Il sito neolitico di Palese: un parco per tutti al posto di villette e cemento
Si torna a parlare questa sera, in un confronto pubblico nella sala della parrocchia di San Michele in Corso Vittorio Emanuele, a Palese, dell’insediamento archeologico risalente a circa 7500 anni fa e considerato un sito tra “i più significativi” per estensione ed importanza dei rinvenimenti. Il sito, posto in un’area privata a neanche 40 metri dalla costa di Palese, risolleva la discussione sull’opportunità della valorizzazione del patrimonio artistico culturale che la comunità pugliese possiede e di come l’interesse collettivo possa convivere con quello privato, altrettanto legittimo, dei proprietari che vorrebbero edificare l’area. E’ dalla fine degli anni Sessanta che si conosceva, grazie alla casualità della scoperta di un vaso sul costone roccioso di Palese, la presenza di un insediamento neolitico in un sito ampio circa sei ettari. Nei primi anni Novanta i nuovi proprietari dell’area, nel frattempo devastata dalla selvaggia edificazione di ville e della struttura turistico-ricettiva ora in stato di totale abbandono del ‘Poseidon’, avevano chiesto e ottenuto dal Tribunale Amministrativo della Puglia la rimozione del vincolo di inedificabilità posto dalla locale Soprintendenza. Superato questo passaggio, venne richiesta nel 2011 una concessione per una lottizzazione a villini e la Soprintendenza Archeologica richiese indagini prima della cementificazione, allo scopo di produrre una documentazione scientifica da poter poi archiviare. Ma l’esito degli scavi è stato di gran lunga superiore alle aspettative, individuando i resti di un villaggio neolitico e un gruppo di tombe con manufatti di eccezionale valore e rarità. Circa il futuro di quanto individuato, il Soprintendente ai Beni Archeologici La Rocca si è recentemente espresso, riconoscendo l’alto valore dei ritrovamenti, ma non individuando in quanto emerso fisicamente una giustificazione sufficiente a salvaguardare e valorizzare l’area, pur tuttavia mantenendo aperte altre opzioni a successiva verifica. L’architetto barese Eugenio Lombardi è sceso in campo da parecchio tempo, a tutela dell’importantissimo sito archeologico in pericolo, a Palese, rompendo gli indugi, come spiega lui stesso: <
Francesco De Martino
Pubblicato il 11 Novembre 2014