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Il “poltronificio” di Emiliano alla Regione è sempre attivo

Il “poltronificio” del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, è perennemente in attività. Infatti, dopo le nomine della scorsa settimana nel suo staff dell’ex sindaco di Manfredonia, Angelo Ricciardi (decaduto alla fine del 2019 a causa dello scioglimento coatto per infiltrazioni mafiose del Consiglio comunale sipontino), dell’ex assessore allo Sviluppo economico e consigliere regionale Cosimo Borraccino e di un consigliere comunale di Foggia, Rosario Cusmai, (questi ultimi entrambi candidati non eletti alle regionali dello scorso settembre), anche questa appena iniziata si è aperta con il “reclutamento” nei ranghi della Regione di un altro “trombato” eccellente alle scorse elezioni. Difatti, un altro ex consigliere regionale non riconfermato il 20 e 21 settembre scorsi, Ernesto Abaterusso, esponente di
Articolo Uno e candidato a Lecce nella lista “Senso Civico” per le regionali, è stato nominato consigliere del Presidente per i rapporti con il ministero della Salute, con particolare riferimento alla gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 e allo stato di attuazione del potenziamento della rete ospedaliera. Abaterusso, Borraccino e Cusmai, pur essendo risultati i più suffragati nelle rispettive liste provinciali in cui erano candidati (“Senso Civico” i primi due ed “Italia in Comune” il terzo), non sono stati comunque eletti, poiché dette liste non sono riuscite ad ottenere la percentuale minima del 4% su base regionale per essere ammesse alla ripartizione dei seggi spettanti alla maggioranza in Consiglio regionale. Quindi, questi neo-reclutati di Emiliano nello staff presidenziale, con il loro consistente pacchetto di voti, rappresentano per Emiliano sicuramente un buon potenziale da cui partire in Puglia alle prossime politiche, nel caso in cui il governatore pugliese dovesse dar vita ad un partito del premier dimissionario, Giuseppe Conte. Certo, gli arruolamenti del governatore pugliese per una eventuale iniziativa a sostegno di un nuovo partito nel panorama del centrosinistra non possono essere limitati in Puglia solo a nomi innanzi citati. Perciò è possibile che, se il progetto politico in simbiosi con Conte, di cui si parla da mesi, dovesse prender corpo, nelle prossime alla Regione Puglia di nomine analoghe potrebbero giungerne altre da parte del presidente Emiliano. Già queste, però, di critiche e polemiche ne hanno suscitate non poche, non soltanto da parte dell’opposizione di centrodestra, ma soprattutto da alcuni nomi noti del maggior partito che sostiene il governatore pugliese in Consiglio regionale, ossia il Pd. Infatti, tra i primi a dissentire pubblicamente, per il proliferare delle nomine fiduciarie di Emiliano in questo inizio di legislatura, figura il consigliere regionale Fabiano Amati del Pd, che sulla questione è intervenuto con una nota per dichiarare che “il divertimento di Emiliano nel moltiplicare gli incarichi di consulenza per trasformarli in medaglie di latta, affinché tutti si sentano protagonisti senza però esserlo per davvero” non è serio per l’Ente di cui è parte in Consiglio. Perciò, ha sottolineato l’esponente regionale brindisino: “credo ci sia bisogno di fermare l’allestimento di questo strano comitato ‘Amici miei’ “, in quanto la salvaguardia dell’Ente è sicuramente “la prima cosa che dovrebbe riguardarci”. Ma l’affondo di Amati è stato ancor più pesante, poiché proseguendo ha fatto un richiamo a quanti in privato nella coalizione di cui è parte stanno criticando il governatore per le sue nomine fiduciarie a “go-go” date ai non eletti, ma in pubblico tacciono. Nel PD a rendere noto pubblicamente il proprio dissenso sul proliferare dei nomi che, a spese dei contribuenti pugliesi, affiancano il governatore Emiliano a titolo di consiglieri politici o consulenti, c’è anche un’altra pesante dichiarazione. Ossia quella del vice presidente del Gruppo Dem alla Camera dei Deputati, il foggiano Michele Bordo, che con una recente nota ha dichiarato: “Se il sostegno di Michele Emiliano in Puglia al presidente Conte è la pesca a strascico di questi giorni, meglio lasciar perdere”, perché a suo dire “sarebbero più i danni che i benefici”. “Vanno bene il rafforzamento della coalizione e il dialogo con le liste civiche, – ha commentato Bordo – ma non possiamo certo imbarcare chiunque” poiché, secondo il deputato foggiano, “c’è un limite a tutto”. E lo spiega: “Non si può manifestare in prima fila per la legalità e poi fare operazioni che vanno in tutt’altra direzione. Così le istituzioni perdono credibilità e forza”. Ed il riferimento di Bordo con queste sua ultima frase è fin troppo chiaro. Infatti, il richiamo alla legalità è sicuramente rivolto al fatto che uno dei nominati da Emiliano è l’ex sindaco di Manfredonia, Ricciardi, che alle regionali non è stato neppure tra i candidati che sostenevano il governatore uscente, in quanto interessato da interdizione conseguente al motivo dello scioglimento, da parte del ministero degli Interni, dell’Assise comunale di cui era espressione. Ma non è di certo la prima volta, né tantomeno è una novità per i pugliesi che il governatore Emiliano non di rado predica bene, ma sovente rozzola male. Non a caso la ex sfidante grillina di Emiliano, Antonella Laricchia (l’unica – tra l’altro – del gruppo consigliare del M5S che è rimasta all’opposizione), ha colto la palla al balzo per ripresentare una proposta di legge su “Norme in materia di nomine e designazioni di competenza della Regione” che nella scorsa legislatura passò in Commissione, ma poi non approdò mai in Consiglio per l’approvazione. Un ddl che in precedenza, se fosse stato accolto favorevolmente dal voto in Assemblea, sicuramente avrebbe reso alla Regine Puglia i criteri di nomina più trasparenti e su basi principalmente meritocratiche. Ma a quanti effettivamente avrebbe fato comodo una tale selezione? Alla luce di ciò che sta accadendo, al governatore Emiliano verosimilmente no. Ma forse non soltanto a lui.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 3 Febbraio 2021

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