Il ritorno della cicogna
La settimana scorsa nel cielo di un aeroporto privato alle porte di Lecce è stato avvistato uno stormo di cicogne nere stimato fra le cinquanta e le cento unità. E si è gridato all’evento. Leggermente più piccola della cicogna bianca (è lunga un po’ meno d’un metro, pesa circa 3 chili kg e raggiunge un’apertura alare di due metri) la cicogna nera è specie rara in Italia. Dopo anni di assenza è tornata a nidificare nel 1994 in Piemonte (nel parco naturale del Monte Fenera) per poi ricolonizzare anche Calabria (1997), Basilicata (2000), Lazio (2002) Campania (2010). Ora sembra che questa specie abbia ripreso a nidificare anche da noi. Si ritiene perciò che lo stormo notato nel cielo di Lecce sia lo stesso avvistato il mese scorso a Melendugno. A differenza di quella bianca, la ‘ciconia nigra’ non ama i luoghi antropizzati, perciò nidifica preferibilmente su alberi di notevole altezza all’interno di boschi prossimi alle zone umide, oppure negli anfratti di pareti rocciose. E’ quest’ultimo l’habitat preferito in Puglia. Coppie di cicogne nere sono state ripetutamente avvistate nel Parco Regionale Terre delle Gravine. Il che da un lato ribadisce l’eccezionale valore naturalistico delle vertiginose incisioni orografiche che segnano il territorio tarantino e dall’altro sottolinea la necessità di difendere quest’habitat dall’invadenza dei cultori del climbing, i quali sono lasciati liberi di arrampicarsi in ogni periodo dell’anno, incluso quello della nidificazione. Conditio sine qua non, quest’ultima, per avviare, come si progetta, un Centro di Reintroduzione della cicogna nera. Se il progetto dovesse andare in porto, si potrebbe considerare l’idea di introdurre in Puglia anche la cicogna bianca. Quest’ultima nidificava in Italia ai tempi dei romani anche nella stessa Roma, costruendo i nidi sui cornicioni dei templi (come testimoniano Virgilio, Ovidio, Plinio il Vecchio e molti altri). Cantata da Dante e specie nidificante nel Belpaese fino al ‘500, la cicogna bianca scomparve a partire dal XVII secolo. Il ritorno spontaneo in Italia è stato registrato verso la fine degli anni cinquanta del Novecento. Negli ultimi anni si sta assistendo a un lento ma costante incremento della popolazione nidificante. Il che non esclude la Puglia, anche se in misura inferiore al caso della cicogna nera. Ma per incentivare il fenomeno si deve tenere conto delle diverse caratteristiche della Ciconia ciconia, la quale, a differenza della Ciconia nigra, non disdegna gli habitat antropizzati. Ciò significa avviare una serie di iniziative ad hoc. Per esempio in Calabria, che è la regione più attiva in fatto di reintroduzione della cicogna bianca, sono state installate 67 piattaforme artificiali su tralicci ovviamente isolati per prevenire la possibilità di folgorazione. Altrove, riproduzioni in materiali plastico sono applicate su tetti e campanili per attirare gli esemplari in migrazione.
Italo Interesse
Pubblicato il 20 Aprile 2021