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Il “rebus ” Maurodinoia nella formazione della nuova giunta regionale

Se nel centrodestra pugliese le polemiche del dopo voto sono già scoppiate e riguardano le possibili cause della sconfitta, nel centrosinistra invece il clima festoso di scampato pericolo e la vittoria ottenuta dal  governatore uscente, Michele Emiliano, con un distacco di ben otto punti di vantaggio sullo sfidante più temuto, Raffaele Fitto, hanno per il momento silenziato dissapori e dispiaceri all’interno della formazione vincente. Ma ciò non significa affatto che anche nel centrosinistra di Emiliano il “fuoco” per le polemiche non covi sotto le ceneri della tornata elettorale. Infatti, nel centrosinistra l’innesco per un verosimile primo focolaio di polemiche si profila già all’orizzonte sulle aspettative di ingresso in giunta, sia da parte degli eletti di maggiorana in Consiglio regionale, sia da parte di qualche “escluso” dalle urne che, però, forse spera di essere ripescato nell’esecutivo da esterno. Sta di fatto che il riconfermato governatore, Emiliano, due delle dieci caselle dell’esecutivo le ha già impegnate quando, nei giorni scorsi, ha dichiarato che il professor Pierluigi Lopalco (eletto consigliere con oltre 14mila preferenze nella circoscrizione di Bari nella lista “Con”) sarà assessore alla Sanità ed il veterano consigliere Donato Pentassuglia (Pd) della circoscrizione tarantina sarà il prossimo assessore all’Agricoltura. Quindi, di posti in giunta ancora da occupare di fatto ne restano otto, di cui due – come è noto –  reclutabili eventualmente all’esterno del Consiglio. Però, Emiliano ha pure fatto sapere che la composizione del nuovo esecutivo dovrà rispettare a pieno la parità di genere e, quindi, dovrà essere per metà al maschile e metà al femminile. Ossia cinque assessori uomini e gli altri cinque donne. E se così dovesse effettivamente essere, qui verosimilmente sorgeranno non pochi problemi per il riconfermato governatore. Infatti, delle otto donne che saranno presenti nell’Assemblea pugliese eletta domenica e lunedì della scorsa settimana, solo cinque di esse come è noto – sono di maggioranza e tutte del Pd, mentre le restanti tre appartengono all’opposizione penta stellata. Quindi, salvo la sorpresa di un eventuale e quantomeno difficile allargamento della maggioranza al M5S, il governatore pugliese le “rappresentanti rosa” della sua nuova Giunta dovrebbe reclutarle tutte o quasi tra quelle del gruppo consigliare del partito di Nicola Zingaretti. Infatti, nel caso limite che entrambi gli assessori esterni li scegliesse donne, non meno di tre deve cooptarle dalle cinque elette del Pd. Però, in quest’ultimo caso (ovvero che due delle cinque rappresentanti femminili del Pd siano escluse) sarà sicuramente un problema non da poco per Emiliano decidere i due nomi da escludere. E ciò anche perché, nel predetto contesto assembleare, le eventuali esclusioni al femminile potrebbero apparire agli occhi degli elettori pugliesi come una sorta di penalizzazione nei confronti delle possibili escluse. Quindi, proprio il già dichiarato rispetto della parità i genere nella composizione dell’esecutivo da parte di Emiliano potrebbe rivelarsi per lui un rompicapo da sciogliere ancora maggiore di quello per la scelta degli assessori maschi, per i quali – se ciò che ha affermato dovesse essere confermato – le “caselle” ancora da riempire non dovrebbero essere più di tre. In cima alla liste dei possibili assessori donna dovrebbero esserci sicuramente da un lato la leccese Loredana Capone che ( – come si ricorderà – in passato già consigliere regionale ed assessore al tempo del governatore Nichi Vendola e poi riconfermata in Giunta nel 2015 come esterna da Emiliano) questa volta è rientrata in consiglio, per cui l’ipotesi di una sua ulteriore riconferma dovrebbe essere quasi scontata, e dall’altro quella della barese Anita Maurodinoia che, delle cinque donne elette nel Pd, è l’unica uscente, essendo subentrata nel marzo del 2018 a Marco Lacarra, che – come è noto – alle politiche passò in Parlamento. Le altre tre elette sono a tutti gli effetti delle “new entry” in Consiglio regionale. Per quanto riguarda Maurodinoia va detto anche che quest’ultima è quella che ha fatto registrare tra le 5 donne elette il maggior numero di preferenze (quasi 20mila voti), oltre che essere risultata, a questa tornata elettorale in Puglia, la terza in assoluto per voti ottenuti, dopo il decariano Francesco Paolicelli (oltre 23mila preferenze) e l’assessore regionale foggiano al Bilancio, Raffaele Piemontese (circa 21.300 preferenze). Anche questi ultimi del Pd. Maurodinoia dalla sua può anche vantare di essere stata, nei suoi primi due anni e mezzo di presenza in Consiglio regionale, l’esponente che più di altri si è battuta per l’introduzione della doppia preferenza di genere. Ma queste sue referenze saranno sufficienti a garantire un suo ingresso certo nell’annunciata prossima giunta paritetica di Emiliano? Lo vedremo a breve, perché proprio il dinamismo elettorale e consigliare di Maurodinoia (da non dimenticare che già dal 2014 è nota con l’appellativo di “Lady preferenze” per il notevole numero di suffragi ricevuto da candidata al Comune di Bari, oltre 3000 e poi doppiati nel 2019) non la rende forse particolarmente gradita in alcuni ambienti della nomenclatura del Pd pugliese. Infatti, Sulle indiscrezioni di questi giorni
che vedono Maurodinoia in pole position per un incarico assessoriale, il segretario del Pd pugliese, Lacarra, alla conferenza stampa di presentazione delle donne elette alla Regione nelle fila del suo partito, ha tra l’altro dichiarato: “Non ci sono pole position e non ci sono posizioni di retroguardia. Oggi faremo una riunione di gruppo, ci parleremo”. Ma subito dopo, per stemperare quanto ha affermato, ha anche aggiunto: “Non ho avuto ancora la possibilità di confrontarmi con il Presidente, prenderò atto delle sue valutazioni in ordine alla composizione. Noi non abbiamo preferenze ma saremo pronti a metterci a servizio del Presidente, del suo programma e della sua azione di governo”.Peccato, però, che ancora una volta il segretario del principale partito pugliese della maggioranza regionale non abbia espresso alcuna indicazione politica precisa sia sulla composizione della nuova giunta di Emiliano, né tantomeno sui nomi di maggior peso politico di cui tener conto per la formazione. E ciò non fa che confermare verosimilmente che Emiliano, oltre ad essere il Presidente della Regione, è anche il vero “dominus” del Pd pugliese. A lui spetta, quindi, sciogliere anche il “rebus” di Maurodinoia assessore oppure no!

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 29 Settembre 2020

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