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Il ministro Bonafede in visita alla tendopoli giudiziaria: “no” al commissario

ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede del M5S, la sua prima uscita pubblica da Guardasigilli la fa a Bari, dove si è venuto a rendersi conto di persona della vergognosa situazione in cui sono costretti ad operare magistrati, avvocati ed addetti di cancelleria della Giustizia penale dopo la dichiarazione di inagibilità del Palagiustizia di via Nazariantz ed il conseguente ordino di sgombro dell’immobile da parte del Comune. “Questo é il mio primo giorno da ministro” – ha esclamato Bonafede e continuando ha affermato: “Per me era doveroso iniziare questo percorso da Bari, perché Bari é la dimostrazione di una situazione della Giustizia oggettivamente precaria ed è la dimostrazione di come un ministro della Giustizia debba assolutamente, in una situazione del genere, metterci la faccia e far sentire a tutti gli operatori del diritto, giudici, avvocati, cancellieri, ai cittadini, agli imputati che hanno diritto alla difesa costituzionalmente garantita, una vicinanza non soltanto istituzionale, ma anche e soprattutto umana”. Il Guardasigilli, che a Bari ha incontrato i vertici degli Uffici giudiziari locali, oltre al sindaco Antonio Decaro e alcuni rappresentanti delle categorie professionali, ha poi pure commentato:“Non è concepibile che in uno Stato di diritto un ministro incontri una cancelliera che in lacrime gli dice ‘per favore aiutateci’. Non è concepibile in uno Stato di diritto che un ministro entri in una tenda dove giudici e avvocati, in un bagno di sudore, portano avanti le sorti della Giustizia di questo Paese. E’ evidente che la situazione attuale, oltre ad essere drammatica, è complessa perché tutti vorremmo trovare l’immobile perfetto immediatamente a fianco dove c’era il Tribunale e risolvere la situazione, però nessuno ha la bacchetta magica”.Inoltre, ha detto il ministro: “Sono stati individuati due immobili (ndr – l’ex sede distaccata del Tribunale di Modugno e un edificio in via Brigata Regina a Bari) che però non sarebbero certamente soddisfacenti rispetto alle esigenze di giustizia che ci sono anche in un’ottica emergenziale”. “Però è evidente – ha spiegato ancora Bonafede – che il Ministero ogni volta che trova una mezza soluzione in una situazione di emergenza la deve bloccare immediatamente per cercare di ambire ad una soluzione migliore”. “Nella riunione che si è tenuta oggi – ha anche spiegato il neo-ministro della Giustizia – sono emersi eventuali altri immobili a Bari che potrebbero accogliere meglio il Tribunale e gli Uffici giudiziari”, precisando: “Approfondiremo, ormai non viaggiamo più con scadenze di settimane, ma viaggiamo con scadenze di giorni e di ore. Entro lunedì-martedì avremo risposte su altri eventuali immobili e sulla percorribilità di altre situazioni. Se arriverà offerta su un immobile il Ministero metterebbe tutte le risorse necessarie per poter effettuare l’eventuale trasloco in tempi brevissimi. E quando dico tutte le risorse necessarie, intendo dire che il Governo prende Bari come priorità da affrontare”. Ciò che invece Bonafede ha escluso con certezza è la nomina di un “commissario di Governo”, come voleva ed aveva chiesto nei giorni scorsi il Primo cittadino barese, per fronteggiare l’emergenza con poteri e metodi discrezionali in deroga alle procedure. Deroga – come è noto  negata financo dal precedente Guardasigilli, Andrea Orlando, dello stesso partito di Decaro, il Pd. Infatti, sarebbe stato davvero paradossale che a gestire in emergenza, per di più con poteri assolutamente discrezionali, l’individuazione di uno o più immobili in cui ospitare la nuova sede delle Aule ed Uffici giudiziari penali baresi, oltre che di tutte le operazioni di adeguamenti logistici e trasloco, fosse stato lo stesso Decaro, che aveva chiesto al suo collega di partito Orlando la nomina del commissario, pensando forse di poter ottenere per se stesso per quell’incarico, mentre – a detta di alcuni operatori e cittadini – “da sindaco è sicuramente uno degli ultimi corresponsabili della vergognosa situazione in cui versa l’edilizia giudiziaria cittadina”. Quindi, forse bene ha fatto il neo-ministro ha spiegare: “Io non sono contrario  alla normativa d’urgenza, però sono contrario alla politica emergenziale che individua un soggetto plenipotenziario che poi prende in mano la situazione e fa tutto lui. Questa