Il misterioso “paesino” pugliese
Nel 2012 New Compton Edizioni ha pubblicato ‘101 misteri della Puglia che non saranno mai risolti’ di Rossano Astremo, un giovanissimo scrittore nostrano (Grottaglie, 1979). Nella pagina di quella pubblicazione dedicata alle case infestate da presenze negative si apprende di una strage “accaduta a Fallacara, paesino nei pressi di Triggiano”. In questo ignoto centro abitato nel febbraio del 1975 un pacifico muratore, tale Filippo di Cosola, colto da un raptus, avrebbe ucciso la moglie e cinque dei sei figli… Mah. A Triggiano esiste l’ospedale Fallacara ; nei suoi dintorni però nessuno ha sentito parlare di una contrada o di una località Fallacara e tanto meno dell’omonimo e preteso ‘paesino’. E’ vero però che negli anni settanta un gravissimo fatto di sangue turbò la quiete di Triggiano. Era la notte del 23 maggio 1970 quando un trentatreenne contadino di Triggiano, Raffaele Di Gregorio, in un appartamento di via Dante, sopprimeva a colpi di scure, mentre dormivano, la moglie Maria e i figli Cosima, Michele e Lucia (si salvò solo Lorenzo, in quei giorni in collegio). Compiuta la strage, il Di Gregorio cercava di suicidarsi con una coltellata al basso ventre ma non avendo il coraggio di colpirsi a fondo si consegnava ai Carabinieri dopo aver vagato per le strade del paese. Interrogato, si giustificò dicendo che sospettava della fedeltà della moglie. Non volendo però che i bambini rimanessero senza madre, li aveva uccisi. Secondo i vicini, tra i coniugi, sposati da dodici anni, non esistevano motivi di dissapore. Persino nelle ore che avevano preceduto la tragedia nessuno aveva colto segnali premonitori. I Di Gregorio, messi a letto i bambini, si erano attardati a vedere la tv insieme ad un vicino di casa, Alessandro Tatone, il quale confermò dopo, in sede d’istruttoria, di non aver notato alcunché d’anormale fra i coniugi. Nel pomeriggio del giorno precedente la strage i De Gregorio stavano valutando l’opportunità dell’acquisto di alcuni mobili ; della quale intenzione avevano messo a parte una parente. Nulla insomma faceva presagire il bagno di sangue… Tornando al libro di Astremo, forse il ‘suo’ delitto avvenne in un appartamento di via Suor Francesca Fallacara in quel di Triggiano?… Le due vicende presentano evidenti analogie : moglie e figli uccisi, il figlio superstite, la condotta irreprensibile primo dello scoppio di furore, la modestia dell’habitat sociale… Resta però il fatto che neanche oltre i confini regionali esiste un centro abitato che si chiami Fallacara. Astremo ha sicuramente confuso nomi e vicende. Cose che succedono quando si prende per oro colato quanto si spara in Rete, dove fra omissioni arbitrarie, errori di battitura e invenzioni di sana pianta c’è di che equivocare (e fare brutte figure).
Italo Interesse
Pubblicato il 21 Luglio 2016