Cultura e Spettacoli

Il Pifferaio è tanto buono e bravo, ma…

Le fiabe e il rancore, il cinismo, la crudeltà, l’efferatezza… Inutile riaprire il dibattito sull’opportunità psico-pedagogica di questi antichi racconti popolari nei quali si sono forgiate generazioni. Ma non si può fare a meno, viste le circostanze di cui ci occupiamo, di osservare come tra le fiabe rielaborate dai Grimm quella del Pifferaio di Hamelin spicchi per desolazione. Non orchi o streghe rappresentano qui il Male, bensì un’orda di pantegane (oltre, si può solo immaginare l’Anticristo). Non bastasse, la leggenda si ‘arricchisce’ della vendetta del Pifferaio : 130 ragazzi rapiti per ritorsione debitoria con le stesse modalità ‘musicali’ usate verso i ratti di cui prima e che, nella versione più cupa, muoiono di privazioni in una caverna. Andrea Calabretta  non ci sta e forza la mano alla tradizione introducendo un ragionevole lieto fine. Coerentemente, smussa altri aspetti grevi. Così, l’esercito dei topi si riduce ad una patetica e danzerina armata di burattini in peluche al comando di un Re da operetta, mentre a comandare Hamelin è un borgomastro più tronfio che taccagno. E il misterioso pifferaio? Non più che un poveraccio che incespica nelle parole. Con ‘Il Pifferaio di Hamelin’ (Teatro Verde, Roma) si è chiusa a Bitonto la ventunesima edizione di ‘Ti fiabo e ti racconto’, l’ormai affermato festival di teatro-ragazzi. Atrio della Scuola Fornelli gremito per un lavoro che Calabretta interpreta insieme a Daniele Miglio, Gabriele Tuccimeri e Veronica Olmi. Di quest’ultima la regia. La Olmi prova ad arricchire il lavoro con burattini, trampolieri, mangiafuoco, canzoni e movimenti coreografici. Ugualmente, il lavoro, non sostenuto da un’idea originale e privo di acuti, non decolla, salvo nel finale, quando la ‘verde’ platea si ritrova in piedi a danzare in sintonia con gli interpreti. Buona comunque l’accoglienza del pubblico. Degne di segnalazione, infine, le musiche originali a firma di Valerio Bonome (scene e pupazzi : Lorenzo Terranera ; costumi e burattini : Alessandra Ricci ; movimenti coreografici Cinzia Franchi). E’ così calato il sipario su una rassegna sempre più autorevole. Notevole davvero la lista dei ringraziamenti inclusa nel pieghevole di rassegna. Ciò segnala, oltre alla passione con cui questo appuntamento estivo è curato da vent’anni, il credito che il Festival incontra presso figure diverse dalle solite figure istituzionali : librerie, associazioni no-profit, comunità religiose.. e artisti, compagnie e collaboranti a vario titolo. Un segnale di apertura che incoraggia, che sprona a stringere i denti e andare avanti.

Italo Interesse


Pubblicato il 3 Settembre 2016

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio