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“Il mio sogno? Essere alla guida della città di Bari”

 
 
Ninni Cea, coordinatore delle opposizioni, da 15 anni riveste cariche al Comune di Bari. Dapprima come Assessore, durante il mandato di Di Cagno Abbrescia, successivamente come capogruppo di Forza Italia, fino a rivestire la carica attuale. Ora, sulla base dell’esperienza oramai acquisita, si sente pronto a rivestire altri ruoli, “sarei un’ipocrita se negassi che mi piacerebbe essere alla guida di Bari”.
Da 15 anni rivesti cariche al Comune, hai mai pensato di fare un salto di qualità?
L’esperienza è stata oramai acquisita. Responsabilmente e obiettivamente mi sento preparato ad assumere altri ruoli.
Come ti vedi in un prossimo futuro?
La mia visione sarebbe fin troppo individualista e va calata in un lavoro di squadra e in un contesto di partito. Mi sento preparato a qualunque tipo di impegno, forte di quest’esperienza amministrativa e politica, oramai acquisita. Mi auguro di aver seminato anche bene tra i miei concittadini.
In occasione dei consigli comunali, hai rivolto diverse accuse al Sindaco Michele Emiliano. Quale è l’accusa più pesante che gli rivolgi?
Lui ha costruito una città virtuale. Nel libero pensiero dei concittadini baresi, è riuscito ad inculcare l’idea di una città trasformata, di una città diversa. Dissento completamente da questa convinzione, poiché non trovo, nell’operare del Sindaco, questa trasformazione cittadina, sia qualitativamente parlando, sia per quanto concerne le opere pubbliche. Ne sono assolutamente convinto. Non credo che questa città, con Emiliano, abbia avuto un buon Sindaco, amministrativamente parlando.
Vi hanno più volte accusato di non saper fare opposizione. Come coordinatore delle opposizioni, cosa puoi dire a tua discolpa?
Sono aperto a tutte le critiche, anzi per me sono uno spunto di riflessione ed è giusto così. A chi ci dice che non sappiamo fare opposizione, io gli rispondo che in Italia, ahimè, siamo tutti dottori, ingegneri, medici, avvocati, quindi sappiamo giudicare, pur non rivestendo quel determinato ruolo. Quindi, mi piacerebbe avere anche dei consigli su come si fa opposizione. Noi siamo pronti a recepire qualsiasi suggerimento. In questo contesto, stiamo facendo il massimo di quello che si possa fare, stiamo scavando tra delibere e determine e stiamo facendo opposizione soprattutto in aula consiliare.
Riuscite facilmente a trovare un accordo all’interno dell’opposizione stessa?
Sì, non abbiamo delle disparità di vedute e di indirizzi. Certo, qualche volta è capitato che ci fosse qualche linea non condivisa. Ma è giusto che ognuno dica la propria e che rispetti l’opinione altrui. Quello che è accaduto nel passato, non credo si ripeterà più, poichè ormai siamo coesi. Chi doveva andar via, lo ha già fatto.
E come speri che sia Bari tra 10 anni?
Una città completamente trasformata, che sappia acquisire ricchezza e che sappia dare lavoro ai concittadini, attraverso lo sfruttamento delle proprie bellezze, a cominciare dal mare. Mi auguro di vedere Bari, una città turistica, non solo sulla carta, attraverso opere di riqualificazione sia a nord che a sud della città. Abbiamo una costa bellissima, che andrebbe valorizzata e sfruttata al massimo. Questo è possibile con il coraggio delle proprie scelte e grazie a persone che sappiano investire realmente nei giusti interventi.
Quali sono i tuoi sogni nel cassetto?
Penso di poter dare un ottimo contributo alla città di Bari e il mio sogno è proprio quello di poter, un domani, aver trasformato la mia città. Sarei un’ipocrita se negassi che mi piacerebbe essere alla guida di Bari. E’ una sfida che accetterei volentieri, sulla base soprattutto di una grande esperienza e perché so di potermi avvalere di un’ottima squadra di amici. Ci sono anche presupposti per lavorare bene insieme. Ma ora dobbiamo attendere gli eventi, poiché viviamo, politicamente parlando, un momento di grande incertezza. Non sappiamo se ci saranno le elezioni anticipate, è tutto un divenire. Bari ha bisogno di una svolta radicale, sia culturale che amministrativa.
