Cronaca

Il riordino ospedaliero di Emiliano è un “buco nell’acqua”

Il Piano di riordino ospedaliero della giunta Emiliano non porta nessun risparmio alle casse della Regione Puglia. Anzi potrebbe comportare addirittura qualche spesa in più rispetto al costo complessivo attuale, visto che nel Documento finanziario presentato dal Governo regionale si pensa già di diminuire la voce di spesa sanitaria destinata alla prevenzione dal 5 al 4,4% al fine di mantenere invariato il tetto annuale della spesa sanitaria pugliese. Quindi, la considerazione delle forze di opposizione alla maggioranza di centrosinistra che con Michele Emiliano governa la Regione Puglia, in particolare del capogruppo di Dit (Direzione Italia) in via Capruzzi, Ignazio Zullo, e del vice presidente dell’Assemblea regionale Giandiego Gatta di Forza Italia, è che i tagli degli ospedali programmati dal Governo regionale non servono assolutamente a niente dal momento che non portano vantaggi neppure sul piano dei costi. Infatti, il capogruppo di Dit in Consiglio regionale in una nota ha dichiarato: “La conferma che non vi è nessun risparmio, nonostante vengano chiusi reparti e declassati ospedali, è nella relazione che l’Assessorato alla Salute ha inviato alla prima Commissione in seguito a una mia continua sollecitazione”. E, continuando, ha ricordato di aver chiesto già un anno fa che accanto al Piano di riordino ci fosse la valutazione dell’impatto economico dello stesso sulla spesa sanitaria regionale. “Evidentemente – ha poi rilevato Zullo – non era una richiesta capziosa e strumentale, fatta per mettere i bastoni alla maggioranza, ma era per capire se a fronte dei sacrifici chiesti ai pugliesi, servizi sanitari che vengono accorpati e quindi comportano liste di attesa più lunghe, almeno vi fosse un concreto risparmio per la Regione Puglia”.  Però, oggi si scopre – sempre secondo Zullo – che non solo non c’è risparmio di costi, ma che “proprio per la riduzione della spesa che riguarda la prevenzione potremmo ritrovarci con una popolazione che si controlla meno e potrebbe ammalarsi di più”. Inutile ricordare, per il capogruppo di Dit, che più si spende nel prevenire le malattie, più si risparmia nella cura delle stesse che sono molto più costose. Pertanto, per Zullo, è anche inutile sperare che questo centrosinistra possa cogliere quelli che sono suggerimenti nell’interesse dei pugliesi da parte delle opposizioni. E per questo fa appello ai mass media affinché “tutti insieme si possa portare avanti un’operazione ‘verità’ dove nessuno ha intenzione di appuntarsi medaglie”, ma che invece si contribuisca, in un settore come la Sanità, a far stare meglio tutti. Ancor più duro il commento del vice presidente del Consiglio regionale, Gatta, che sullo stesso argomento ha esordito: “I pugliesi devono sapere che il piano di riordino, che prevede chiusure di ospedali e reparti, è stato furbescamente sospeso in vista delle elezioni e con ogni probabilità ne vedremo esplicare gli effetti dal giorno successivo alle stesse”. “Ma  – ha aggiunto Gatta – devono sapere anche che il governo regionale, ancora una volta, ha dimostrato la sua miopia politica, se è vero, come è vero, che i primi tagli previsti dal piano e già operativi hanno addirittura fatto crescere la spesa per l’assistenza sanitaria”. Infatti, ha rilevato inoltre anche l’esponente forzista, “giova ricordare che più volte (e da più forze politiche dell’opposizione) è stato richiesto un resoconto sull’impatto economico del piano di riordino ospedaliero, che la Giunta regionale non aveva redatto prima”. Ed ora che il resoconto è finalmente approdato all’attenzione della commissione Bilancio di via Capruzzi, il quadro è stupefacente, perché – ha esclamato Gatta –  “la spesa regionale, con i tagli previsti da Emiliano, potrebbe lievitare!”  La colpa? In gran parte della mobilità passiva, ovvero della spesa sostenuta dalla Regione per coprire i costi di chi, vedendo ridotta l’offerta sanitaria pugliese, ricorre ai ‘viaggi della speranza’ in altre località extraregionali. Quindi, anche per Gatta, “se la Giunta, come buonsenso avrebbe suggerito, avesse redatto il piano conoscendone l’impatto economico-finanziario, probabilmente tante realtà assistenziali non sarebbero state ridotte o smantellate”. A farne le spese di simili errori così marchiani, come al solito, saranno i pugliesi che, come ha rilevato lo stesso vice di Loizzo in consiglio regionale, “saranno costretti a ricorrere a strutture di altre Regioni e a pagare servizi salatissimi in Puglia per coprirne i costi”. Anche un altro consigliere dell’opposizione di centrodestra in via Capruzzi, Domenico Damascelli (Fi), è intervenuto sulla questione per rilevare che nella Sanità pugliese è accaduto qualcosa di simile al paradosso di Churchill in cui un uomo in piedi in un secchio cercava di sollevarsi tirando il manico. Infatti, ha rilevato Damascelli in una nota: “Emiliano ha pensato che chiudendo gli ospedali e tagliando i reparti potesse risparmiare (lasciando intatti gli sprechi). E invece no: aumenta la mobilità passiva per i cittadini che, giustamente, vanno in altre Regioni per ricevere l’assistenza che in Puglia non trovano più”. Quindi, rivolgendosi al governatore pugliese, il consigliere forzista della provincia di Bari ha esortato: “Emiliano, se (tra una comparsata in tv e un impegno politico nazionale) ci sei… batti un colpo”, ricordando poi che da quando il Piano di riordino ospedaliero fu presentato furono avanzate perplessità sull’assenza di un documento che valutasse l’impatto economico-finanziario. Come dire, ha sottolineato Damascelli, di voler costruire un palazzo senza preoccuparsi di quanti soldi ci vorranno per realizzarlo. Infatti, ha rilevato ancora l’esponente forzista barese di via Capruzzi, ora “arriva impietosamente la relazione in I Commissione Bilancio del Consiglio regionale, per dimostrare il buco nell’acqua (l’ennesimo) fatto dal presidente-assessore alla Sanità”. Ma i pugliesi sembra che si siano a tutti i livelli ormai abituati ai “Buchi nell’acqua” dei governanti, per cui è pure possibile che anche stavolta non ci facciano caso e si rassegnino. E questo a maggior ragione nella Sanità, dove metter mano alle proprie tasche per risolvere i problemi di salute è certamente un’indifferibile bisogno e necessità. 

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 27 Maggio 2017

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