Il Ministero verifica la ‘soluzione definitiva’. E il tempo passa…
“Il ministero non ha la bacchetta magica, senza ricorrere a commissariamenti abbiamo dato a Bari una soluzione non definitiva, ma stabile. Stiamo adesso implementando la soluzione definitiva e abbiamo uno studio da fare, in modo che quando intraprendiamo un percorso non torniamo indietro. Sto facendo tutte le verifiche”. Così il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, interpellato a proposito delle risposte sul Polo della giustizia a Bari che gli è stata rivolta dal sindaco di Bari Antonio Decaro. A bene vedere, al netto da dichiarazioni, interviste e buoni proponimenti, anche il ministro/avvocato Bonafede prende tempo sulla ‘vexata questione’ sede unica della giustizia a Bari. Ben sapendo, almeno lui, che dei fondi destinati al capoluogo da via Arenula non è rimasto nulla. Niente di niente, brutto affare. “Ho sentito tante parole in questi mesi e non ho mai replicato perchè credo che la mia funzione sia di fare le cose – ha osservato ieri in ogni caso Bonafede, interpellato a margine di una audizione in Commissione Ecomafie – e si replica quando si ritiene che ci sia un contraddittorio costruttivo, non quando si ritiene che qualcuno vuol fare polemica. Non voglio dire che il sindaco Decaro non abbia a cuore la questione di Bari, è stato il primo a sollevarmela il giorno in cui ho giurato da ministro. Però il ministero non ha la bacchetta magica. Il sindaco sa che il ministro si sta impegnando perchè lo ha potuto constatare guardando con i suoi occhi, andando a vedere dove sono gli uffici di Bari adesso e ricordando dove si trovavano quando sono andato a Bari per la prima volta. E cioè nelle tende”. La lingua batte dove il dente duole: troppo facile rinfacciare a ogni piè sospinto la vergogna delle aule/tendoni prestate ai magistrati, come si fossero in un circo. E sempre a proposito di ‘dolori giuziari’, in questo caso i pesanti carichi di lavoro che frenano i magistrati ad occupare la sede di Bari, lo stesso Bonafede ha detto di rendersi conto “delle difficoltà. Sono in continuo contatto con gli uffici giudiziari di Bari, abbiamo mandato una ‘task force’, ma la situazione è che erano nelle tende – ha ribadito il Ministro alla Giustizia, senza pietà… – e ora sono molto contento di quello che abbiamo fatto, ma il bicchiere è mezzo vuoto, per quello che devo fare”. Sede unica della giustizia a Bari, insomma, si continua a tergiversare, promettendo di approfondire uno studio di fattibilità commissionato via Comune a Invitalia per una cinquantina di pagine piene zeppe di dati superati, forse già vecchie. Un’altra tappa di avvicinamento…al nulla? Come non ricordare che il SEnato, un anno e mezzo fa, aveva approvato un emendamento che introduceva nel Decreto Mezzogiorno la somma di 90 milioni di euro per l’edilizia giudiziaria, fondi che dovevano essere impiegati anche per l’edilizia giudiziaria a Bari? In tanti allora, correva l’estate 2017, a pavoneggiarsi come fa oggi Alfonso Bonafede, sulle ceneri della giustizia a Bari, nell’annunciare un’ulteriore iniziativa sul tema. “In attesa che la Città Metropolitana di Bari presenti al Governo il progetto di fattibilità realizzato da InvItalia, – spiegava al deputata piddì Liliana Ventricelli – sto organizzando un incontro a Roma con il ministro Orlando per approfondire lo studio, in prima battuta con il sindaco Decaro; quindi, con il coinvolgimento attivo dell’avvocatura e dei rappresentanti degli uffici giudiziari per siglare un protocollo tra Città metropolitana e Ministero. E’ una grande occasione e non possiamo sprecarla, bisogna evitare gli sprechi avvenuti in passato con locazioni passive ed immobili non all’altezza della situazione. Per questo ritengo importante giungere alla firma di un protocollo d’intesa che preveda reciproci impegni. Lo stato attuale è insostenibile e c’è la necessità, nell’immediato, di adibire allo scopo le caserme Milano e Capozzi”. E non contenta, l’On. Ventricelli ‘twittava’: “Bisogna chiudere una volta per tutte il problema dell’edilizia giudiziaria, sulla base dello studio di InvItalia: i fondi previsti dal Decreto Mezzogiorno sulla base dell’emendamento approvato al Senato potranno coprire una parte degli oneri della progettazione della nuova cittadella giudiziaria di Bari”. E intanto il tempo passa, tra roboanti dichiarazioni ministeriali, fondi milionari persi per strada e studi di fattibilità forse già vecchi e superati…peggio di così.
Francesco De Martino
Pubblicato il 20 Febbraio 2019



