Cultura e Spettacoli

Il sangue dei lucani

Avantieri gli artificieri dell’undicesimo reggimento Genio Guastatori di Foggia venivano allertati : c’era da mettersi in viaggio per Oppido Lucano, dove in località Scanzano era stata rinvenuta una bomba d’aereo della seconda guerra mondiale. Grande la sorpresa per uomini abituati a disinnescare ordigni nelle vicinanze di aeroporti, impianti industriali e infrastrutture portuali, non in zone, come la Lucania, che, priva di obiettivi sensibili, fu solo sfiorata da quella tragedia. Ma pur sfiorata, anche la Lucania dovette patire lutti e distruzioni. Bombardamenti alleati infatti colpirono Maratea, Lauria, Nemoli e il tratto ferroviario tra Metaponto e Grassano. Occupata dai tedeschi il 10 settembre, Matera dovette patire la distruzione del deposito ferroviario.  Il 18 la popolazione cercò di assalire alcuni depositi di viveri ma venne respinta dal fuoco delle mitragliatrici. Il 21 settembre, prima città del Mezzogiorno, Matera insorse in massa contro gli occupanti, che dovettero ripiegare  su Altamura non prima però d’aver fatto saltare il palazzo della Milizia dove erano rinchiusi prigionieri rastrellati ; in totale i morti, compresi quelli caduti negli scontri a fuoco, furono più di venti. La peggio l’ebbe Rionero, che già dall’11 settembre era in mano ai tedeschi. Il 16 i rioneresi nel timore che gli ex alleati distruggessero un importante magazzino viveri (come poi avvenne), lo assaltarono per mettere in salvo quei generi alimentari. La brutale reazione degli occupanti tolse la vita a un ragazzo e due donne, una delle quali arsa viva nell’incendio del magazzino. Otto giorni dopo un contadino, Pasquale Sibilia, sparò ad un paracadutista che sembrava gli stesse rubando una gallina. Colpito di striscio, il militare rispose al fuoco ferendo gravemente il contadino. Tanto non bastò a sedare la rabbia dei tedeschi che subito decretarono la rappresaglia. Rastrellati, sedici giovani  furono messi al muro insieme al Sibilia, portato in barella sul luogo dell’eccidio. Alla strage sfuggì però tale Stefano di Mattia perché svenendo nel momento in cui partiva la raffica ne evitò i colpi ; giacendo sotto i corpi dei compagni morti e lordato del loro sangue venne creduto morto dall’ufficiale al comando del plotone che gli risparmiò il colpo di grazia. Sul posto, nel dopoguerra, venne eretta una stele monumentale. Tornando ai nostri artificieri, la bomba di produzione statunitense e del peso di 45 kg è stata disinnescata e fatta brillare dopo due ore di lavoro trascorse in mezzo a imponenti misure di sicurezza (sul posto c’era anche un’autobotte dei Vigili del Fuoco della capacità di cinquemila litri).

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 3 Ottobre 2014

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