando di un vulcano di fango che, all’insaputa dei più, è attivo sulla Murgia. Al pari di geyser, terme, fumarole, mofete, soffioni boraciferi, solfatare e bradisismi, i vulcani di fango rientrano nel vulcanismo secondario. Consistono in piccoli coni di fango alti da poche decimetri ad alcuni metri che eruttano argilla rammollita da acqua salso-bromo-iodica unita a metano e idrocarburi (bitume, per lo più). Il fenomeno è legato alla presenza di terreni argillosi poco consistenti, intercalati da livelli di acqua salmastra, che sovrastano bolle di gas metano sottoposto ad una certa pressione. Il gas attraverso le discontinuità del terreno affiora in superficie trascinando con sé sedimenti argillosi ed acqua che danno luogo ad un cono di fango, la cui sommità è del tutto simile ad un cratere vulcanico. Il vulcanello pugliese, dicevamo, si ‘leva’ nel territorio di Gravina, al confine con la Lucania (l’immagine che accompagna queste righe è stata scattata da Michele Parisi). Questo ‘edificio vulcanico, si presenta a forma tronco conica e a pianta vagamente ellittica (il diametro maggiore arriva a sessanta metri, quello minore a 35). Mutevole la morfologia di questo fenomeno, per cui, a seconda di come si dispongono le cose nel sottosuolo, la sua altezza può oscillare fra il metro e i quattro metri. Una ricchezza ambientale di tutto rispetto che meriterebbe attenzione. E invece è successo che più di una volta questo vulcanello sia stato raso al suolo. Perché? Un geosito così piccolo non può essere d’ostacolo agli interessi dell’agricoltura o della pastorizia. Se poi si teme che esso possa allargarsi, è pia illusione quella di soffocarlo facendoci passare sopra un bulldozer (il vulcanello si riformerà invariabilmente). Un gesto incosciente, oltre che esecrabile sul piano ambientale. Perché i vulcanelli possono anche esplodere. E non si pensi a qualche schizzo di fango caldo. Qualche anno fa a Macalube di Aragona, nei dintorni di Agrigento, due bambini morirono sotto gli occhi del loro padre, sepolti dal fango eruttato da una di queste montagnole. Il sopravvissuto raccontò di un pezzo di terra grande quanto un campo di calcio ribaltatosi prima che una colonna di fango alta quaranta metri si sollevasse per poi ricadere a sommergere i due innocenti.

 

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 5 Settembre 2017

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio