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Il nuovo decentramento rischia di naufragare prima di partire

A Palazzo di Città è iniziata la corsa contro il tempo, per portare a termine la riforma del decentramento amministrativo comunale promessa ai baresi da Michele Emiliano sin da quando, nel 2004, fu candidato per la prima volta alla poltrona di sindaco. Infatti, l’ufficio elettorale del Comune ha da tempo comunicato all’Amministrazione che ha bisogno di almeno sei mesi di tempo, per poter riorganizzare una diversa composizione territoriale degli organi di decentramento comunale e, quindi, anche per tutti i preparativi necessari all’elezione degli organi gestionali previsti per i cosiddetti municipi, che dovrebbero sostituire le vecchie circoscrizioni amministrative. Però, come è noto, l’iter per la soppressione delle circoscrizioni e l’istituzione dei municipi viaggia con oltre due anni di ritardo rispetto a tempi di approvazione promessi dal sindaco Emiliano nel 2010, quando si recò in Regione per chiedere di bocciare il distacco da Bari delle ex frazioni di Carbonara-Cegli-Loseto e Palese-Santo Spirito, che nel 2009, come si ricorderà, con il referendum consultivo avevano chiesto il diritto, che rivendicano tutt’ora, di essere territori amministrativamente indipendenti dal capoluogo. E diventare, quindi, due nuove realtà comunali distinte e separate da Bari. L’amministrazione Emiliano, invece, spera di spegnere le aspirazioni autonomistiche delle ex frazioni con la concessione di un nuovo regolamento sul decentramento amministrativo, ma soprattutto con la semplice trasformazione del nome alle odierne circoscrizioni, che dovrebbero assumere quello nuovo di Municipi. Una trasformazione che dovrebbe servire anche ad abbattere parzialmente gli elevati costi politici ed amministrativi delle vecchie circoscrizioni, che per altro sono ormai divenuti per i Comuni, come Bari, con oltre 250 mila abitanti organi facoltativi e non più obbligatori. Sta di fatto che la giunta comunale solo recentemente, nella seduta dello scorso 14 ottobre, ha deciso di licenziare la bozza con le proposte di modifica al Regolamento sul decentramento, propedeutiche all’istituzione dei municipi, per sottoporla all’esame del consiglio comunale ai fini dell’approvazione definitiva. Un’approvazione che già la scorsa primavera non andò in porto, tanto che l’assessore al ramo, Mara Giampaolo, si vide costretta a ritirare la delibera, per non incorrere evidentemente in sgradite sorprese che avrebbero appannato la credibilità del sindaco e della giunta nella maggioranza, più di quanto già non lo fosse. Infatti, la delibera per la riforma del decentramento è stata, poi, ritoccata in qualche sua parte, ma non stravolta. E questa volta il sindaco Emiliano spera che la sua maggioranza consigliare l’approvi senza chiedere ulteriori emendamenti. Però, non è da escludere che nella maggioranza, anche questa volta, si verifichino altri mal di pancia proprio sull’approvazione di questa delibera, poiché l’atto giunge in Aula già con il parere negativo di otto le circoscrizione su nove. Un parere negativo che, seppur non vincolante, è tuttavia assai significativo a rendere l’idea di quali siano i giudizi espressi sul nuovo decentramento dagli organi stessi che si devono avvalere della riforma. E detto parere sfavorevole ai propositi di riforma di Emiliano è ancora più significativo da punto di vista politico, se si considera che delle 8 circoscrizioni ben 5 sono a maggioranza di centrosinistra e, quindi, analoga a quella che regge il Comune. Da rilevare, inoltre, che nelle tre rette da presidenti di centrodestra anche gli esponenti della minoranza di centrosinistra hanno espresso, sia pur con diverse motivazioni, voto negativo alla delibera sul nuovo decentramento. L’unica circoscrizione da cui è giunto un parere favorevole è stata quella di Palese-Santo Spirito, che però da dicembre del 2012 è retta da un commissario del sindaco, Luca Scandale. Parere, quest’ultimo, che dovrebbe essere ininfluente in quanto non rappresentativo delle volontà della popolazione locale. Infatti, trattandosi di un commissario non assimilabile a quello prefettizio, previsto per i Comuni, il parere espresso da Scandale diventa una sorta di parere personale, poiché la funzione del commissario circoscrizionale non ingloba le medesime funzioni riconosciute dalle norme al commissario prefettizio. Per di più il commissario  circoscrizionale trae la sua funzione proprio da una nomina del sindaco. Pertanto, la disapprovazione da parte delle 8 circoscrizioni del  nuovo decentramento amministrativo voluto dal sindaco Emiliano è, in pratica, inconfutabilmente la bocciatura della quasi totalità della popolazione barese, espressa per il tramite dei consiglieri circoscrizionali. A meno che l’Amministrazione comunale, come sembra, intenda non tener in alcun conto i pareri negativi espressi dalle circoscrizioni (come sovente è accaduto in altre circostanze!) e dichiarare implicitamente l’inutilità degli organi periferici. Certo che se così fosse, questo non sarebbe affatto un buon inizio per  il nuovo decentramento amministrativo di Bari.   

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 18 Ottobre 2013

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