Cultura e Spettacoli

Il “pronto e fitto fuoco di moschetteria” mise in fuga i Turchi

Verso l’imbrunire del 4 luglio 1562 la Torre Pelosa – come un tempo si chiamava la postazione d’avvistamento che ancora oggi svetta nel punto più alto di Torre a Mare (vedi immagine) – veniva assalita dagli uomini sbarcati da due piccole galee turche. Vuoi perché la guarnigione era agguerrita, vuoi perché quella torre l’avevano progettata bene, il “pronto e fitto fuoco di moschetteria” opposto dai difensori bastò a mettere in fuga gli assalitori. Un successo, viene da pensare, reso possibile anche dallo sconcerto degli assalitori, i quali – a ragione della storica mancanza di combattività delle nostre genti – erano impreparati alla resistenza.  Il resto possiamo immaginarlo: gli stessi soldati, smesse le armi, si attivano per accendere un gran fuoco sulla sommità della fortificazione allo scopo di far giungere il segnale di pericolo ai centri abitati più vicini, ovvero Bari e Mola; il segnale ottico, una volta captato dalla postazione più vicina, veniva ritrasmesso – ancora nella stessa direzione – a un’ulteriore torre di guardia e così via sino a raggiungere la meta. Un episodio pochissimo noto, anche perché sottovalutato, soprattutto un episodio anomalo. A meno di muoversi in più di mille, di norma i turchi scansavano i centri abitati affacciati sul mare cercando invece l’approdo nei punti intermedi fra le tante torri di avvistamento che in quel periodo presidiavano la costa adriatica pugliese. Loro obiettivo erano i villaggi indifesi e i casolari dell’immediato entroterra. Una volta rapiti giovani d’ambo i sessi e rubacchiato il possibile fra bestiame e farina, i predoni riprendevano il mare prima dell’arrivo delle colonne di armati allertate dagli uomini in servizio presso le torri con segnali di fumo o di fuoco, a seconda che si agisse di giorno o di notte. Perché allora puntare proprio su un fortino? Rischiare il massimo per rifornirsi di qualche moschetto e polvere nera non aveva senso. Da sola, una ragazza illibata valeva sul mercato degli schiavi più di dieci moschetti e un barile di polvere da sparo. Forse quell’attacco a Torre Pelosa nascondeva un disegno più vasto: disattivare il più importante punto d’osservazione fra Bari e Mola e valutare quale delle due città attaccare. Ciò fa presupporre che una flotta nemica incrociasse al largo in attesa del via libera. Neutralizzata la guarnigione di Torre Pelosa, le due galee avrebbero ripreso il mare per ricongiungersi alla flotta in agguato In questo modo, colte di sorpresa, Bari o Mola non avrebbero avuto il tempo di chiamare rinforzi, preparare le artiglierie e chiamare a raccolta tutti gli uomini validi. Chissà che quel pugno d’uomini opponendo la fiera resistenza che opposero non abbiano impedito che un’altra sanguinosa pagina della storia di Puglia venisse scritta.

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 6 Giugno 2019

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