situazione del commissario avviene di fronte all’inerzia del ministro”. “Siccome il ministro non è al momento inerte – ha sottolineato Bonafede – io ci metto la faccia, mi prendo la responsabilità di guidare questo percorso, anche con la normativa d’urgenza quando sarà necessario. Ma non è necessario nominare qualcun’altro. Ci sono io e intendo poter guidare la situazione personalmente”. Il neo-Guardasigilli ha inoltre preannunciato che nelle prossime ore valuterà se, con un decreto legge, si può intervenire immediatamente per sospendere i termini (ndr – processuali) e, quindi, per poter smantellare le tende, attualmente indispensabili, perché nelle tende ci svolgono udienze di rinvio che sono necessarie ai fini della non decadenza dai termini processuali. Nell’incontro avuto nella tendopoli il Guardasigilli, rivolgendosi a magistrati, avvocati ed operatori delle cancellerie, ha pure dichiarato: “Devo dire che la situazione è veramente impossibile. Il mondo del diritto e della Giustizia vi è grato per quello che state facendo e per la dedizione che state dimostrando”. Per cui ha affermato Bonafede: “Vi ringrazio di essere qui e di continuare a lavorare nonostante la situazione. Adesso cercheremo di intervenire”. “Sono venuto qua – ha continuato il ministro – per capire di persona e sudare”, viste le temperature davvero elevate che ci sono nelle tende. Quindi, “vi chiedo di rimanere tutti compatti – ha concluso il neo Guardasigilli – perché insieme, secondo me, ce la facciamo. Grazie a nome della Repubblica italiana”.Una nota polemica, non tanto nei confronti del ministro Bonafede quanto del sindaco di Bari, è pervenuta dal penalista e deputato barese Francesco Paolo Sisto di Forza Italia, che a riguardo della presenza nel capoluogo del neo-Guardasigilli ha dichiarato: “La visita di Bonafede a Bari non si riduca solo a una passerella da ‘Mister Giustizia 2018’. La tendopoli al Palagiustizia non fa solo ‘impressione’, come ha avuto modo di constatare il ministro: é una situazione grave, indegna di un Paese civile, che compromette l’attività giudiziaria e con essa i diritti fondamentali dei cittadini”. “Le pacche sulle spalle – ha proseguito Sisto nella nota – non servono”, perché “è necessario prendere provvedimenti immediati su quella che è una vera e propria emergenza”. E poi l’affondo polemico di Sisto con i responsabili politici locali della situazione odierna della Giustizia a Bari, affermando: “Così come ci aspettiamo che chi ha causato la situazione attuale si assuma le proprie responsabilità. Per questo è paradossale la presenza alla visita del Ministro del sindaco Decaro dopo che il Comune, per anni, si è opposto al progetto di realizzazione di quella cittadella giudiziaria che oggi avrebbe evitato questo scempio”. Infatti, come si ricorderà, negli ultimi 14 anni il Comune di Bari da prima si strenuamente opposto al Polo unico della Giustizia (quello – per intenderci – progettato dall’impresa parmense Pizzarotti), asserendo di prediligere la “soluzione Arcipelago” al quartiere Libertà, dove il Comune aveva già speso circa sei milioni di Euro di progettazioni per la realizzazione del secondo Palazzo di Giustizia in corso della Carboneria. E questo quando era sindaco Michele Emiliano. Mentre dopo, con l’elezione, nel 2014, di Decaro a Primo cittadino, il Comune è stranamente e paradossalmente ritornato sulla soluzione “Polo giudiziario unico”. Però, alle ex Casermette di Carrassi e non più al tondo di Carbonara, dove almeno dal punto di vista delle infrastrutture viarie esistenti sarebbe stato forse logisticamente già meglio; e, quindi, abbandonando la tanto precedentemente decantata “soluzione Arcipelago” al Libertà, oltre ai sei milioni di Euro di denaro pubblico mandati definitivamente “in fumo” per i costi di progettazione già sostenuti dal Comune di Bari. Sisto ha poi concluso la sua nota polemica con Emiliano e Decaro affermando: “Ora, comunque, è il momento di agire, abbandonare ogni retorica e verificare se il tanto osannato governo del cambiamento non sia tale solo di facciata”. E questo è sicuramente ciò che evidentemente si augurano tutti a Bari, dai magistrati, avvocati e funzionari di cancelleria finoa semplici “cittadini”, che in ogni Stato di diritto – come è noto – sono realmente garantiti solo se il “sistema giudiziario” funziona con efficienza.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 8 Giugno 2018

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