Il Palazzo dell’Acqua svela i suoi tesori
Onde di madreperla, legni pregiati decorati finemente con immagini di alberi, figure con brocche e poi affreschi, tarsie di marmi colorati e pietra bianca su pavimenti e pareti. Sono solo alcuni dei dettagli che rendono speciale il Palazzo dell’Acquedotto Pugliese, il luogo dove sgorga l’elementum vitae, come riporta un’iscrizione sulla facciata principale. Lo storico Palazzo dell’Acqua di via Cognetti 36, a Bari, riapre al pubblico oggi e sarà visitabile tutti i fine settimana, previa prenotazione dalle 10:00 alle 12:00.
“Siamo orgogliosi – commenta il presidente di Acquedotto Pugliese, Simeone di Cagno Abbrescia – di aprire a tutti i cittadini le porte del Palazzo, la cattedrale laica dell’acqua, un patrimonio artistico-culturale inestimabile. Con immenso piacere condividiamo questo momento che suggella un legame speciale tra arte e acqua”.
Nel 1924 prende forma l’idea della costruzione di un edificio a ricordo indelebile della conquista dell’acqua per la Puglia.
Sette anni trascorrono perché l’Italia intera possa ammirare questo splendido gioiello di architettura “neo romanica di transizione”. Il palazzo è la tangibile espressione dell’antico, grande progetto realizzato: portare l’acqua in Puglia e rendere produttiva una terra cronicamente assetata, migliorando le condizioni di vita dei suoi abitanti.
La storia di questa impresa scritta nella pietra è raccontata con simbolica efficacia dal genio di Duilio Cambellotti, artista romano di spessore internazionale, attraverso una ricca galleria di dipinti murali, sculture, arredi e altre forme decorative.
Situato nel cuore di Bari, “Il Palazzo dell’Acqua” è diventato nel tempo un patrimonio artistico dell’Italia intera.
Al primo piano, si possono ammirare la sala del consiglio con gli splendidi affreschi, i salottini del presidente e del vicepresidente, completi di tutti gli arredi fissi e mobili.
Al secondo piano, l’ex appartamento privato del presidente, ospita alcuni tra i più originali mobili disegnati e realizzati da Duilio Cambellotti, esposti dopo un lungo lavoro di restauro.
Completa l’esposizione, al piano terra, il museo della storia dell’Acquedotto Pugliese, ricco di strumenti e attrezzature dei primi del ‘900. È possibile ammirare una galleria di foto storiche stupende che raccontano della costruzione “del più grande acquedotto del mondo”, dei suoi momenti istituzionali più importanti e dei piccoli gesti della vita quotidiana degli acquedottisti.
Incanta il piccolo museo di archeologia industriale, in cui sono esposte le apparecchiature dell’epoca per la realizzazione dell’opera grandiosa e la riproduzione di un laboratorio chimico risalente agli anni trenta.
La galleria è aggiornata con l’esposizione di immagini rappresentanti le più recenti opere di AQP. Completa il percorso una mostra delle bottiglie realizzate dai principali acquedotti pubblici europei per la valorizzazione dell’acqua di rubinetto.
Il museo dell’acqua, fino al 2 dicembre, ospita, la mostra fotografica “Serbatoi d’acqua”, dell’artista viennese Ingrid Simon, ideata e realizzata da Anna Gambatesa in collaborazione con Pietro Marino e la Galleria Misia Arte, per il Fondo Ambiente Italia nelle giornate FAI d’autunno 2018.
“L’acqua – dichiara il Capo della delegazione FAI di Bari, Rossella Ressa – è stato il percorso tematico nazionale di quasi tutte le Giornate FAI 2018 e la Puglia ha accolto in pieno questo invito con grande passione ed entusiasmo tanto da classificarsi ai primi posti in Italia per numero di visitatori. La possibilità di poter ammirare le torri d’acqua di Ingrid Simon in un luogo altrettanto fascinoso e simbolico come si connota l’Acquedotto Pugliese, dà il senso a tutta l’azione, nella riflessione che tutto può ripartire proprio con la consapevolezza della bellezza e la conoscenza del nostro patrimonio”.
In mostra ritratti di serbatoi d’acqua immortalati lungo la rete idrica dell’Acquedotto Pugliese; un percorso tra immagini in bianco e nero, leggero e fluido come l’acqua sulle torri d’acqua del nostro territorio, le costruzioni risalenti al secolo scorso, alcune delle quali ancora oggi utilizzate. La mostra, ad ingresso gratuito, sarà visitabile durante gli orari di apertura del Palazzo, al termine di ogni percorso guidato. Su richiesta, è possibile organizzare un incontro domenicale con l’artista.
Pubblicato il 10 Novembre 2018