Nella politica si è molto esposti al  giudizio altrui. Quanto, questo giudizio, conta per te?
I giudizi altrui ti aiutano a crescere. Quelli che ho ricevuto in maniera equa, li ho accettati tutti, sia quelli positivi che quelli negativi. Non sopporto quei giudizi dati senza un minimo di conoscenza e consapevolezza, quelli per la verità, non li ho mai condivisi né nella mia vita privata, né tantomeno in quella politica.
Il tuo successo più grande?
La gratificazione nella mia professione. Sono un avvocato e molto spesso mi sono ritrovato a risolvere problemi molto grandi. Politicamente i successi, così come vengono vanno via, quindi in politica è meglio non vivere di successi, bisogna dimenticarli appena arrivano.
La tua sconfitta più grande?
Il fatto di non avere ancora una certezza in ambito politico, di un partito che possa avere delle direttive e delle linee guida. Mi dispiace molto e ne soffro parecchio.
All’inizio della tua carriera politica, ti sarai sicuramente prefissato degli obiettivi. Sei riuscito a raggiungerli? E cos’altro ti manca?
Onestamente sono convinto che avrei potuto immaginare dei traguardi maggiori, questi non sono arrivati. Evidentemente ci sono stati movimenti politici, che hanno chiesto un sacrificio da parte mia, che io ho serenamente accettato, credendo fermamente in quell’idea. Sono stato Assessore per cinque anni, con Di Cagno Abbrescia, sono stato capogruppo di Forza Italia, sono coordinatore delle opposizioni. Ho rivestito dei ruoli importanti e spero che il mio modus operandi sia condiviso, anche dalla gente comune.
Qual è un aspetto di Ninni Cea che non si conosce?
Non possono conoscere tutto di me, specialmente della mia vita privata. Trascorro molto tempo in città, tra le strade, all’aperto. Qualche mattina passo dal bar per un caffè e, a volte, mi meraviglio che la gente mi riconosca. Durante la mia giornata mi divido tra studio e Comune, quindi aspetti particolari non ce ne sono. Conduco una vita serena e normale e penso che molti si rivedano nel mio stile di vita.
Com’ è il tuo rapporto con i cittadini baresi?
Molto aperto e molto disponibile. Sono sempre corretto e cerco di aiutare le persone. Sono molto chiaro e consiglio loro di non farsi raggirare. Non sono ancora capace di fare miracoli e sono molto chiaro con i concittadini che mi chiedono cose, per me impossibili.
La politica cambia le persone?
Sì, moltissimo. Il protagonismo è una patologia strettamente legata alla politica. E’ quella malattia che ti fa spostare il centro dell’attenzione, da quelli che sono i problemi della città e dei cittadini, su te stesso e sulle tematiche dell’apparire. E non penso sia giusto.
Ninni Cea padre e marito….
Questo lo dovrebbero dire i miei figli e mia moglie. Tutto quello che faccio è in funzione loro. Cerco di trasmettere dei sani valori e dei sani principi, far capire loro che la vita è fatta di binari dritti, senza interruzioni superficiali e frivole. Sono molto attento alle loro esigenze e cerco di essere sempre presente. E a volte, io e mia moglie, facciamo sacrifici per offrire loro tutto quello di cui hanno bisogno. Con mia moglie penso di essere un buon marito, siamo sposati da 26 anni e ho avuto la fortuna di trovare una donna molto equilibrata, una persona che ama la casa e la famiglia e che crede molto nei valori e tutto questo contribuisce ad un matrimonio sereno.
Qual è il senso della vita per te?
Credo che la vita vada vissuta, perché si vive una volta sola. Bisogna essere sempre molto vicini alle persone più deboli e disagiate, gente che per davvero non riesce ad arrivare a fine giornata. E la cosa più triste è che tra questa gente disagiata, c’è chi disagiato non lo è. E’ qualcosa che provoca tanta amarezza, perché quando si arriva a trarre benefici, pur sapendo che non si avrebbe il diritto di ottenerne, si ha la prova evidente della caduta dei valori italiani.
 
Nicole Cascione
 
 
 
 
 


Pubblicato il 30 Gennaio 2012

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