Il Professore aveva perso tutto, tranne la vita…
Una delle doti principali degli uomini di successo è la reattività, questa attitudine a rintuzzare qualunque colpo della mala sorte o dei nemici personali. Tra i tanti personaggi che hanno messo in luce questa qualità dello spirito possiamo annoverare Gaetano Salvemini, il celebre meridionalista, storico e antifascista nato a Molfetta 142 anni fa e del quale ricorre oggi l’anniversario della nascita. Laureatosi in lettere a Firenze nel 1896, Salvemini si dedicò allo studio della storia medioevale, subito mettendosi in luce per acume e spirito critico, prima di dedicarsi all’insegnamento. Dopo aver insegnato latino in una scuola media di Palermo e storia nel Liceo Torricelli di Faenza, ottenne nel 1901, a soli ventotto anni, la cattedra di Storia moderna all’Università di Messina. Dalla città siciliana andò via nel gennaio del 1909. Andò via col cuore straziato. Pochi giorni prima, nello spaventoso terremoto che devastò lo Stretto il 28 dicembre del 1908, aveva perso tutta la sua famiglia… A Messina viveva con la moglie, la sorella e i cinque figli. Erano circa le 5:20 di quel giorno fatale quando un terremoto dell’undicesimo e penultimo grado della scala Mercalli colpiva la città. Svegliatisi di soprassalto, mentre tutta la casa ondeggia paurosamente, i coniugi Salvemini accorrono nella vicina stanza dove dormono i cinque piccoli e la sorella di lui. Per un caso il professore si trova vicino al vano della finestra quando il pavimento crolla trascinando nel vuoto i sette poveretti. Siccome il muro maestro tiene, Salvemini può aggrappandosi alle tende evitare di cadere mentre l’edificio si squassa sempre di più. Le macerie in basso si accumulano arrivando a pochi metri dai piedi del professore che oscillano nel vuoto. La circostanza gli salverà la vita poiché nel momento in cui il reggitenda cede, Salvemini fa un volo piuttosto breve malgrado abiti al quarto piano. Si rialza dalle macerie pressoché illeso, si guarda attorno annichilito, ha perso tutto tranne la vita… E la vita (la seconda) di Gaetano Salvemini ricomincia da quel giorno. Con straordinaria forza d’animo torna all’insegnamento (sarà docente prima all’università di Pisa, poi a quella di Firenze) e all’impegno politico : pubblica ‘Il ministro della malavita’, saggio politico che denuncia gli abusi di Giovanni Giolitti. Il resto è noto : eletto deputato, Salvemini si schiera contro il Fascismo. Arrestato, processato e in seguito amnistiato, può rifugiarsi clandestinamente in Francia. Di là si trasferisce in Gran Bretagna. Nel 1929 accoglie l’invito dell’Università di Haward e si sposta negli USA dove resterà sino al dopoguerra. Rientra in Italia nel 1949 per insegnare all’Università di Firenze.
Italo Interesse
Pubblicato il 8 Settembre 2015