Cultura e Spettacoli

Il santo Curato d’Ars patrono dei parroci

Il quattro agosto, secondo il calendario della Chiesa, si celebra San Giovanni Maria Vianney

Il quattro agosto, in tutto il mondo cattolico, è la festa dei parroci. Infatti, secondo il calendario della Chiesa, si celebra San Giovanni Maria Vianney, comunemente conosciuto come il santo Curato d’ Ars che è patrono dei parroci. Ma chi fu san Giovanni Maria Vianney? Nacque in Francia l’ 8 maggio 1786 e morì sempre in Francia ad Ars sur Formans il 4 agosto 1859. Fu un sacerdote transalpino celebre per il suo zelo pastorale e le ore intere trascorse nel confessionale. Venne beatificato da Pio X e canonizzato da Pio XI nel 1925 e sempre nel 1925 venne dichiarato patrono dei parroci. Per capire qualche cosa di più di questo grande sacerdote santo, il Quotidiano di Bari ha intervistato il vescovo di Andria Monsignor Luigi Mansi.

Eccellenza Mansi, partiamo dalla figura del parroco. Chi è il parroco e qual è il suo compito?

“Intanto è corretto ricordare che il 4 agosto, in occasione della memoria di san Giovanni Maria Vianney, si celebra la festa dei parroci, spesso trascurati. In verità sarebbe meglio estendere la festa a tutti i presbiteri perchè la cura pastorale spetta anche a chi non ha il controllo di una parrocchia. In poche parole ogni sacerdote, che sia parroco o no, ha il compito di evangelizzare, proclamare la Parola ed amministrare i sacramenti”.

Torniamo alla figura del parroco…

“Il parroco è un sacerdote che ha il controllo di un territorio, la parrocchia. La parola parroco deriva dal greco e significa letteralmente vicino alle case. Dunque il parroco si connota per la sua vicinanza geografica alle case dei suoi fedeli, ma la sua non è soltanto una vicinanza geografica, quanto pastorale, spirituale ed affettiva. Il parroco è responsabile dal punto di vista della evangelizzazione di un territorio e deve possedere, per essere un buon parroco alcune virtù”.

Quali?

“La prima è l’assoluta dedizione e la disponibilità all’ ascolto manifestando la sua vicinanza ai fedeli, specialmente a quelli in difficoltà materiale e spirituale. Un buon parroco deve dare il buon esempio, risultare credibile nelle sue condotte e appunto andare incontro alle categorie più fragili, poveri, ammalati, emarginati. In poche parole sia un Vangelo visibile”.

Spesso sorgono nelle parrocchie i… partiti pro e contro il parroco. Deve proprio piacere a tutti?

“No. Questo non è possibile ed è successo proprio a Gesù, amato ed avversato, anzi tradito. Come buon padre di famiglia il parroco ha il dovere della chiarezza, ma talvolta deve essere severo, correggere, educare, rimproverare con modi caritatevoli e paterni per il bene dei fedeli. Tuttavia ha il dovere di risultare credibile nelle scelte personali e nei comportamenti, altrimenti finisce con l’essere un cattivo esempio”.

Passiamo a san Giovanni Maria Vianney detto Curato d’ Ars, colui il quale è il protettore dei parroci. Che cosa lo distingueva?

“Era un sacerdote zelante e sempre molto disponibile con i fedeli, non si risparmiava mai. Tanta gente lo ricercava per consigli e si confidava con lui. Anzi vi era chi andava da lui provenendo da altri paesi della Francia”.

Passava ore intere nel confessionale…

“Una sua caratteristica era dedicare gran parte del tempo e della giornata al sacramento della confessione. Come le dicevo, era così attento e scrupoloso ed anche profondo che vi era chi andava apposta da lui proveniente da paesi vicini ed anche lontani. Un poco quello che accadeva a Padre Pio”.

E’ importante il sacramento della confessione o penitenza che oggi sembra aver perso parte della sua centralità?

” E’ fondamentale. Il fedele che si confessa alla fine prova la gioia di sentirsi perdonato e questo è molto bello. E’ il sacramento che ci fa sentire perdonati e riconciliati con Dio”.

Vi è chi sostiene: ma perché devo dire le mie cose ad uno che in fondo è uno come me, un altro uomo?

“Un errore Il sacerdote quando confessa o amministra i sacramenti lo fa come Alter Christus, cioè non a suo nome, ma a nome di Cristo. Del resto non diciamo nella formula della consacrazione della messa che questo è il mio corpo? Bisogna mettere da parte la tentazione mondana di credersi bastevoli a sé stessi e crearsi una religione dai da te. Il cattolico è tale quando accetta tutto il Magistero della Chiesa e ne condivide i sacramenti. La confessione del resto ha una base evangelica molto chiara, lo dice lo stesso Gesù”.

Cioè?

“Vi è un passaggio nel quale Gesù afferma: a chi perdonerete i peccati saranno perdonati. Più chiaro di così, francamente non poteva essere”

Chi è in stato di peccato può prendere la comunione?

“No. Chi versa in peccato grave, dunque non è in grazia di Dio, non può accostarsi alla comunione se prima non si è confessato. Chi al contrario ha commesso quelli che il vecchio catechismo chiamava peccati veniali deve recitare l’atto di dolore. In ogni caso almeno una volta all’ anno è opportuno confessarsi, anzi lo si deve”.

Bruno Volpe


Pubblicato il 4 Agosto 2023

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio