Il “patto dell’Interporto” fa approdare i forzisti Cassano e Stea alla corte di Emiliano
A Roma il paventato accordo politico del febbraio 2014 tra il leader del centrodestra Silvio Berlusconi e l’allora segretario-premier del Pd, Matteo Renzi, fu etichettato “Patto del Nazzareno” che richiamava la sede nella quale c’era stato l’incontro tra i due esponenti politici. Quindi, a Bari, per analogia la recente intesa politica tra il presidente di centrosinistra della Regione Puglia, Michele Emiliano del Pd, e l’ex senatore barese Massimo Cassano di Forza Italia potrebbe essere indicata come il “Patto dell’Interporto”, visto che proprio in un salone del Polo logistico barese si sarebbe consacrato, martedì scorso, l’accordo trasversale in base al quale il governatore pugliese ha nominato ora assessore all’Ambiente il consigliere Gianni Stea che (eletto nel 2015 alla Regione nelle fila del centrodestra con la lista degli “alfaniani” e “schittulliani” ed il sostegno di Cassano) appena qualche giorno fa si firma ancora nei comunicati come rappresentante del partito di Berlusconi. Quindi, l’ormai ex forzista Stea nella giunta Emiliano ha preso il posto lasciato libero lo scorso febbraio dal consigliere barlettano Filippo Caracciolo del Pd, che si dimise a seguito di un’informativa di garanzia che lo vede indagato per corruzione e turbativa d’asta nell’ambito di una indagine della Procura di Bari su una gara d’appalto da 5,8 milioni di Euro, per la costruzione di un plesso scolastico a Corato. Però, l’ingresso nell’esecutivo pugliese di Stea farà verosimilmente storcere il naso a più di uno nelle fila della maggioranza di via Capruzzi, soprattutto del Pd, ovvero dello stesso partito di Emiliano, visto che da mesi si attendeva il riempimento delle caselle di Giunta rimaste vuote con nomi di consiglieri della stessa originaria maggioranza (se non addirittura dello stesso partito di chi si era dimesso) che nel maggio del 2015 ha eletto Emiliano alla guida della Puglia. Come si ricorderà, fino a giugno scorso i posti vuoti nella giunta Emiliano erano addirittura tre, poiché, oltre ad uno specifico delegato all’Ambiente, mancavano anche il responsabile specifico ai Trasporti ed Infrastrutture, che fino a luglio dello scorso anno era il consigliere Gianni Giannini del Pd e che – come è pure noto – è ritornato al suo posto in giunta dopo un anno esatto dalle dimissioni, essendo stata archiviata la posizione di indagato nell’ambito di un’inchiesta della Procura barese che lo aveva inquisito. L’altra casella della giunta Emiliano tutt’ora libera – come è noto – è quella dell’Assessorato alla Sviluppo ed Attività economiche, lasciata vuota lo scorso fine marzo – sempre per dimissioni – dal consigliere ionico Michele Mazzarano del Pd, finito al centro di un gossip giornalistico circa un presunto scambio di favori inerenti la sua elezione del 2015. Quindi, l’ingresso ora nell’esecutivo pugliese di un consigliere proveniente dalle fila dell’opposizione di centrodestra alla Regione rappresenta un allargamento a destra del perimetro della maggioranza che sostiene Emiliano. E considerato che sul fronte di sinistra il rappresentante di Sinistra italiana-Leu, Cosimo Borraccino, dichiaratamente all’opposizione già da alcuni mesi, è però restio a ritornare sui suoi passi, per entrare ad occupare l’unico posto della giunta ancora vacante e messogli a disposizione dal presidente Emiliano con l’intento di preservare la compattezza della maggioranza di centrosinistra, allora il nuovo e recente ingresso nell’esecutivo regionale di ex forzista potrebbe significare ancor di più uno sbilanciamento a destra dell’asse della maggioranza che sostiene il governatore pugliese nell’Aula di via Capruzzi. E questa novità verosimilmente è destinata a creare non pochi mal di pancia sia tra coloro che nutrivano qualche aspettativa di chiamata nell’esecutivo (soprattutto nel gruppo consigliare del Pd) che tra quelli dell’originaria coalizione di maggioranza che non vedono di buon occhio il trasversalismo di Emiliano e, quindi, l’allargamento a destra delle alleanze del centrosinistra regionale. Problema, questo, che di riflesso interesserà quasi sicuramente anche il centrosinistra barese per le amministrative del prossimo anno, quando il duo “Cassano & Stea” dovranno organizzare e schierare la lista di “Puglia popolare” per le elezioni al Comune di Bari. Infatti, anche qui l’accoglimento di altri due autorevoli ex forzisti nell’area del centrosinistra locale, dopo quanto già verificato nei sondaggi con il passaggio dell’ex sindaco e deputato di centrodestra Simeone Di Cagno Abbrescia nell’orbita politica di Emiliano, potrebbe essere un problema politico di non poco conto per il sindaco uscente che si ripresenta, Decaro per l’appunto, che nell’Aula “Dalfino” ha già portato dalla sua parte (ma non in giunta!) gran parte delle risorse elettorali dell’ex senatore di centrodestra Cassano. Per cui è probabile che alle amministrative baresi del prossimo anno non sia presente nel centrosinistra un’autonoma lista di candidati di Cassano e Stea per non turbare troppo gli equilibri politici a sinistra di Decaro e già in essere, ma che i due ex forzisti recensente attratti nell’orbita del centrosinistra si limitino soltanto ad appoggiare propri candidati al Comune presenti in qualcuna delle civiche in via di composizione. Intanto il consigliere Stea la “cambiale” di Emiliano nei suoi confronti l’ha incassata. Per quella del governatore a favore di Cassano bisognerà forse aspettare ancora un po’ più di tempo. Anche perché la nomina alla presidenza del Parco dell’Alta Murgia non è di competenza esclusiva della Regione Puglia, ma deve essere in accordo con il Ministero dell’Ambiente e, quindi, con il Governo nazionale. E, considerati i rapporti del Governo “giallo-verde”con il presidente Emiliano, non sarà verosimilmente facile una concertazione in tempi brevi. Invece, per conoscere quanto varrà effettivamente in termini elettorali il duo “Cassano-Stea” nello schieramento di centrosinistra bisognerà attendere almeno l’esito delle prossime elezioni amministrative di Bari e degli altri centri del barese in cui si rinnova consiglio comunale e sindaco.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 22 Settembre 2018