Cultura e Spettacoli

Il museo delle macchine di Leonardo

Cosa non progettò Leonardo: Il paracadute, l’elicottero, lo scafandro, armi varie… Di ognuna di queste invenzioni il genio che veniva da Vinci lasciò  disegni scrupolosi. Sulla base di essi, molte di queste anticipazioni sono state ricostruite a scopo didattico, storico e scientifico. Così ha fatto anche un ingegnere-artigiano pugliese, Giuseppe Manisco, il quale ha ridato vita a un centinaio di fedelissimi esemplari. Questa collezione di macchine dal 2013 trova posto nella sala del frantoio semi-ipogeo di Palazzo Marchesale, in piazza SS Crocifisso a Galàtone, venti chilometri a nord-est di Gallipoli (nel suo snodarsi il percorso espositivo disegna pure un efficace parallelo fra Leonardo e l’illustre, coevo medico e letterato Antonio De Ferrariis, che a Galatone ebbe i natali, da cui il soprannome ‘Galateo’). Il Museo delle Macchine di Leonardo da Vinci raccoglie idroscopi, ponti temporanei, girevoli, fluttuanti su barche e ad unica campata ; poi ancora anemometri, cuscinetti, compassi, persino un lancia-sassi a canne multiple (funzionante). Per ragioni di spazio l’esposizione non può accogliere la più grande delle creazioni di Manisco : la famosa Balestra Gigante, un mostro lungo 22 metri per un’apertura di 24, pensato da Leonardo per scagliare proiettili a distanze impensabili nel Cinquecento. Descritta nel Codice Atantico (massima raccolta di disegni e scritti leonardeschi conservata pressi la Biblioteca Ambrosiana di Milano), la balestra non venne mai realizzata dal suo inventore. Molti musei leonardeschi ne conservano riproduzioni fedeli. Quella di Manisco si distingue per i bracci dell’ordigno, realizzati in legno a sezioni lamellari, come previsto dal progetto originale al fine d’aumentarne flessibilità e potenza. Come tale essa è in grado di scagliare realmente mega-dardi oppure palle di ferro o pietra. L’ingegnere di Galàtone avrebbe voluto darne una dimostrazione quando l’arma ad aprile di tre anni fa, il 2 maggio 2019, in occasione dei cinquecento anni della morte di Leonardo, venne esposta a Trani in Piazza Re Manfredi, che si affaccia sul mare. Ma all’ultimo momento per ragioni di sicurezza l’atteso lancio in acqua di una grossa palla di gesso infuocata venne vietato. Sicché tutto si ridusse a una moscia dimostrazione con la corda di tiro al minimo della tensione : La palla (spenta) al rilascio della sicura rotolò lentamente per pochi metri lungo l’asse dell’arma prima di fermarsi all’altezza dei bracci. Avesse potuto essere scagliata al massimo della potenza, si calcolò, avrebbe fatto un volo di tre chilometri.

 

 

Italo Interesse

 

 

 


Pubblicato il 8 Novembre 2022

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