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Il paradosso della Tasi a Bari: il caso degli inquilini dello ex Iacp

Alcuni inquilini dell’ex Istituto autonomo case popolari (Iacp) di Bari (ora denominato con la nuova dizione di “Arca Puglia”) lamentano un’ingiusta disparità di trattamento rispetto agli occupanti degli alloggi di proprietà del Comune di Bari per quanto riguarda la Tasi, ossia della nuova tassa gravante sugli immobili, che è in gran parte a carico del proprietario del bene immobiliare, ma una quota della stessa è a carico anche dell’inquilino. Come è noto, infatti, la Tasi è un nuovo “balzello”  comunale introdotto con la legge di stabilità del 2014 che deve servire a Comuni per far fronte ai servizi indivisibili offerti alla comunità, come ad esempio le manutenzioni stradali o la pubblica illuminazione. La grande novità della Tasi è che il soggetto passivo non è solo il proprietario a qualsiasi titolo dei fabbricati, ivi compresa l’abitazione principale, le aree scoperte e le aree edificabili, a qualsiasi uso adibiti, ma anche l’affittuario. La legge stabilisce, infatti, che nel caso in cui l’unità immobiliare è occupata da un soggetto diverso dal titolare del diritto reale sull’unità immobiliare, quest’ultimo e l’occupante sono titolari di un’autonoma obbligazione tributaria. L’occupante però verserà solo una parte, compresa fra il 10% ed il 30% del totale, a secondo quanto di stabilito dal Comune in cui è ubicata l’unità immobiliare con un apposito regolamento. Il Comune nel regolamento sulla Tasi, oltre a stabilire l’aliquota di detto tributo, può prevedere anche i casi di eventuali riduzioni o esenzioni dello stesso. Il Comune di Bari, come è noto, ha stabilito un’aliquota  (la massima applicabile) del 3,3 per mille, il 10% del quale a carico degli occupanti l’alloggio, e quindi degli inquilini, sui quali in definitiva grava lo 0,33 per mille della base imponibile. L’Amministrazione barese, inoltre, ha stabilito che per le abitazioni principali (prima casa) è prevista  un’esenzione totale dal tributo qualora l’occupante, proprietario o l’inquilino che sia, abbia un reddito annuale Isee (Indicatore situazione economica equivalente) fino a 10mila Euro. Invece per i soggetti obbligati al tributo con reddito annuale Isee fino a 15mila Euro il comune di Bari ha previsto un’agevolazione sul totale dovuto, mentre per quelli con reddito Isee superiore ai 15mila Euro la Tasi relativa all’abitazione va corrisposta per intero. Sta di fatto, però, che a detta di alcuni occupanti di alloggi di proprietà dell’Arca Puglia, ossia dell’ex Iacp, gli inquilini delle case di proprietà del Comune di Bari sono  esenti totali dalla quota del 10% della Tasi, stabilita dallo stesso Comune a carico degli occupanti, a prescindere dai rispettivo reddito Isee, mentre gli inquilini dell’ex Iacp non sono stati stranamente esentati in via totale dalla predetta tassa, ma devono sottostare alla normativa generale stabilita dal’Amministrazione che, come innanzi riferito, dipende dalla fascia di reddito. Se tale obiezione risultasse fondata (e, stante a sommarie informazioni, non abbiamo motivo di credere che sia diversamente) ci sarebbe da chiedersi il perché di tale disparità di trattamento per una categoria sociale, quella per l’appunto degli inquilini di case di proprietà pubblica che  si compone di famiglie ugualmente disagiate, il cui unico distinguo, oltre le rispettive fasce di reddito Isse, si concretizza nella diversità dell’Ente pubblico proprietario dell’alloggio occupato. Però, la vicenda – sempre a detta degli stessi soggetti assegnatari di alloggio dell’ex Iacp – sarebbe ancor più grottesca se ci si chiedesse quanti sono a Bari gli inquilini di alloggi popolari non comunali che superano effettivamente i 10mila Euro di reddito Isee? E quanti quelli compresi tra i 10 ed i 15mila Euro di reddito Isee od oltre tale fascia? Ma ancora peggio sarebbe se ci domandasse quanti sono gli occupanti a Bari di alloggi popolari dell’ex Iacp che sono effettivamente in regola con l’affitto e gli onere condominiali? Ma c’è di più. L’Amministrazione comunale barese, che nell’apposito regolamento ha previsto l’esenzione totale dal 10% della quota Tasi i propri inquilini e non anche quelli dell’Arca Puglia, si è posta il problema di quanto costerebbe il recupero forzoso di tale tassa dagli inquilini Iacp evasori, ammesso che poi sia effettivamente fattibile tale recupero, visto che molte di questi occupanti sono già morosi per altri tipi di oneri? E’ possibile, infatti, che in fase di elaborazione del Regolamento sulla Tasi, sia ai tecnici che ai politici comunali baresi, nella fretta di licenziare l’atto siano sfuggiti certi particolari non trascurabili nella casistica degli inquilini per cui prevedere l’esenzione totale dal pagamento della quota del 10% Tasi. Diversamente verrebbe da sospettare che in sede di stesura di detto Regolamento più che pensare agli effettivi proventi da assicurare al Comune si è forse pensato a come moltiplicare i  contenziosi, oltre che le possibili poste di credito fittizie da riportare in bilancio, considerata la quasi certa inesigibilità successiva di tali assai improbabili entrate.      

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 24 Dicembre 2014

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