“Il servizio mensa nelle nostre scuole? Dritto verso la privatizzazione”
Spira ancora aria di rivoluzione, attorno alle mense scolastiche del Comune di Bari, in particolare dopo che l’Amministrazione, per bocca questa volta dell’assessora Paola Romano, continua secondo i più arrabbiati a condurre la politica degli slogan, al posto della risoluzione concreta dei problemi. Ma vediamo subito perché. In campo da un po’ di tempo i rappresentanti sindacali unitari di base (UsB) che s’inalberano quando sentono parlare dalla rappresentante comunale di “…mense scolastiche aperte fino all’ultimo giorno di scuola!” Basta però farsi un giro per le scuole, parlare con i genitori, gli insegnanti e i collaboratori per scoprire che questi annunci non tengono conto di alcuni fatti: prima di tutto le scuole ubicate in edifici vetusti, in alcuni casi insicuri se non proprio fuori norma, senza alcun sistema di climatizzazione o areazione, ma anche i locali mensa, ricavati all’interno di normali aule spesso anguste dove, mentre d’inverno gli odori evaporano più velocemente, d’estate diventano invivibili. Poi c’è la scarsa qualità dei pasti (vedi la protesta della “Giunta dei Genitori” del marzo scorso con le dimissioni di tutti i genitori da questo organismo) che, non è difficile immaginare, possa peggiorare con il caldo estivo e le risorse impegnate, frutto del recupero delle morosità ottenuto grazie al proficuo impegno di quattro lavoratrici. Lavoratrici che non sono state nemmeno retribuite! L’Assessora ha mai fatto sopralluoghi, tranne quelli di stampo “Istituto Luce”, a beneficio della stampa-tappetino, per verificare lo stato degli ambienti, nonché le enormi quantità di cibo che vengono buttate? Insomma lo stato in cui versano molte scuole baresi è noto a tutti da tempo e andrebbe ripensato l’intero sistema assieme però ai soggetti attivi che sono i genitori, gli insegnanti e i collaboratori. Se poi l’Assessora volesse incontrare pure i sindacati sarebbe magnifico: nelle attuali condizioni USB ritiene che non sia possibile offrire il prolungamento del servizio mensa fino a giugno. Troppo caldo per tenere i bambini fino alle 16 in strutture non attrezzate. Prima di farlo infatti occorrerebbe intervenire con degli investimenti per migliorare lo stato degli edifici e la vivibilità all’interno per bambini, educatori e collaboratori e con una politica di nuove assunzioni che darebbe nuova linfa e distribuirebbe meglio i carichi di lavoro. A meno che il Comune e chi per esso non intenda i servizi educativi come luogo in cui offrire una prestazione a mezzo servizio, tipo “baby sitting”, così come è stato già detto e scritto su queste colonne! Da qui il salto verso la privatizzazione è breve e forse proprio a questo mirano le politiche di questa amministrazione in sella da appena due anni ma dalle idee assai chiare su taluni argomenti, in perfetta coerenza con le politiche nazionali ed europee, che vedono lo stato sociale come un costo che va tagliato e non come una risorsa di equità e giustizia. O almeno ciò che ne resta in giro da queste paerti…
Francesco De Martino
Pubblicato il 2 Giugno 2016