Il poltronificio di Emiliano ha prodotto un’altra nomina politica
La Giunta regionale pugliese ha designato il tarantino Lucio Lonoce a componente del Consiglio di amministrazione della controllata “Acquedotto Pugliese Spa”. Lonoce, che nel cda di Aqp prenderà il posto di Salvatore Ruggeri (rimosso dall’incarico – come si ricorderà – lo scorso 8 luglio, per essere finito agli arresti domiciliari, a seguito di un’inchiesta della Procura di Lecce), è stato presidente del Consiglio comunale di Taranto durante la prima amministrazione Melucci ed è stato confermato consigliere nell’ultima tornata elettorale nelle fila del Pd, risultando tra i più suffragati. Ma lo scorso luglio, pur essendo nuovamente in corsa per essere riconfermato presidente del Consiglio comunale ionico, poi è stata fatta una scelta diversa in quanto quell’incarico è stato assegnato ad un consigliere della lista comunale di “Con”. La nomina di Lonoce nel cda di Aqp ha già generato polemiche non soltanto da parte delle opposizioni, ma financo tra le fila del Pd. Infatti, il consigliere regionale dem Fabiano Amati, prima dell’ufficializzazione, aveva commentato: “L’Acquedotto pugliese e il suo Cda servono per dare acqua e fogna ai pugliesi e non per regolare conti politici. Risulta pertanto del tutto impropria l’eventuale nomina nel CdA di Aqp di un consigliere comunale di Taranto per risarcirlo della mancata nomina a presidente del Consiglio comunale”. “In questo senso – ha avvertito in fine Amati – la mia opinione può ben valere quanto una diffida a non procedere, smettendola di utilizzare questo sistema di cooptazioni in enti e società solo per esigenze politiciste”. Mentre, per il consigliere regionale massafrese Michele Mazzarano del Pd, “è giusto che Taranto sia rappresentata nel Cda della società Acquedotto Pugliese”. “Quello ionico – ha aggiunto Mazzarano – è il territorio meno presente nelle Agenzie e nelle Società controllate dalla Regione Puglia. Per questo dispiace che il collega Amati, preso dalla smania di dover criticare tutte le scelte del presidente Emiliano, non abbia tenuto conto di questo aspetto”. Invece, per il neo capogruppo del partito della Lega alla Regione, Giacomo Conserva, ed i colleghi leghisti dell’aula barese di via Gentile, Gianni De Blasi, Fabio Romito e Joseph Splendido, “continua senza sosta l’utilizzo delle Istituzioni da parte del presidente Emiliano per sistemare e ricucire i conti politici all’interno del Pd ionico”. “Un modus operandi –ha proseguito Conserva – in perfetto stile da prima Repubblica che ci allontana sempre di più dai tanto decantati, e raramente applicati, principi di meritocrazia e trasparenza”. “Ma così – ha esclamato il capogruppo del partito di Matteo Salvini – si mortificano le Istituzioni pubbliche”, ricordando il perché nei giorni scorsi il Gruppo leghista alla Regione ha presentato una proposta di legge di buon senso che punta a valorizzare il merito, la competenza e la professionalità all’interno della gestione amministrativa regionale pugliese e, in particolare, nelle nomine presso i consorzi, agenzie, fondazioni e società partecipate”. Altrettanto polemica e pungente la nota del Gruppo regionale di Fratelli d’Italia su quest’ultima nomina del governatore Emiliano. Infatti, per il Capogruppo del partito della neo premier Giorgia Meloni alla Regione Puglia, Francesco Ventola, che considera “imbarazzante l’uso personale del potere” da parte di Emiliano. Infatti, ha esordito Ventola: “Dopo oltre 4 mesi ‘l’elefante’ Michele Emiliano ha partorito il ‘topolino’ Lucio Lonoce come nuovo componente del cda dell’Aqp”. Infatti, per Ventola, “è evidente che questa ‘poltrona’ non veniva occupata fino a quando non serviva a risarcire qualche fedelissimo che non era stato possibile sistemare altrove”. Per poi rilevare che “nella nota stampa della Giunta regionale che dà notizia della nomina (ndr – di Lonoce) nessun curriculum professionale è allegato”. Per cui – a dire del Capogruppo di Fdi – non è dato sapere “se Lonoce potrà essere un ottimo amministratore della società idrica più importante a livello europeo”, però “sappiamo che ha un ottimo curriculum politico all’interno del Pd” tarantino. Ma anche per quest’ultima nomina il partito pugliese del premier Meloni non si dichiara meravigliato, poiché “Emiliano ha trasformato la Puglia in un poltronificio, ogni nomina ha una connotazione politica e serve ad accrescere o mantenere consenso, non certo a portare professionalità di peso all’interno della macchina amministrativa”. Però, ha commentato ancora Ventola, “un uso così spregiudicato e personale delle poltrone dovrebbe far riflettere qualcuno della maggioranza”. Anche per la pentastellata Antonella Laricchia (l’unica dei 5 rappresentanti del M5S nel Consiglio regionale pugliese rimasta dopo il voto del 2020 all’opposizione) ha colto l’occasione di quest’ultima nomina di Emiliano per ricordare che dalla scorsa legislatura si batte per introdurre una nuova procedura più trasparente e meritocratica per la nomina e la designazione di incarichi di competenza regionale. “Non si può più andare avanti così!” – ha esclamato Laricchia, per poi far presente di aver nuovamente depositato la proposta di legge per liberare questi incarichi dalle ingerenze politiche e che nella scorsa legislatura la proposta è stata approvata in seconda commissione dopo numerosi tentativi di affossarla, ma non è mai arrivata in aula. “Questa volta – ha sottolineato l’unica esponente grillina rimasta fuori dalla maggioranza che sostiene Emiliano – chiedo che sia calendarizzata in commissione nel più breve tempo possibile, in modo da poter essere esaminata in consiglio in tempo utile”. Infatti, per Laricchia, “nomine in enti e società importanti per la vita dei pugliesi devono affrancarsi dalla logica politica”. E dopo aver ricordato nei dettagli l’obiettivo e lo schema di tale sua proposta di legge sulle nomine, Laricchia ha concluso: “Con questa proposta di legge si favorirà un riordino di tutta la disciplina in materia di nomine e si renderanno più trasparenti, chiare e meritocratiche le procedure di nomina, soprattutto in considerazione del fatto che negli ultimi anni la normativa in materia è stata spesso disattesa, con risultati purtroppo sotto gli occhi di tutti per quello che riguarda l’efficienza di alcuni enti e agenzie”. Ma sarà questa davvero la volta buona che detta proposta di legge venga accolta dall’Assemblea pugliese? Molto dipenderà verosimilmente anche dai 4 colleghi pentastellati della stessa Laricchia (come è accaduto circa un mese fa per l’approvazione della legge di riforma dell’Arpal-Puglia, che ha determinato la decadenza del dg Massimo Cassano) e che a differenza sua, da gennaio del 2021, sostengono a mani basse, sia nell’esecutivo che nell’Assemblea pugliese di via Gentile, il governatore Emiliano.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 17 Novembre 2022