Cultura e Spettacoli

Il Palazzo del Catapano, l’immagine odiosa del potere

Il Catapanato d’Italia fu una provincia dell’impero bizantino comprendente quella parte del nostro Mezzogiorno continentale posta al di sotto della linea ideale che unisce il Gargano al golfo di Salerno. Questo territorio era sottoposta all’autorità di un sovrintendente, il cui palazzo sorgeva a Bari nei pressi del porto vecchio. Ultimo Catapano fu Stefano Paterano, cacciato dai Normanni nel 1071. Nel relativo disordine di quel periodo il suo palazzo andò distrutto e sulle sue ceneri si cominciò subito a costruire la Basilica di San Nicola. Le fonti, avarissime in proposito, non consentono di capire. Il grande fabbricato venne distrutto in parte o totalmente? Chissà poi se la distruzione avvenne nel corso di un combattimento (ma in questo caso ne sarebbe rimasta memoria) o se fu invece il risultato della vendetta di un popolo, il nostro, che contro un palazzo abbandonato volle sfogare un’esasperazione centenaria. Non esistendo, almeno da noi, la polvere da sparo, la distruzione dovette essere affidata al fuoco (previo saccheggio). Ma se la Basilica occupa oggi l’intera area del vecchio Palazzo, quest’ultimo non doveva essere, almeno quanto a dimensioni, cosa da poco. Come tale è possibile che sia uscita solo in parte danneggiata dal fuoco. Quanto sarebbe costato abbattere il resto? Fu il primo cruccio dei committenti. Troppo? Meglio allora, salvato il salvabile, adattare il nuovo tempio alle caratteristiche architettoniche superstiti. Chi osservi San Nicola non può non restare colpito dall’aperta simmetria della facciata, resa singolare dalla presenza di due non allineate torri ‘campanarie’, estranee nella linea tozza al disegno romanico del tempio, oltre che distanti l’una dall’altra quanto a fattura. Nessun architettura artistica le avrebbe mai concepite, a differenza di quella militare per la quale le torri dei castelli erano posizionate ed elevate tenendo conto esclusivamente della necessità di facilitare il compito delle vedette. Le misure di quelle torri confermano l’imponenza del Palazzo di cui facevano parte. Si pensa che questo grande recinto fortificato comprendesse più costruzioni (l’alloggio del Catapano, gli uffici amministrativi, il tesoro, la caserma e alcune chiese). Che aspetto poteva avere? L’aspetto congeniale ad un potere  interessato solo alla percezione dei tributi a danno di un popolo di ‘colonizzati’. Immaginiamo allora un edificio tozzo e cupo, sgradevole a vedersi, dall’aria intimidatoria. Impossibile a questo punto non giustificare la rabbia con cui contro quelle mura si accanirono i nostri progenitori, gente ben più tartassata di noi, per di più tenuta imbavagliata e a digiuno di libertà.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 6 Maggio 2014

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