Cultura e Spettacoli

“Il mistero del Natale nell’iconografia bizantina”

” Il mistero del Natale nella iconografia bizantina” è il tema di un interessante incontro conferenza tenutosi nello scorso fine settimana presso la parrocchia San Carlo Borromeo di Bari su iniziativa dell’ottimo parroco don Marco Simone. Relatore è stato un ospite di eccezione, teologo di gran prestigio, docente, diacono di rito cattolico bizantino, autore di icone, incardinato nella eparchia di Lungro (ma barese di nascita) Antonio Calisi, lo abbiamo intervistato a margine.

Diacono Calisi, perchè questo tema tanto suggestivo?

“Don Marco Simone ha voluto esaminare questa festa nell’ ottica orientale e in particolare secondo  l’iconografia. M piace sottolineare che diversamente dal rito cattolico romano, quello orientale si avvale quasi di giochi antinomici, ad esempio colui che sedeva alla destra del Padre ora giace in una mangiatoia con la madre, colui che è eterno entra nel finito, colui che nutrito il popolo con la manna ora si nutre della mammella della mamma. Spesso sentiamo parlare con stupore di Dante che ha esaltato queste antinomie, in realtà sono state prese di peso dalla liturgia bizantina orientale cattolica, insomma per essere chiari Date ha copiato, giocando sul ruolo vergine madre, o figlia del tuo figlio”.

Iconografia…

“Ho esibito come iconografia natalizia il Menologhion di Basilio II, imperatore, un dipinto del 1000 depositato presso gli Uffici Vaticani. Attraverso la iconografia bizantina si riflette adeguatamente sia sulla Vigilia che sulla festa propria del Natale. Tuttavia, ed ecco la novità, il mondo bizantino e quello orientale nel particolare attribuiscono alla Pasqua maggior importanza liturgica e teologica anche se il legame tra Pasqua e Natale è forte. Per esempio se andate in Grecia a Pasqua troverete lo stesso entusiasmo che vedete qui a Natale, cose che invece nel mondo occidentale non accadono. Insomma, nel mondo e nella iconografia bizantina, la festa delle feste è la Pasqua. Se vogliamo nella iconografia natalizia bizantina ci sono già dei riferimenti alla Pasqua, pensiamo al bimbo nelle fasce che ricorda la sepoltura di Cristo fasciato, o le bende nel sepolcro che Pietro e Giovanni nei racconti della Pasqua videro e credettero. Insomma, l’iconografia bizantina da questo puto di vista è più legata alla Pasqua rispetto a quella cattolico- romana”

Quanti sono a Bari i fedeli di rito cattolico-bizantino?

“Un migliaio. E vi è forte interesse specie tra i giovani, la nostra liturgia che è cattolica a tutti gli effetti, lega cielo e terra, angeli e santi, terreno e celeste. La divina liturgia si svolge tutta in piedi e non vi è posto a sedere e il celebrante è rivolto ad oriente, cioè banalmente di spalle al popolo per adorare Colui che viene, la luce l’ Oriente. Da questa angolazione è possibile dire che vi sia grande spinta al senso del sacro con largo uso di incenso. Questa liturgia è attribuita a San Giovanni Crisostomo che fece affluire elementi della liturgia di Antiochia e senso del sacro”.

Qual è il saluto liturgico natalizio?

“Cristo è nato e la risposta è: glorificalo, nella vita di ogni giorno. Il Natale ci ricorda due misteri: la Natività nella carne del Signore e che si è incarnato per le opere umane”.

Il rapporto con Maria?

“Strettissimo, con lei esiste una iperdulia, cioè una venerazione filiale nella quale riconosciamo la Madre di Dio divinizzata dallo Spirito Sato sin dai tempi di Anna e gode tra tutte le creature di un legame con Cristo:”.

L’Akatistos?

“Lo eseguiamo generalmente nei venerdì di Quaresima e nelle feste mariane”.

Bruno Volpe


Pubblicato il 20 Dicembre 2022

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