Il miracolo di Woodstock
Il più celebre documento dell’evento di Woodstock, di cui quest’anno ricorre il cinquantenario, resta l’omonimo docu-film di Michael Wadleigh. In parallelo esiste una montagna di scatti fotografici. Quelli di qualità non superano il mucchietto. Tra questi spicca la firma di Baron Wolman, all’epoca già affermato (era capo-fotografo della rivista Rolling Stone). Gli scatti di Wolman si distinguono per il fatto che il suo occhio non cerca solo le star sul palco o dietro le quinte ma si sposta su quello che fu il vero protagonista dello storico Festival : il pubblico, quella folla strabocchevole che stupì gli organizzatori, che spinse alla disperazione gli abitanti di una cittadina altrimenti destinata a restare nell’anonimato, che mise alle corde forze dell’ordine impreparate. La foto che accompagna queste righe illustra meglio di qualunque altra lo spirito con cui il ‘popolo’ di Woodstock si accostò al primo grande rito collettivo della storia del rock. Quale atmosfera in quei tre giorni : strade intasate, gente arrivata con ogni mezzo, pacifico groviglio di corpi davanti al palco e a notte tutti a nanna dentro sacchi a pelo, auto, baracche improvvisate e sesso libero senza oscenità, senza pregiudizio (anche senza precauzioni). Uno spirito fresco e sereno aleggiò per tre giorni a Woodstock, ovvero tutto il contrario di quello sottilmente cupo e potenzialmente pericoloso che segna i grandi appuntamenti rock di oggi. Malgrado tutte le misure di sicurezza che si potrebbero adottare, un concerto di Sting viene considerato in partenza ‘evento a rischio’, potrebbe anche essere annullato. A Woodstock, dove di programmato ci fu ben poco, tutto si svolse all’insegna dell’improvvisazione e della spensieratezza. Bilancio : nessun incidente, neanche il più lieve. D’accordo, cinquant’anni fa le frizioni sociali non erano alte, ma erano quelli i giorni delle cartoline precetto-precetto platealmente bruciate davanti alla Casa Bianca per testimoniare il proprio ‘no’ alla guerra in Vietnam. Teoricamente a Woodstock la situazione poteva degenerare, dare vita a disordini e danni, a feriti, forse a morti. Invece avvenne il miracolo. Le foto di Wolman testimoniano questo miracolo. Chi ne abbia curiosità, non ha che da recarsi a Taranto, dove dal 2 al 6 giugno parte di questi scatti è in esposizione nella sede universitaria della città vecchia. “Woodstock & Hendrix : The revolution. Fotografie di Baron Wolman e Donald Silverstein’, questo il titolo dell’esposizione, rientra nella nuova edizione del Medimex Festival e Music Conference. promosso da Puglia Sounds in esclusiva con Ono Arte. Come recita il titolo, l’esposizione si arricchisce anche di alcuni scatti, realizzati in studio, che Donald Silverstein riservò a Jimi Hendrix. Altri scatti riservati al grande chitarrista statunitense ancora a firma di Silverstein saranno visibili al Museo Internazionale MarTa. L’ingresso è libero.
Italo Interesse
Pubblicato il 1 Giugno 2019