Il notiziario politico-satirico di Ivan: come un bisturi
Prosegue con successo la rassegna ‘Le Due Bari’, iniziativa promossa dall’Assessorato comunale alle culture
Come hanno passato la festa dell’Assunzione della Vergine i baresi che non si sono mossi dal capoluogo? I forzati di Ferragosto (i più) si sono distribuiti fra torre Quetta e il lungomare di Fesca San Girolamo, trasformando il litorale barese in una chilometrica tendopoli. Più ragionevolmente altri hanno preferito trincerarsi all’interno delle climatizzate mura domestiche. Pochissimi hanno messo il naso in città. Fra questi eroi è il caso di citare i circa cento spettatori che alle 19:00 affollavano il Nuovo Abeliano dove, per la rassegna ‘Le Due Bari’, iniziativa promossa dall’Assessorato alle culture del Comune di Bari, era in cartellone ‘Canti di fine legislatura’, di e con Ivan Dell’Edera. Una scelta opportuna. Definito dallo stesso autore “un antidepressivo elettorale a base di chitarra e voce”, ‘Canti di fine legislatura’, questo notiziario politico-satirico vede il bravo teatrante barese vestire i panni di una sorta di buffone di corte che punge i piani alti, ma senza affondare il colpo. Con modalità ‘elusive’, il Nostro mette in piazza lo squallore del Potere – alla luce di ciò che i mezzi di comunicazione possono denunciare – ed è il primo a riderci su. Lo fa distrattamente, tuttavia, con indolenza, quasi che una saggezza precoce gli abbia avvelenato il piacere dello sberleffo o il disegno d’incitare masse alla rivolta. A che servono, dunque, questi canti di protesta ? Servono a “sbrinare con allegria e tristezza, con poesia e ironia contemporaneamente le paure del nostro tempo”. Un po’ Gaber, un po’ chansonnier fine anni sessanta, un po’ artista di strada, Ivan Dell’Edera dà spettacolo applicando alla lettera il principio del ‘canta che ti passa’. Non di meno, fra le righe, con astuzia, fa scivolare il sospetto che, alla lunga, la goccia gioca un brutto scherzo alla roccia. Un’ora di spettacolo per una decina di stornelli densi come piombo e leggeri come nuvole. Notevole la risposta della platea. – Intanto ‘Le Due Bari’ va avanti. Stasera, alle 20:30, ai Giardini Mizzi, l’Associazione Culturale Gershwin presenta il Sestetto Gershwin in ‘Piazzolla.. il tango’. Composto da Fabrizio Signorile (violino), Alessandro Fiore (violino), Francesco Capuano (viola), Elia Ranieri (violoncello), Giuseppe Latrofa (contrabbasso) e Fabio Furia (bandoneon), il Sestetto Gershwin propone un innovativo progetto nel quale un quartetto d’archi – affidata la funzione ritmica al solo contrabbasso – studia come entrare nella più alta sintonia col più iconico strumento del tango, il bandoneon. Conosciuto fra i tangueros come “fuelle”, “mantice, soffietto”, il bandoneón è un tipo di fisarmonica inventato dal musicista tedesco Heinrich Band (1821-1860), da cui deriva il nome. Nacque originariamente come strumento per la musica sacra, per accompagnare i canti durante le processioni, (o per sostituire l’organo nelle piccole ed inaccessibili chiese di montagna) in alternativa al suo parente più prossimo, la Concertina (Konzertina), strumento considerato più popolare. Gli emigranti tedeschi portarono con sé questo strumento all’inizio del XX secolo, in Argentina, e qui rapidamente il bandoneon incontrò grande successo, venendo subito adottato dalla musica locale.
Italo Interesse
Pubblicato il 27 Agosto 2024