Cronaca

Il ‘no’ di Fitto alle avance di una sua candidatura alla Regione

Il segretario del Pd pugliese e candidato per il centrosinistra alla presidenza della Regione, Michele Emiliano, conversando su Twitter con alcuni internauti, ha dichiarato: “Ho votato Renzi per disperazione rispetto a vecchi dirigenti Pd”. L’ex Primo cittadino di Bari si riferiva evidentemente al voto dato alle primarie di un anno fa per la scelta del segretario nazionale del Pd e non certo ad un’espressione di voto alla recente assemblea nazionale del partito, tenutasi domenica scorsa a Roma e conclusasi senza alcuna conta finale. “L’unica cosa vera – ha aggiunto, poi, Emiliano in un successivo tweet – é che io non voglio più sentire parlare della vecchia classe dirigente del Pd che ha sbagliato tutto”.  A commentare queste affermazioni del segretario del Pd pugliese è intervenuto  il presidente del gruppo regionale di Forza Italia, Ignazio Zullo, che in una nota ha dichiarato: “Peccato che Emiliano non si renda conto di essere creatura e parte integrante della classe dirigente che oggi condanna e non riconosce”. E, proseguendo nel commento, ha aggiunto: “Dimentica, infatti, che quando si assumono cariche di segretario e presidente regionale di un partito, si deve avere la maturità e il buon senso di ammettere che non si è diversi dalla classe dirigente nazionale che oggi si considera vecchia, ma che prima si corteggiava”. Ma Zullo non si è limitato soltanto a rilevare l’illogicità e la contraddizione in termini politici e comportamentali che emergerebbero dai due citati recenti twett con cui Emiliano ora prende le distanza dai vecchi dirigenti del Pd. Infatti, il capogruppo regionale del partito di Silvio Berlusconi ha colto probabilmente l’occasione dei due tweet di Emiliano per effettuare un altro dei tanti attacchi ironici che il centrodestra pugliese di tanto in tanto fa al candidato del centrosinistra alla guida della Regione. Difatti l’intervento critico di Zullo ad Emiliano si conclude con un’ironica considerazione finale: “Cosa non si fa pur di accalappiare voti, ma arrivare a disconoscere i propri genitori… per fortuna la gente, per fortuna, non ha l’anello al naso” che, per quanto dura, difficilmente riuscirà a scuote la mente e la coscienza di chi in Puglia è già orientato a sostenere elettoralmente Emiliano, oppure a disertare le urne, per una mancanza ormai di fiducia nella politica in generale, ma soprattutto in quella pugliese. Non a caso, mentre l’esercito dei forzisti (dall’ultra vicino deputato barese Francesco Paolo Sisto fino a quello della Bat, Benedetto Fucci, ed a tanti altri esponenti di livello inferiore) facenti capo al leader pugliese del partito azzurro, Raffaele Fitto, si cimentano in coro ad invocare all’unisono le primarie per la scelta del nome da candidare alla guida della Regione, da Roma giunge la notizia che il Comitato nazionale di Forza Italia per le prossime Regionali, presieduto dal senatore Altero Matteoli ha messo sul tavolo la proposta affinché l’ex ministro pugliese Fitto accetti la candidatura a presidente della Regione Puglia. “Carica –  precisa in un comunicato lo stresso Matteoli – da lui già ricoperta prima dell’inizio dell’era Vendola. Se Fitto accetterà, non si saranno primarie”. “La sua capacità politica – spiega inoltre Matteoli di Fitto – è attestata anche dal consenso che negli anni ha ricevuto dai pugliesi e il risultato personale ottenuto, da ultimo, alle elezioni per il Parlamento europeo ne è un’ulteriore riprova. Non c’è dubbio che il voto degli elettori per Fitto valga ancor più di una qualunque altra consultazione, persino anche di eventuali primarie”. L’invito a sfidare Emiliano in uno scontro diretto, quello delle prossime regionali per l’appunto, rivolto da Matteoli al leader pugliese di Fi riporta anche il nome di altri componenti del Comitato, quale quello dei capigruppo forzisti Paolo Romani alla Senato e Renato Brunetta alla Camera, dell senatore Denis Verdini e degli onorevoli Giovanni Toti e Sestino Giacomoni, che con unanime visione chiedono “all’amico Fitto di valutare la sua candidatura a presidente della Regione Puglia, nella certezza che egli ha tutte le potenzialità per vincere una battaglia difficile, ma di grande valenza politica”. E concludono tale richiesta con un’anticipazione: “Gliene saremmo grati. Ma lo sarebbero di più i pugliesi”. Immediata la risposta di Fitto: “Possibile che non lo si capisca? Possibile che si insista a proporre una mia candidatura che non sta in cielo né in terra?” E, proseguendo, l’ex ministro pugliese spiega il suo rifiuto: “Ripeto fino alla noia: qualunque scelta che escluda il coinvolgimento diretto dei cittadini é un errore drammatico”. Poi, quasi con stizza, Fitto commenta: “Non c’e’ peggior sordo di chi non vuol sentire” e chiarisce: “Ancora stamattina, in modo articolato e propositivo, ho ribadito la mia diagnosi, e anche le mie soluzioni, per tentare di uscire dalla crisi di Forza Italia e del centrodestra: uno choc organizzativo (coinvolgendo gli elettori, anziché pretendendo di decidere in stanze chiuse) e uno choc sui contenuti (che però siano credibili e sostenibili)”. E, continuando, il leader pugliese di Fi osserva: “Dinanzi alla nota che giunge dal senatore Matteoli non posso che ripetere fino alla noia un argomento che mi auguro sia prima o poi ascoltato e compreso: qualunque scelta che escluda il coinvolgimento diretto dei cittadini è un errore drammatico”, chiedendosi metaforicamente: “Che altro deve succedere (un 7-0 alle regionali?) per uscire da questo torpore? Possibile che anche dirigenti esperti e sperimentati facciano prevalere piccole mosse tattiche e giochetti interni rispetto a una riflessione strategica, adeguata al rischio di sparizione politica a cui siamo esposti? Possibile che non lo si capisca?” E poi Fitto incalza e si ripete nella metafora: “Possibile che si insista a proporre una mia candidatura che non sta in cielo né in terra? Vedo poi che alcuni si affannano a contendersi le poltroncine di prima fila del Titanic. Io ritengo più utile indicare a tutti l’iceberg, e lavorare per evitarlo insieme” e conclude avvertendo: “Ma già in zona Cesarini. Speriamo di fare in tempo”. Però non solo tra gli addetti ai lavori, ma ora anche tra i comuni elettori sono ormai molti i pugliesi che ritengono che un leader non può e non deve sottrarsi alle sfide quando gli eventi lo richiedono. Soprattutto quando si tratta di vincere o perire. Infatti, qualsiasi grande leader certamente conosce tale massima storica. E Fitto lo è davvero? Si vedrà se accoglierà l’invito del proprio partito a sfidare Emiliano in prima persona. Diversamente anche i giochi politici pugliesi degli ultimi dieci anni non saranno più un mistero, neppure per i più sprovveduti. Berlusconi ‘docet’.

Giuseppe Palella

 

 

 

 

 

 

 

 


Pubblicato il 16 Dicembre 2014

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