Cultura e Spettacoli

Il misterioso barese di Corfù

 

Sbarcarono in ventuno alla foce del fiume Neto, vicino Crotone. Avevano preso il mare nel sogno di sollevare la Calabria ed avviare la liberazione del Regno delle Due Sicilie (in un rapporto si parla di “un mediocre numero di persone abbigliate alla militare, introdottesi… col disegno di perturbare la pubblica quiete”). Ma, traditi e affatto assecondati dalla popolazione locale, furono sopraffatti in uno scontro a fuoco con la Guardia Civica. Dei ventuno, due caddero e altrettanti sfuggirono alla cattura. I restanti vennero i processati da un Corte Marziale. In sette andarono davanti al plotone d’esecuzione : la fucilazione avvenne nel Vallone di Rovito, nei pressi nel centro storico di Cosenza, da sempre luogo deputato all’esecuzione delle sentenze di morte. Tra questi sventurati erano Attilio ed Emilio Bandiera. Era il 25 luglio 1864. I due fratelli erano partiti all’inizio dello stesso mese da Corfù, che all’epoca per effetto del Trattato di Parigi del 1815 era un protettorato britannico. Nell’isola greca i Bandiera avevano una base dell’Esperia, la società segreta da essi fondata nel 1841 e il cui fine era il conseguimento della libertà e dell’unità nazionale senza pregiudiziali monarchiche e repubblicane. Tale base era stata allestita con l’ausilio del barese Vito Infante. Chi era costui? Non certamente una figura di spicco, per esempio un armatore, un agente di cambio o un rappresentante diplomatico. Di qualche mezzo, professionale al centro di una fitta rete di relazioni sociali. Probabilmente aveva voce all’interno dell’Esperia. Voce che dovette far sentire in occasione della sciagurata decisione dei Bandiera di tentare comunque l’azione confidando unicamente nella risposta della popolazione calabrese (in precedenza i due fratelli avevano già provato a innescare la rivolta nel Mezzogiorno ma quando si resero conto d’essere circondati da spie si erano rifugiati a Corfù, dove era raccolto un manipolo di esuli). Il fatto che da Corfù presero il mare appena ventuno persone fa immaginare una tempestosa riunione in un retrobottega conclusa con un ordine del giorno che espelleva i dissidenti dall’Esperia. Il nostro barese era tra costoro? Non lo sapremo mai. Sappiamo solo ciò che le fonti ci hanno consegnato : Ridotti a un pugno d’uomini, costretti a dimostrare di avere ragione e condannati dallo spirito romantico del tempo, i Bandiera e gli altri si imbarcarono, forse in cuor loro consapevoli d’essere uomini già morti. – Nell’immagine, la fucilazione dei fratelli Bandiera in una stampa d’epoca.

Italo Interesse


Pubblicato il 15 Marzo 2018

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