Cultura e Spettacoli

‘Il’ o ‘la’ Bari, la magia è biancorossa

Il campionato 2013-2014, l’anno in cui l’A.S. Bari divenne il Bari 1908, resterà nella storia di questa città per averne esemplificato il colore del fato calcistico. A parte un’insignificante Mitropa Cup, in un secolo di vita il sodalizio biancorosso non ha vinto mai alcunché, salvo stabilire il record italiano di presenze in serie B. Un traguardo che potrebbe gonfiare petti a Barletta o Andria, non in una piazza dalle potenzialità enormi (altrove, anche assai meno sostenuta, l’industria del calcio ha raccolto di più). Eppure proprio nell’essere costantemente in ritardo di un passo rispetto al salto di qualità come anche nello stagnare ai limiti del sogno risiede il colore più autentico della patria biancorossa. Da oltre cento anni il calcio a Bari vive un eterno sabato del villaggio. Forse, in silenzio, se ne compiace. Smettere i pantaloni corti in favore di quelli lunghi costa fatica. E poi serve talento. Mancando quest’ultimo e la voglia di soffrire, che denota diversamente l’assenza di un’ambizione autentica, non resta che cercare la gioia nel dì che precede quello di festa (il Leopardi perdoni). Il campionato 2013-2014, segnato da una risalita impensabile accompagnato da un epocale cambio di dirigenza, fece intendere a tutti il profumo del paradiso come mai era avvenuto da questa parte dell’Adriatico. Non più che quello. Meglio così? Quante volte è successo al Bari di entrare trionfalmente in A e l’anno dopo precipitare ignominiosamente nella serie cadetta… Fallendo la promozione più bella, il Bari è stato assolutamente sé stesso. Era giusto che di tanta emozione rimanesse una traccia. Ci ha pensato Mario Bucci con un docu-film prodotto dalla Dinamo Film col contributo di Apulia Film Commission e che mercoledì in un clima da curva nord è stato presentato in anteprima allo Showville. Un film che, come ha detto Michele Salomone, radiocronista storico del Bari, non poteva avere un titolo migliore : ‘Una meravigliosa stagione fallimentare’… Condividiamo. In quelle quattro parole si asciuga il profumo d’incompiuto che da sempre segna le sorti nostrane del gioco più bello del mondo. Quanto al film, girato con palpabile partecipazione, dobbiamo riconoscergli freschezza e simpatia. La pellicola di Bucci vede i calciatori in primo piano, prevalentemente lontano dal terreno di gioco, mentre il popolo biancorosso rimane sullo sfondo, percepito come un’entità possente. Il clima è un po’ agiografico : si parla di una mancata promozione  e sembra si rimpianga una mancata finale di Champion League. In questo i  protagonisti del film, i calciatori, appaiono sinceri. Magia di una maglia. ‘Una meravigliosa stagione fallimentare’ potrà aver deluso chi si aspettava di veder scoperchiati sepolcri. Invece, a parte timide rivelazioni sulle manovre che allontanarono i Matarrese, la pellicola tace sugli scheletri nell’armadio che, relativamente a stagioni immediatamente precedenti, pesano sulla coscienza  di dirigenti, atleti e tifosi. Saggiamente. Solo stendendo sudari si tiene in vita la speranza.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 30 Gennaio 2015

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