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Il rebus dei nove milioni di euro bruciati dalla Fiera del Levante…

Prima di tutto i numeri, quelli che sono emersi, foschi, dall’ultimo bilancio approvato l’estate scorsa dal Consiglio d’Amministrazione della Fiera del Levante. A presentarlo il neopresidente Gianfranco Viesti, già assessore della prima giunta Vendola che ha esposto freddamente i dati del resoconto, confrontandoli con i dati degli esercizi precedenti. Un bilancio in rosso che ha subito mostrato una netta riduzione dei ricavi, circa 700 mila euro in meno rispetto all’anno 2006, “riduzione dovuta alla convergenza di tre elementi: le enormi difficoltà dell’economia italiana, un rilevante rallentamento nel settore fieristico e molteplici criticità interne all’Ente espositivo”. Inoltre – ha proseguito il Presidente Viesti – c’è stata una riduzione delle manifestazioni sia dirette che indirette, nonché minori contributi”. Eggià, il Ministero dell’Agricoltura, per esempio, non ha versato alcun contributo alla fiera barese perché, nell’anno 2010, non sono state reiterate alcune manifestazioni, mentre sono aumentati i contenziosi avviati con i dipendenti. Una vera piaga: nel 2006 erano pendenti quarantatre cause, all’inizio di quest’anno ne restano ventotto. Dunque il rapporto tra i dipendenti dell’Ente fieristico (72) e i contenziosi aperti (28), è abnorme, come conferma ancora lo stesso Viesti: “i contenziosi con il personale non denotano un aspetto positivo, ma rispetto agli anni precedenti, quelli interni si sono ridotti. Purtroppo, è anche vero che, molti di questi risalgono a vent’anni fa e ancora oggi ne stiamo pagando le spese”. Ma sono in aumento anche oneri di gestione e della pubblicità, spese antincendio e tasse sui rifiuti per un Bilancio 2010 impietoso. Eppoi a pesare ci sono i costi del personale (dalle 71 unità del 2006 alle 72 del 2010 di cui 46 a tempo pieno/indeterminato, 23 a part time indeterminato e 3 a tempo determinato) saliti dai 4.013.405 euro del 2009 ai 4.126.706 del 2010. A rendere tutto più difficile da digerire, anche se pochi ne parlano ancora negli uffici della Fiera, un’inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica di Bari, di cui invece hanno parlato tutti i giornali e tv locali alla fine dello scorso anno. Consulenze esterne, assunzioni e contratti fino a 60mila euro coi sostanziosi riconoscimenti ‘extra’ in busta paga, roba per pochi eletti. Gli investigatori delle Fiamme Gialle calati negli uffici fieristici hanno messo gli occhi anche sui finanziamenti per alcune manifestazioni specializzate organizzate al di fuori della Campionaria, aggiungendo alla lista corsi di formazione e altre strane sponsorizzazioni, tutti documenti confluiti in un fascicolo che contiene anche gli ultimi bilanci dell’Ente Fiera. Al setaccio, per esempio, quasi 5 milioni di euro utilizzati due anni fa per ripianare le solite, ingenti perdite, lasciando intatti, come detto, i contenziosi pendenti coi dipendenti, mentre altri si vedevano riconoscere ingenti premi di produttività, sproporzionati rispetto ai tempi di vacche magre imposti dai bilanci a rosso fisso. Nel mirino degli investigatori dopo le denunce dei sindacati,  in particolare, sarebbe finito un salone dell’Olio, manifestazione che avrebbe ottenuto un milione di euro dall’allora ministro all’Agricoltura, favorendo intermediari e società che alla fine avrebbero incassato più di quanto stanziato originariamente. Un altro dei tanti rebus da chiarire prima di parlare veramente della costruzione di centri congressi e rilancio della Fiera del Levante, a Bari….(fdm)
 
 
 
 
 


Pubblicato il 15 Settembre 2011

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