Cronaca

Il ministro “renziano” Delrio spera nel “sì” del governatore Emiliano

 

Non sarà una partita facile in Puglia quella dei comitati del “Sì” al referendum costituzionale del prossimo autunno. Infatti, nella nostra regione alle partite politiche di rilievo nazionale, ossia alle elezioni politiche per il rinnovo di Camera e Senato, dal 1994 in poi ha sempre prevalso il centrodestra. Financo nell’ultima consultazione politica, quella di febbraio 2013, quando a contendersi la partita c’era anche la lista del ‘Movimento 5 Stelle’, il centrodestra in Puglia è riuscito ad avere la meglio, mentre il centrosinistra fece addirittura peggio dei “grillini” e solo grazie al premio di maggioranza per la Camera, conseguito a livello nazionale, riuscì ad ottenere a livello regionale più seggi dei penta stellati e del centrodestra, mentre per il Senato, dove il premio di maggioranza era a livello regionale, il risultato fu nettamente a favore del centrodestra. Quindi, considerato che tutto il centrodestra (tranne la sparuta frangia di Ap-Ncd ed Ala che non sa neppure cosa faranno effettivamente fino alla fine per il referendum costituzionale) ed il M5S sono decisamente per il “No”, non è difficile immaginare che per i referendari del “Sì”, come i “renziani” pugliesi del Pd e, in particolare, il sindaco di Bari Antonio Decaro, la partita sarà tutt’altro che semplice da vincere in Puglia. Se a ciò si aggiungono le incertezze presenti all’interno del Pd pugliese per il “Sì” al referendum costituzionale derivanti dall’incertezza su cosa deciderà di fare il presidente della Regione, Michele Emiliano, e dalla quasi certezza per il “No” della minoranza interna al Pd, che in Puglia può ancora contare su un nutrito fronte che fa capo ad un ex leader pugliese e nazionale del partito, del calibro di Massimo D’Alema, allora le previsioni di sconfitta del “Sì”, almeno a livello pugliese, sono più che probabili. Da non dimenticare, poi, che la Puglia, essendo per numero di elettori la 5° o 6° regione a livello nazionale, e quindi per importanza, è possibile che un risultato pugliese nettamente a favore del “No” possa anche diventare determinante su scala nazionale, in caso di una risultante situazione di sostanziale equilibrio che potrebbe emergere nell’insieme da tutte le altre regioni italiane. E per questo che suscita grande interesse ed attenzione, tra gli addetti ai lavori, la scelta che farà il governatore pugliese per il referendum costituzionale del prossimo autunno, a prescindere da fatto se Emiliano tenterà o meno di assurgere a leader nazionale del partito al prossimo congresso del Pd. Ma vediamo a questo proposito quale potrebbe essere lo scenario conseguente alle due possibili opzioni, per l’ex segretario Pd di Puglia, nonché governatore. Nel caso di una vittoria pugliese del “No”, con Emiliano schierato a favore del “No” si rafforzerebbe notevolmente a sua posizione di antagonista nazionale di Matteo Renzi  all’interno del Pd e, prescindendo dall’esito nazionale della consultazione, diventerebbe sicuramente un affidabile e probabile catalizzatore di tutte le anime “anti-renziane” presenti nel partito. E ciò anche nel caso in cui l’esito nazionale del referendum costituzionale fosse a favore del premier-segretario. Se invece l’esito nazionale fosse addirittura sfavorevole a Renzi, allora l’ascesa di Emiliano a leader nazionale del Pd al prossimo congresso sarebbe quasi scontata, se non inevitabile. Nel caso, invece, di una vittoria pugliese del “Sì”, con Emiliano anche a favore della riforma costituzionale renziana, il governatore pugliese riuscirebbe sicuramente ad ammorbidire e smorzare le conflittualità che finora lo hanno visto in polemica con il premier, ma di certo non potrebbe mai conquistare alcuna leadership nel partito a livello nazionale, ma forse neppure quella di “renziano” in Puglia, visto che il rapporto privilegiato con il premier nella nostra regione è già appannaggio del Primo cittadino barese, Decaro. Anzi, in quest’ultimo caso si rafforzerebbe ancor più la posizione di Decaro con Renzi, perché il merito principale del successo del “Sì” in Puglia ricadrebbe proprio su Decaro, oltre a quello interno al Pd, ancor più eclatante, di essere riuscito a rendere politicamente innocuo, e quindi irrilevante nel referendum costituzionale, il governatore pugliese. Da non dimenticare, infatti, che al referendum sulle trivelle dello scorso Aprile il presidente Emiliano è riuscito a far risultare la Puglia la seconda miglior regione in assoluto per la vittoria dei “Sì” all’abrogazione del testo legislativo oggetto della consultazione popolare. Una vittoria, come è noto, vanificata soltanto dal mancato raggiungimento del quorum a livello nazionale. Diversamente è la situazione per il referendum costituzionale confermativo o di rigetto della riforma, perché – come è pure noto – in questo tipo di consultazione non c’è alcun quorum da raggiungere. A questo punto è fin troppo evidente il motivo per cui il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Graziano Delrio del Pd e “renziano doc”,  intervenuto giovedì sera al festival polignanese de “Il libro possibile, commentando  l’eventualità che il presidente della Regione Puglia possa schierarsi al fianco del premier Renzi nella campagna a favore della riforma, ha affermato: “Avere il governatore della Puglia Michele Emiliano nel comitato per il Sì al referendum? Lo spero. E’ un invito che gli facciamo. Glielo chiederò”. Un auspicio, questo, non solo di Delrio e Renzi, visto che il ministro delle Infrastrutture e Trasporti ha parlato di invito fatto al plurale ( sottolineato da “gli facciamo”), ma soprattutto del sindaco Decaro, sicuramente, che dopo per il referendum costituzionale del prossimo autunno non potrà più “giocare” su alcun equivoco, come ha invece fatto per quello dello scorso Aprile sulle trivelle, dove dichiarò che, contrariamente all’indicazione di diserzione al voto di Renzi, si sarebbe recato comunque alle urne, ma solo per depositare scheda bianca. E, come è noto, a quella consultazione referendaria nei seggi del capoluogo le schede bianche furono poco più di trecento in tutto. Ovvero meno di quelle nulle che complessivamente per gli stessi seggi furono circa quattrocento, mentre i “Sì” allo stop alle proroghe estrattive perorati da Emiliano dilagarono. Quindi, al prossimo referendum, in caso di posizioni divergenti tra Emiliano e Decaro, si tratterà di vedere non soltanto quale delle due posizioni prevarrà, ma soprattutto di capire chi di questi due esponenti locali del Pd è in grado di mobilitare davvero il partito in Puglia e, soprattutto, di ottenere risultati. E questo servirà verosimilmente anche a Renzi per stabilire il da farsi in Puglia nel partito. Ma soprattutto nella sua area.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 9 Luglio 2016

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio