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Il Municipio di Palese e Santo Spirito promotore di assistenza sociale a spese dei privati

La “beneficenza” è un atto nobile e generoso che fa sempre onore a chi dona. A condizione, però, che il “dono” possa essere in una qualche misura “utile” al ricevente e non semplicemente un gesto meramente simbolico o propagandistico. Se non addirittura peggio, qualora dovesse rivelarsi malauguratamente dannoso per chi lo riceve. Infatti, quest’ultima ipotesi è quella che potrebbe verificarsi a Palese e Santo Spirito con una improvvisata ed alquanto superficiale iniziativa di solidarietà avviata nelle ultime ore dal “V Municipio” di decentramento amministrativo, che sul predetto territorio è – come è noto – l’appendice del Comune di Bari, quantomeno come espressione locale di rappresentanza. Vediamo il fatto. L’organo di decentramento comunale presente nelle ex frazioni a nord di Bari – stante a quanto reso noto con un’apposita locandina reclamizzata dallo scorso sabato attraverso i social – ha avviato, “in collaborazione con le Parrocchie e le Caritas parrocchiali” locali, una raccolta di beni di prima necessità da mettere a disposizione, con tempestività ed urgenza, a quanti in questa drammatica circostanza epidemica stanno invocando aiuto anche per il semplice sostentamento nutritivo. Tale iniziativa di solidarietà ed assistenza sociale, dal significativo titolo “Un sostegno per tutti”, è certamente lodevole dal punto di vista sociale, ma non per questo si devono sottovalutare taluni aspetti importanti circa le modalità di stoccaggio e conservazione di alcuni prodotti alimentari deperibili, come ad esempio frutta e verdure, da parte di chi sta effettuando la raccolta. In questo caso il V Municipio, ovvero un’istituzione pubblica che, in quanto tale, non può e non deve trascurare assolutamente modalità di igiene e sicurezza di conservazione di tali prodotti, all’ovvio fine, in primis, di garantire sia la salute dei beneficiari-consumatori di detti alimenti che il non spreco degli stessi, qualora questi dovessero deteriorarsi e, quindi, andare necessariamente al macero, anziché all’uso per cui sono stati donati. E, pertanto, vanificare il nobile gesto di generosità di chi si è fatto carico della donazione. Ma la citata iniziativa   proprio sotto quest’ultimo aspetto – a detta di un attento cittadino locale – “fa sorgere una perplessità non di certo trascurabile”. Infatti, come si legge anche dalla stessa indicata locandina, la raccolta delle merci donate sta avvenendo presso gli Uffici palesini del V Municipio. Ma – come ci fa notare lo stesso osservatore – se tali ambienti possono andar bene per lo stoccaggio di merci non deperibili, di certo però questi non sono idonei al deposito di prodotti alimentari deperibili, come verdure e frutta che, se non conservati in celle frigorifere od in altri ambienti opportunamente attrezzati, rischiano di andare a male nel giro di alcune ore. Per cui il meno che possa accadere è che tali prodotti deteriorabili già il giorno successivo al deposito debbano essere buttati. E che tali leggerezze o meglio, forse, “errori” possano essere messi in atto da “soggetti” istituzionali pubblici, quali sono per l’appunto i vertici politici  e/o amministrativi del “Municipio”, è a dir poco assurdo, oltre che paradossale. Un’analoga eccezione meriterebbe anche il fatto che – stante sempre a quanto riportato nella locandina che propaganda l’iniziativa –  la distribuzione ai potenziali beneficiari in stato di necessità e bisogno, avvenga “dopo verifiche attraverso la Caritas e dei partener territoriali”. E qui i rilievi che potrebbero muoversi nei confronti dell’Istituzione municipale delle ex frazioni baresi di Palese e Santo Spirito non sarebbero certo pochi, se si considera che il Municipio è un organo comunale, mentre Caritas e gli sconosciuti partener sono invece sodalizi di natura privata. Ma quest’ultimo rilievo appare di certo secondario, in questo particolare momento, rispetto a quello più grave di una possibile e paventata scarsa sicurezza sanitaria per i generi alimentari oggetto della raccolta. “Ma questo – ha esclamato sempre lo stesso cittadino che ci ha segnalato la vicenda – è ciò che può accadere, evidentemente, quando in taluni ruoli nelle Istituzioni pubbliche (ndr – anche se di secondaria importanza) assurgono individui manifestamente incompetenti e, verosimilmente, anche incapaci!”.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 7 Aprile 2020

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