Cronaca

Il paradosso del canone di locazione a carico di Comune e Provincia

Tanto se ne parlò in passato che… alla fine i Carabinieri di Santo Spirito sono riusciti finalmente ad ottenere una nuova sede per la Caserma. Una vicenda lunga ed annosa, quella della stazione di Santo Spirito della Benemerita, al limite dell’inverosimile e, forse, anche paradossale per come si è ora conclusa. Infatti, non è bastato al Comune di Bari concedere ad un privato una variante urbanistica (ndr – effettuata con un Accordo di programma) per costruire un immobile per uso pubblico, da concedere ad Asl e ministero in locazione garantita almeno per 18, ma ora l’amministrazione barese si è pure fatta carico di parte dell’affitto, per non lasciare vuota la nuova caserma, ritenuta di fatto dallo stesso ministero esosa per le attuali possibilità economiche delle casse statali. Da evidenziare che l’Accordo di Programma, a suo tempo introdotto, ha reso edificabile una zona destinata dal Prg ad altro uso (ndr – servizi per la residenza). Zona, questa, tra l’altro priva di aree a pubblico parcheggio. Ma circostanza ancora più assurda, lamentano molti cittadini del posto, è che trattasi di un’area situata in una sorta di budello cieco di via Napoli (ndr – vico Traversa). E, secondo molti, la sola idea di dislocare in quell’area scomoda e nascosta di Santo Spirito dei servizi come quelli espletati dall’Asl e dai Carabinieri, vale a dire ad elevato numero di utenti, era a dir poco impensabile. Però, per risolvere il problema della caserma dei Carabinieri, per il Comune di Bari a Santo Spirito non è stato sufficiente praticare una variante di Prg che ha evidentemente incrementato di parecchio il valore dell’area, oltre che concedere ad un privato la possibilità di costruire un immobile locato come struttura pubblica già prima della sua realizzazione, ma alla fine per consentire che quell’immobile fosse effettivamente adibito all’uso per cui era stata concessa la variante, il Comune e la Provincia di Bari si sono pure accollati una quota considerevole del canone mensile di locazione. “Ed è a dir poco scandaloso – rileva qualche cittadino bene informato sulla vicenda – che Comune e Provincia si siano fatti carico di un costo, come quello di strutture esclusivamente di competenza statale, mentre per altro verso lamentano la riduzione dei trasferimenti statali  indispensabili a far fronte alle competenze ordinarie dei rispettivi enti. “Un altro ‘regalo’ – obietta ironicamente lo stesso bene informato – che l’amministrazione Emiliano è stata costretta a fare, insieme alla Provincia, alla Debar spa per evitare che si aprissero dei contenziosi dall’esito alquanto incerto con la società stessa che, da non dimenticare, era stata autorizzata a costruire con la condizione di destinare a caserma e sede dell’Asl il nuovo immobile. Infatti, chiarisce qualcun’altro, il minimo che sarebbe potuto accadere è che Debar, in caso di mancata locazione della caserma, avrebbe preteso un risarcimento milionario, oppure un cambio di destinazione d’uso. Da non dimenticare, inoltre, che l’opera è stato realizzato dalla Debar Spa base di un Accordo di programma sottoscritto in precedenza dalla famiglia Demundo, proprietaria dell’area su cui è sorto lo stabile, con il Comune di Bari. Successivamente, infatti, è subentrata la Debar che, rilevando la titolarità dell’area, si è fatta carico dell’intervento previsto nella convenzione. Un’operazione concepita, come è noto, nel corso del primo mandato da sindaco di Michele Emiliano e, poi, perfezionata subito dopo le elezioni amministrative del giugno 2009. Ossia dopo la seconda elezione di Emiliano a sindaco di Bari. Nello stesso immobile sono ospitati da luglio del 2011 gli uffici e gli ambulatori distrettuali di Palese e Santo Spirito della Asl. E da quella data, infatti, anche la locale caserma dei Carabinieri avrebbe dovuto trasferirsi in questo nuovo edificio, appositamente realizzata per essere dato in locazione alla Asl e al ministero dell’Interno. Però, nonostante alla base dell’Accordo di programma voluto dal Comune figuravano presupposti di urgenza ed indifferibilità,  per circa 30 mesi la Stazione dei Carabinieri di Santo Spirito è rimasta nella vecchia sede di via fratelli Mannarino perché, a quanto pare, il ministero dell’Interno non intendeva farsi carico interamente di un nuovo canone di locazione, notevolmente incrementato rispetto a quello corrisposto al proprietario dei locali di via Mannarino. Per cui, in definitiva, la nuova Caserma è stata da realizzata da un privato in variante al Prg, ma al momento molti cittadini sono alquanto perplessi sui vantaggi assicurati alla Pubblica Amministrazione dall’accordo di Programma a suo tempo sottoscritto con la famiglia Demundo. Da non dimenticare che all’epoca in cui è stata avviata la procedura che ha reso edificabile l’area il presidente della Circoscrizione di Palese-Santo Spirito era Ferdinando Rodio (Pdl), marito di una delle proprietarie del suolo su cui è, poi, sorta la sede dell’Asl e quella della caserma. L’intera questione – a detta di molti – appare contrassegnata da molti punti in chiaroscuro, anche se apparentemente lineare. Infatti, a detta sempre di qualche bene informato, c’è un particolare attivismo del Comune che sin dall’inizio sottoscrive con la Prefettura un avviso pubblico non di sua competenza, per il reperimentio di un’area su cui realizzare una costruzione da destinare a caserma, senza peraltro prevedere l’alternativa di un edificio eventualmente esistente. “Ci trova (ndr – fatte le debite proporzioni) – sostengono alcuni residenti della Prima circoscrizione – in una ipotesi assai simile a quella della Cittadella della Giustizia, per la quale il sindaco Emiliano ha denunciato la mancata osservanza della normativa europea per l’affidamento di un appalto di importo rilevante”. Però, le polemiche ed i dubbi non riguardano soltanto il modo con cui il Comune ha risolto nella Prima circoscrizione le problematiche legate alla sede dell’Asl e dei Carabinieri. Una soluzione che è comunque provvisoria, perché in fitto, e che paradossalmente fa ricadere l’esoso costi dell’affitto  per la nuova caserma anche sulle casse comunali e provinciali. Una forzatura, anche quest’ultima decisione, che – a detta di qualcuno – appare del tutto ingiustificata dal momento che non si parla di potenziamento dell’organico da parte dell’Arma per la Stazione di Santo Spirito. Un incremento che avrebbe evidentemente giustificato gli sforzi economici anomali di Comune e Provincia, per dotare i Carabinieri di una superficie complessiva smisuratamente più consistente di quella occupata in via Mannarino. I vantaggi per la nuova Caserma dei CC, quindi, saranno probabilmente per i militari che ivi prestano servizio, 11 unità in tutto. Gli stessi in forza presso la vecchia Caserma. E sicuramente per la Debar spa che ha locato un’immobile realizzato praticamente a rischio garantito. Oltre, ovviamente, a quanto già beneficiato dalla famiglia dell’ex presidente di centrodestra della Prima circoscrizione, Rodio, dal 2009 consigliere provinciale di maggioranza che, il caso ha voluto,  all’epoca in cui era a capo del locale organo di decentramento amministrativo comunale, sulla risoluzione del problema ‘Caserma dei carabinieri’ fosse in completa sintonia con l’amministrazione di centrosinistra guidata da Emiliano. A volte anche in politica le coincidenze trasversali sono possibili. Intelligenti pauca.

 

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 4 Dicembre 2013

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