Cronaca

Il Palagiustizia cade a pezzi e i sindacati litigano tra loro

Assurdo ma vero! Presso la Procura della Repubblica di Bari, all’interno dell’ormai famosissimo palazzo di giustizia ubicato a Via Nazariantz inagibile e fuorilegge dove per anni e anni hanno lavorato gomito a gomito giudici e avvocati, pochi giorni fa si è tenuta una riunione convocata dall’Amministrazione. Una riunione per discutere di turni e orario di lavoro dei dipendenti, al fine di far fronte a una emergenza senza fine che si è abbattuta negli ultimi mesi sulla giustizia barese, tamponata anche attraverso tende, puntelli e fango. Ma invece di cercare di scioglierli, i nodi della giustizia, alcuni sindacalisti hanno dato il peggio di sé, rendendo l’incontro ancora più complicato di quanto già non lo fosse. Infatti stando alle versioni fornite da altri sindacati la CGIL, invece di sostenere le ragioni dei lavoratori, riteneva essere quella l’occasione per chiedere l’applicazione dell’art. 7 del nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro – Funzioni centrali ed escludere dai tavoli di secondo livello le altre organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative. E cioè quei sindacati unitari che non avessero firmato il contratto nazionale. Praticamente per escludere i sindacalisti dell’Unione Sindacacale di Base (Usb)! Questo “inqualificabile” articolo 7 è una norma antidemocratica che USB sta attaccando nelle aule di giustizia e nei posti di lavoro, denunciando la lesione della libertà sindacale, costituzionalmente riconosciuta, spara a zero Usb. Eppure l’altro sindacato, anch’esso di sinistra, riteneva forse di poter in qualche maniera tamponare l’emorragia di consenso attraverso l’esclusione di altri soggetti, altrettanto rappresentativi (basti pensare che alle ultime elezioni RSU presso la Procura della Repubblica di Bari l’USB ha ottenuto il numero maggiore dei consensi superando il 30%). Ma il vero capolavoro si è materializzato quando il rappresentante CGIl, rivolgendosi a un componente RSU lo avrebbe ammonito nel seguente modo: “Tu non puoi rivolgerti direttamente a me! Non puoi interloquire con me!”, chiedendo conforto di questo assunto alla dirigente. Almeno così si leggeva in un comunicato Usb che ha denunciato come un Rappresentante Sindacale Unitario (RSU) legittimamente eletto dai suoi colleghi, con gran consenso per giunta, fosse stato invitato a tacere al cospetto di un (Big? VIP?) rappresentante territoriale. Bassissimo il livello raggiunto, eppure in un momento così drammatico per i lavoratori della giustizia barese, quando ci sarebbe aspettati un maggior senso di responsabilità da parte di tutto il tavolo. <<Far fronte comune per un bene superiore (la personale affermazione mettiamola da parte), contro chi cerca e cercherà sempre di scaricare il fardello più pesante sulle spalle dei dipendenti minimizzando e scrollandosi dalle reali responsabilità: politica, ministero, burocrazia, dirigenza, etc. etc.<<, si legge ancora nei comunicati diffusi dall’Unione Sindacale di Base. USB che non si farà di certo intimorire da atteggiamenti antidemocratici, al limite del bullismo, continuando a lavorare per il bene e l’esclusivo interesse dei lavoratori.

 

Antonio De Luigi


Pubblicato il 27 Luglio 2018

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